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Cronache
Migranti, guerre, spoliazioni: a Roma convegno non "convenzionale" sull'Africa

In tempi più remoti, il "Mal d'Africa", costituiva una definizione perlopiù letteraria ed evocativa dell'incantamento sensoriale ed emozionale che prendeva d'assalto i viaggiatori nel continente considerato la "culla della civiltà". Incantamento che, per citare un esempio illustre, fece struggere Isak Dinesen (alias Karen Blixen) la quale nelle sue Lettere dall'Africa restituì le immagini vivide e suggestive di una realtà crudele,  viscerale, passionale, ancestralmente misteriosa, radicalmente divergente da quella cui erano abituati gli europei e gli "occidentali" di fine Ottocento e dei primi del Novecento. 

Oggi, purtroppo, la definizione "Mal d'Africa", accanto alla sua sfumatura letteraria, ha assunto connotati ben più crudi e strazianti ed evoca la profonda crisi di un Continente, crisi caratterizzata da "migrazioni di massa, guerre e spoliazioni". Tragiche derive che hanno finito per riverberarsi violentemente non soltanto sul "continente nero" ma anche in tutta Europa e in Occidente. Derive che investono, complici la globalizzazione e per l'appunto il fenomeno migratorio, anche la nostra vita e che saranno protagoniste di un imminente convegno non "convenzionale" organizzato dal gruppo CCC, Cultura, Civismo, Comunità, presieduto dall'avvocato Lorenzo Borrè, affermato legale romano. 

Il convegno, previsto per venerdì 28 settembre 2018 alle ore 18,15 nella sala del Chiostro dei Piceni, in Piazza San Salvatore in Lauro a Roma, sarà introdotto per l'appunto da Lorenzo Borrè, moderato dall'analista politico Eduard P. Wolken e condotto a due voci dalle relatrici Ilaria Bifarini (autrice de I Coloni dell'Austerity, Africa, neoliberismo e migrazioni di massa) e Francesca Totolo (ricercatrice indipendente, esperta in immigrazione). La dissertazione conclusiva toccherà poi a Pierfederico Rocchetti, portavoce CCC Roma. 

Dalla presentazione del convegno sulla pagina facebook ufficiale, leggiamo: "In uno scenario politico nazionale i cui attori si limitano a prendere posizione e a scontrarsi sugli effetti migratori della crisi africana, manca quasi totalmente la volontà o quantomeno l'interesse ad esaminare le cause e i contesti da cui trae origine il fenomeno migratorio: cessato il colonialismo, il continente nero - soprattutto nell'area del dominio francese - è stato oggetto di una dominazione economica, politica e culturale che non solo ha colonizzato l'immaginario dei suoi popoli, facendoli disperare di poter avere un destino africano, ma ha scatenato guerre per procura, saccheggiando materie prime, deforestando ed imponendo un'economia legata a parametri neoliberisti con il beneplacito di molte ONG". 

Oltre a sviscerare, per l'appunto il fenomeno ONG, che, citiamo sempre dalla presentazione del convegno, "spesso altro non sono che la proiezione “umanitaria” di grandi gruppi finanziari o di blocchi di potere politicoeconomico che utilizzano l'immigrazione massiva per destabilizzare gli Stati e come esercito di riserva della Forma capitale contro il ceto operaio e proletario nazionale", le due relatrici esamineranno "la complessità della politica cinese nel continente africano in cui si confrontano vocazioni e destini di popoli a forte espansione demografica", la "situazione attuale della Libia e dell'Etiopia e degli interessi geopolitici che stanno dietro alla loro destabilizzazione" e molti altri argomenti di rilevanza internazionale divenuti pressanti anche nel nostro Paese. 

L'ingresso è libero fino a esaurimento posti (300), e gli organizzatori preannunciano un dibattito portato avanti "liberamente, senza pregiudizi, per il piacere di ascoltare, informarsi, dialogare fuori dai recinti digitali di internet, nel recupero umanistico della civiltà della conversazione". 

 

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