Migranti, sciopero nelle campagne del foggiano: "Il sistema ci sfrutta"
Gli immigrati che vivono e lavorano nei numerosi "ghetti" del Foggiano scioperano oggi accanto a stranieri e italiani
Gli immigrati che vivono e lavorano nei numerosi "ghetti" del Foggiano scioperano oggi accanto a stranieri e italiani che vivono e lavorano in diverse città d’Italia e d’Europa. “Scioperiamo – spiega il Comitato Campagne in Lotta - per dire basta a un sistema che ci sfrutta e ci soffoca sempre più velocemente. Noi immigrati, qui nella provincia di Foggia come nel resto di Italia e d’Europa, siamo sottoposti a continue violenze e a un pervasivo sfruttamento che riguarda ogni aspetto della nostra esistenza. Molti di noi non hanno il permesso di soggiorno, complici tutti i governi che si sono susseguiti negli ultimi vent’anni e gli accordi europei sul controllo delle frontiere esterne. Anzi – continua la nota di Campagne in Lotta - con la nuova legge sull’immigrazione voluta da Salvini ci troviamo nuovamente costretti a comprare contratti e residenze, in nome di una presunta regolarità che comunque ci fa lavorare senza ricevere i contributi e le minime tutele e perdipiù ci costringe a pagare per qualsiasi cosa. Proprio per dire basta a questo continuo ricatto oggi abbiamo deciso di occupare tutti insieme la sede della Commissione Territoriale che si trova dentro il Cara di Borgo Mezzanone, perché prima di tutto abbiamo bisogno di quel pezzo di carta che ci può dare la possibilità di andare anche altrove e provare ad avere una vita più felice e libera di questa”. Una giornata di sciopero “per dire al governo che si insedierà nei prossimi giorni o settimane che devono tenere conto delle nostre condizioni e delle nostre richieste. Sappiamo molto bene - continua il comitato - di essere manodopera indispensabile per questo paese, soprattutto in agricoltura, lavorando più di 10 ore al giorno per paghe da fame e nella maggior parte dei casi non ricevendo quanto previsto dai contratti nazionali e provinciali rispetto al vitto, il trasporto e la casa”.
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