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Cronache
Migranti, nel naufragio strage di bimbi

E’ la strage dei bambini. Erano almeno in quaranta su quel barcone affondato nel giro di un’ora giovedì sotto gli occhi delle centinaia di migranti ammassati sull’imbarcazione gemella che, con una fune, trainava nel Canale di Sicilia l’altra che aveva cominciato a imbarcare acqua inabissandosi velocemente.

Sono drammatiche ma concordanti le testimonianze dei superstiti di questo ultimo naufragio raccolte nella notte dagli investigatori delle squadre mobili di Ragusa e Agrigento dove, divisi su diverse navi di soccorso, sono arrivati i superstiti di una tragedia che avrebbe fatto almeno quattrocento morti, quaranta dei quali bambini, molti neonati. In trecento, quelli che avevano pagato di meno ed erano stati fatti entrare nella stiva, sono morti intrappolati senza neanche sapere quello che stava accadendo in superficie. Sono oltre dodicimila i migranti sbarcati in una settimana. Secondo l'agenzia dei rifugiati dell'Onu, l'Unhcr, sarebbero oltre 700 le vittime di tre naufragi nel Mediterraneo in questi ultimi giorni. La stima, secondo quanto riferisce l'Unhcr, è data dalle testimonianze dei sopravvissuti.

Erano passate otto ore dalla partenza dalla spiaggia di Sabratha, in Libia, da dove avevano preso il mare insieme i due grossi e fatiscenti pescherecci e un gommone. Complessivamente in quella notte i trafficanti erano riusciti a fare imbarcare 1.100 persone, 500 su ogni barcone di legno, 100 sul gommone. A 50 alla volta i migranti erano stati trasbordati su piccoli gommoni sui pescherecci e stipati tra stiva e coperta. Dopo otto ore di navigazione, il barcone trainato ha cominciato a imbarcare acqua e i migranti che stavano in coperta, terrorizzati, hanno iniziato a buttarsi in mare nel tentativo disperato di raggiungere l’imbarcazione gemella. Molti sono annegati in questa prima fase, tutti gli altri una decina di minuti dopo quando, sul barcone che trainava, lo scafista (un sudanese poi identificato e fermato dalla squadra mobile di Ragusa al suo arrivo a Pozzallo) ha dato ordine a un migrante di tagliare la fune che legava le due imbarcazioni lasciando affondare la seconda che è andata a picco in pochi minuti.

Tragico lo scenario che si sono trovati davanti i soccorritori nel frattempo inviati dalla sala operativa della Guardia costiera. Del secondo barcone, quello affondato, si sono salvati solo una ventina di persone. I superstiti hanno ricostruito tutte le fasi della tragedia agli investigatori che adesso stanno cercando di dare un nome anche all’unico corpo recuperato, quello della giovane donna che è stata quasi decapitata dal colpo di frusta della fune che lo scafista ha dato ordine di tagliare.

Quattro gli scafisti individuati e fermati a Pozzallo dalla squadra mobile di Ragusa. Oltre a quello dell’ultimo naufragio altri tre che avrebbero guidato altre imbarcazioni soccorse nelle ore precedenti. Uno di loro ha solo 16 anni. Questa mattina al porto di Reggio Calabria sono arrivati altri superstiti, i 135 sopravvissuti al naufragio di venerdì, e le 45 salme recuperate. Ma anche in questo caso i morti, con decine di dispersi, sarebbero molti di più. Il tragico bollettino dell’ultima settimana fa segnare circa 900 tra morti e dispersi e 12 mila arrivi, gli ultimi i 600 portati a Palermo dalla nave Bourbon Argos di Medici senza frontiere e i 150 di Trapani.

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migranti strage bambini
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