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Cronache
Migranti, quando Saviano accusava di intolleranza la Sinistra "radical chic"

Il caso Saviano-Salvini ha monopolizzato il dibattito politico delle giornate pre-ballottaggi, il cui esito catastrofico per la Sinistra è parso dare ragione alla linea del Ministro dell'Interno.

Se Matteo Salvini ha, almeno per quanto riguarda chi scrive, decisamente esagerato sulla questione della scorta a Saviano, è sicuro che la questione migratoria resta un problema fattuale e concreto e che certe fasce della popolazione la vivono in maniera diversa rispetto ad altre soffrendola sulla propria pelle. Gli abitanti delle periferie, tanto per fare un esempio, il cui voto ha premiato la Lega e che, stando ai sondaggi e agli ultimi risultati elettorali, sembra apprezzare in maniera crescente la linea rigorosa del Ministro dell'Interno.

Lo stesso Roberto Saviano, due anni fa, riconosceva la gravità della questione e puntava tuttavia il dito proprio sulla Sinistra "radical chic" (per usare le sue stesse parole) che ora lo difende a spada tratta. Il casus belli era stata la levata di scudi dei cittadini di Capalbio, autentica mecca della Sinistra benestante tanto da ispirare la sarcastica definizione "gauche capalbienne", all'ipotesi di accogliere 50 profughi nella cittadina. 

Scriveva Saviano all'epoca in un bell'articolo su Repubblica, stigmatizzando "l'intellighenzia" di Sinistra:  "Di fronte all'emergenza, Capalbio avrebbe dovuto rispondere in tutt'altro modo: focalizzando la sua estate su questo tema, essendo questa terra di dibattiti e incontri. Il che non avrebbe voluto dire trasformare una legittima vacanza in penitenza. Né tanto meno ospitare i migranti nelle proprie case (richiesta subdolamente razzista che si diffonde come un morbo online a chiunque sostenga politiche d'accoglienza "portateli a casa tua"). Invece, col loro silenzio, gli intellettuali di Capalbio non hanno fatto che fornire munizioni ai soliti fustigatori dei Radical Chic".

Radical chic, espressione ora divenuta qualunquista e dispregiativa ma in realtà di autorevoli natali tanto da essere mutuata dallo scrittore Tom Wolfe e dal suo libro omonimo. E Saviano, al riguardo, illustrava sapientemente: "Capalbio ha risposto esattamente come nelle pagine di Tom Wolfe si muovono gli intellettuali americani alle prese con i "pericolosi" ribelli: attraenti da lontano, disgustosi da vicino. Non lo sanno, nella piccola Atene, che il disgusto più grande, nella gente, nasce proprio quando si vede il problema migrazione scaricato lontano dalle loro case e quindi piombato nelle periferie? I loro figli, nelle scuole che frequentano, forse non si imbattono in quelle classi formate per la maggior parte da bambini immigrati. Le spiagge che frequentano - come la ormai mitica "Ultima spiaggia" - non sono come le spiagge libere e popolari piene di famiglie d'ogni cultura. Molto più facile - dicono i delusi dalla risposta di Capalbio - parlare di integrazione quando i problemi sono lontani. Non la vivono, i sostenitori dell'integrazione, la difficoltà dell'integrazione".

Ma Saviano, in quel suo mirabile articolo al fulmicotone, chiudeva con una frecciata durissima agli intellettuali di Sinistra, colpevoli a suo dire di un'omertà imbarazzante: "Che delusione" commentava l'autore di Gomorra, "questo silenzio di tutti gli intellettuali - quasi tutti: Asor Rosa è stata una delle pochissime eccezioni. Che vergogna vedere non "l'intellighenzia" ma l'intelligenza andare in vacanza. E nascondersi".

Alla luce di tutto ciò, e comunque la si pensi sull'argomento, quale opportunità meravigliosa per questo Paese disastrato sarebbe poter assistere a un dibattito tra Matteo Salvini e Roberto Saviano, magari in Tv sul servizio pubblico, riguardo alla questione migratoria. Quanto sarebbe auspicabile poter ascoltare le ragioni del pro e del contro in un faccia a faccia, senza insulti e improperi via social, comprensivi di tutto il codazzo di tifoserie che, a seconda dell'occasione, si schierano con l'uno o con l'altro, come accadde con lo stesso Saviano all'epoca del caso di Capalbio, in occasione del quale venne osannato da chi adesso lo stigmatizza e stigmatizzato da chi adesso lo osanna e lo difende a spada tratta. Ma in questa Italia in cui ogni argomento diventa oggetto di serratissimo tifo calcistico, e a maggior ragione in un'estate crudele senza la Nazionale ai Mondiali, tale auspicio può restare, ahinoi, soltanto una pia illusione. 

 

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migrantimatteo salviniroberto savianocapalbioradical chicsinistrapd
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