Napoli, 15enne violentata insultata su Facebook: "Così impari a denunciare"
Valanga di insulti su Facebook alla ragazza violentata in spiaggia: "Te lo sei meritata, così impari a denunciare"
Abusi su 16enne, insulti e commenti vergognosi su Facebook
"Facciamo in modo di non ripetere con la ragazza che ha denunciato di essere stata violentata sugli scogli di Marechiaro gli stessi errori commessi con la ragazza violentata a Pimonte che e' stata costretta a scappare in Germania con la sua famiglia perche' non resisteva piu' ai commenti e alle voci messe in giro contro di lei dai suoi concittadini". Lo hanno detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Gianni Simioli de La radiazza, per i quali "gia' circolano commenti vergognosi su facebook in cui si dice che s'e' inventata tutto o che se l'e' andata a cercare e cose del genere". "La polizia postale intervenga subito per frenare questa che si preannuncia una gogna mediatica tesa a difendere gli accusati che, a quanto pare, sarebbero rampolli di famiglie posillipine" ha aggiunto Borrelli per il quale "e' vero che bisogna aspettare l'esito delle indagini in corso e le sentenze della Magistratura, ma, nel frattempo, non si puo' prendere di mira con offese squallide quella che, al momento, e' la vittima di questa brutta vicenda".
"Violentata? Così impari a denunciare"
La ragazza, come scrive il Corriere del Mezzogiorno, è stata bombardata di messaggi, tutti in presunto dialetto napoletano, zeppi di volgarità. Parole scritte come pronunciate, quasi incomprensibili. Lei li ha cancellati di volta in volta, ma subito ricomparivano. Ed è stato così per tutta la giornata fino a quando, ad uno ad uno non ha bloccato tutti quei contatti di persone che non solo difendevano i ragazzi, ma che la offendevano e la minacciavano di morte. "Ma come, prima fai e poi ti tiri indietro?», le scrive una donna, amica degli indagati. E rincara la dose: «Io se devo fare sesso non vado a chiamare ’e guardie ». Lei prova a rispondere dicendole: «Ma se non sai le cose perché parli? Pensa prima di parlare». «Ti picchio, ti ammazzo», le dice l’altra. Le rispondono anche alcuni ragazzi, uno con un cognome «pesante» e legato a un clan della camorra del centro storico, anche loro amici del branco. Riempiono la bacheca di offese, facendo anche riferimento a posizioni sessuali che uno degli indagati avrebbe usato per violentarla. Una brutalità che porta alla memoria la lapidazione sul web operata contro Tiziana Cantone, morta suicida solo pochi mesi fa.