E' bufera sul governo francese dopo alcune rivelazioni di Liberation sul dispositivo di sicurezza predisposto la sera dell'attentato di Nizza. Il quotidiano cita una fonte di polizia che ha avuto accesso alle immagini della videosorveglianza e secondo la quale c'era una sola vettura, della polizia municipale e non di quella nazionale, a sbarrare l'ingresso nella zona diventata pedonale la sera della festa, quando il camion guidato dal 31enne tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel e' piombato sulla folla. Questa vettura era al centro della carreggiata, lato mare, secondo il quotidiano, che cita un testimone secondo il quale non erano presenti agenti di polizia, ma solo due agenti della municipale e due transenne. La polemica e' guidata dal governo municipale, repubblicano.
"I poliziotti nazionali sono stati sostituiti dai colleghi della municipale intorno alle 20:30", sostiene il quotidiano, ricordando che il 16 luglio, due giorni dopo la strage, il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve aveva parlato di "massiccia presenza della polizia nazionale sul lungomare", dicendo che "l'attentatore era riuscito a passare salendo sul marciapiede e travolgendo tutti". Cazeneuve ha ora ordinato una indagine amministrativa per "stabilire la realta' di questo dispositivo di sicurezza mentre continuano inutili polemiche" e ha insistito sulla volonta' del governo di "trasparenza e verita' dovute alle vittime e alle loro famiglie".
Gia' poche ore dopo l'attentato il presidente della regione di Nizza ed ex sindaco della citta', Christian Estrosi, aveva espresso dubbi sull'apparato di sicurezza disposto dal governo per proteggere le 30.000 persone che assistevano ai fuochi d'artificio. Intanto, cinque persone fermate dopo la strage di Nizza perche' in contatto con l'autore, Mohamed Lahouaiej Bouhlel, compariranno oggi davanti a un giudice e pobabilmente saranno rinviate a giudizio. I cinque hanno tra i 22 e i 40 e tra essi c'e' una donna albanese, che insieme ad un 38enne connazionale ha aiutato il tunisino a procurarsi la pistola con cui ha sparato contro la polizia mentre seminava morte sul lungomare alla guida del camion. C'e' poi un 22enne, che e' il destinatario dell'sms contenente la richiesta di "piu' armi" inviato poco prima della strage da Bouhlel. Nessuno dei 5, come del resto lo stesso killer, era noto all'intelligence francese. Nel seminterrato abitato dal giovane, la polizia ha trovato un kalashnikov e una borsa con munizioni. Il legale del 22enne, Jean-Pascal Padovani, ha negato "ogni coinvolgimento in atti terroristici" del suo assistito.