Migranti, le colpe dell'informazione che non spinge la politica a decidere
La questione dei migranti – talvolta naufraghi, molto più spesso spacciati per “naufraghi” – sarebbe meno inquietante se non fosse ammantata di una opacità parente prossima della reticenza. Le fonti sono quasi sempre generiche e vaghe. Ma anche i cronisti mostrano in certi casi una ingiustificata riluttanza a scottarsi la penna o il microfono con un argomento che non condividono o che ritengono pericoloso. Sabato sera, durante il programma “Stasera Italia Weekend”, la co-conduttrice sapeva che il sindaco di Lampedusa aveva protestato per la scelta di farvi sbarcare gli 82 della Ocean Viking, a suo avviso molto più vicina a Porto Empedocle, e ha chiesto alla inviata in stand-up di dire se il disappunto del primo cittadino era condiviso dagli isolani.
Non ha trovato risposta. L’inviata ha divagato su altri dettagli, evitando di dire se i lampedusani ne hanno le scatole piene come il loro sindaco o sono felici come pasque per la ripresa degli sbarchi. Tutto ciò che riguarda i migranti viene comunicato per sommi capi, quando non taciuto per non dire nascosto. Anche giornalisti solitamente informatissimi, diventano riassuntivi quando scrivono di immigrazione: “I trasferimenti – leggo su un grande giornale – dovranno essere effettivi e soprattutto immediati. Dunque, subito dopo l’identificazione effettuata nel porto di sbarco, gli stranieri saranno portati nei luoghi di destinazione”.
Tutto chiaro? No. Cosa succede se il migrante rifiuta di essere portato nei luogo di destinazione e dichiara di voler rimanere in Italia o a Malta? Cosa succede se, nonostante l’immediatezza del trasferimento, il migrante se la squaglia prima o dopo l’identificazione perché, a termini di legge, è un uomo libero e può andarsene dove vuole? E ancora: “Il trasferimento diventerà automatico sulla base delle quote fissate nell’ambito dell’accordo”.
Dunque l’automatismo riguarderà solo i quattro Paesi che si riuniranno il 23 prossimo: Malta, Italia, Francia e Germania? Tutti gli altri, non partecipando all’accordo, rimangono estranei a ogni volontario impegno. Una volenterosa toppa, ma non una seria ed efficace revisione del folle accordo di Dublino. Anche il presidente del parlamento europeo, Davide Sassoli, sembra più sommario che ottimista. Propone di tagliare i finanziamenti europei ai Paesi che non accettano quote di migranti. Buona idea. Ma un simile provvedimento non richiede un voto della Camera internazionale che lui stesso presiede?
Ed è proprio sicuro che la maggioranza del parlamento UE approverà la sua proposta? Pochi giornali e telegiornali approfondiscono, nessuno si pone interrogativi. L’argomento è “divisivo” e dunque è meglio scivolarvi sopra, lasciandolo indefinito e praticamente sconosciuto. È il brutto vizio della politica di mantenersi perennemente alla larga dai problemi veri, per durare evitando i rischi di soluzioni compromettenti. Ma il compito dell’informazione non è quello di durare, bensì di far capire ai cittadini come stanno veramente le cose. E non pare che lo stia assolvendo.
Commenti