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Cronache
Salvini ha avuto il coraggio di dirlo: migranti come la Corazzata Potemkin

 Salvini e la corazzata Potëmkin

Ricordate la celebre, semplice e geniale scena realizzata da Luciano Salce e Paolo Villaggio, nel presentare un caso in cui il giudizio imposto dal partito (“La corazzata Potëmkin”, è un capolavoro assoluto), viene clamorosamente ribaltato da un Fantozzi ormai insofferente verso la ripetitività e in più indispettito per aver dovuto rinunciare a seguire una partita di calcio per rivedere, ancora una volta, quel film? Ritenuto tuttora una pietra miliare nella storia del cinema, era ormai mal sopportato dalla base, un po’ perché prima o poi ci si stufa di tutto (nel ‘600 un certo Menzini era ritenuto da tanti di gran lunga più grande del troppo celebrato Dante Alighieri…), ma anche per l’incapacità, dei più, di capire certi apprezzamenti iperbolici, a volte esagerati al punto da sembrare cervellotici anche agli esperti. Esempio: la progressione dell’azione nel film basata, per un critico, sulla “sezione aurea”. Già erano, e sono, pochi quelli che sanno cos’è una sezione aurea. A trovarne poi una seria e precisa applicazione matematica nella progressione dell’azione nel film, avrebbe fallito anche l’autore dello spericolato giudizio.

Ripensiamo all’effetto Fantozzi di quella breve scena, davvero perfetta.

Dopo aver assistito per l’ennesima volta alla proiezione del capolavoro del ventisettenne Ejzenštejn, nessuno del pubblico risponde all’invito del moderatore a iniziare la serie di commenti. Dal fondo della platea si alza allora Fantozzi, salutato con sollievo dal presentatore che anticipa “Chissà quali profonde osservazioni ci proporrà il nostro Fantozzi!”. Titubante e guardingo nel dirigersi verso il palco, timido, impacciato, quasi timoroso di prendere qualche sberla dal compagno occhialuto stile Togliatti, che si accinge a regolare gli interventi, sembra dover farsi coraggio per dire tutto d’un fiato quello che aveva deciso di dire. Alla fine, riempiti i polmoni dell’aria sufficiente, spara la celebre frase liberatoria: “L’armata Potëmkin … è una cagata pazzesca!” E giù l’urlo liberatorio, un vero terremoto, un’esplosione di gioia della platea che, alzatasi in piedi, si spella le mani in segno di entusiastica approvazione! Altro che tripudio per un gol vincente in zona Cesarini! Fantozzi, con espressione compiaciuta e ridente, sottolinea “92 minuti di applausi!”

Certamente la nomenclatura, le teste d’uovo e gl’intellettuali impegnati, giudicarono il Fantozzi di quella clamorosa affermazione un povero ignorante viscerale, inviperito per non aver potuto vedere una partita. Un troglodita senza testa che dava retta alla pancia. Ed è altrettanto certo che lui si rincuorasse, sostenendo che la democrazia non può essere glorificata solo quando le idee del popolo coincidono col pensiero dei cosiddetti intellettuali. Il popolo, i compagni, erano con lui, Fantozzi, a stragrande maggioranza.

Salvini, a differenza di Fantozzi, non è salito titubante e timoroso sul palco. Aveva annunciato quello che avrebbe detto e fatto se l’avessero fatto salire sul palco dei comandi. E, una volta salitoci, in pratica ha detto davanti a una platea internazionale

“L’immigrazione eterna, incontrollata nel tempo e nello spazio e inevitabilmente verso l’Italia … è una cagata pazzesca!”

Al che c’è stata una reazione simile… all’effetto Fantozzi . Non urla d’approvazione in piazza o sui giornali, ma uno storico e finora inarrestabile aumento di voti e un parlar di tutti, in Italia e nel mondo, del suo intervento alla Fantozzi.

Come onestamente ammesso da Antonio Polito, sul Corriere della Sera, col sasso tirato nello stagno della Comunità europea, Salvini ha finalmente smosso le acque, dicendo una banalità che tutti sentono come vera, ma che l’intellighenzia vera (quella progressista di sinistra) deve bollare come bestialità xenofoba, razzista, fascista, nazista, animalesca, visto che il controllo del territorio è tipico di molti animali. I capi di governo progressisti magari in cuor loro dissentono dall’imperativo categorico della scomunica alla banalità di Salvini-Fantozzi, ma non possono azzardarsi a far trapelare il loro tarlo, per questioni … elettorali. Siccome la banalità è bollata come bestialità di destra, loro, stando a sinistra, devono sostenere che l’immigrazione è una risorsa di una genialità pazzesca! E come dargli torto? Tutti questi giovanottoni lasciano la fame e vengono accolti dai generosi col portafoglio degli altri con cartelli tipo “Benvenuti!”. Trovano, vitto, alloggio e paghetta. Se non sanno fare proprio niente, si mettono ai semafori insistendo per lavar vetri anche quando piove e a lavartelo dieci volte al giorno se dieci volte passi per il “loro” semaforo. Oppure stazionano fuori di ogni super mercato, mercato, mercatino e ogni tipo di negozio. Alla domanda “Ma cosa pensate di fare tra 10, 20 anni?”, rispondono “Speriamo che non ci siano più razzisti in Italia!” Da noi l’intellighenzia sostiene che gli immigrati siano la salvezza per le pensioni dei nostri figli e nipoti… . Tutti contenti allora, no?

No, io non sono contento. Perché io sono più buono di tutti quelli accusati, sarcasticamente da Salvini, d’essere buonisti.

Io non posso essere contento, per quei poveri genitori e nonni dei robusti e giovani immigrati che vengono a risolvere i loro e i nostri problemi. Chi ci pensa, chi ha mai sprecato un pensiero, una parola per i vecchi abbandonati in Africa?

Io dico: non possiamo considerarci veramente buoni e solidali, se non troviamo il modo di far venire da noi anche genitori e nonni. Non sono in grado di sopportare il disagio del viaggio, dell’acclimatazione, del cambio di ritmo che dovrebbero subire trasferendosi da noi? Ma allora introduciamo un’estensione estera tipo “ius extra soli per nonni soli, restati al sole” o una pensione data dal nostro INPS, che diamine! E i soldi? Semplice: facciamo arrivare ancora più immigrati, per pagare anche le pensioni dei loro parenti in Africa. Banale, lo direbbe anche Boeri!

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