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Cronache
Non solo Nove, Littizzetto si siede anche sulla poltrona della Fiera del Libro

La Littizzetto a capo di una sezione che “muoverà fortemente le dita dei piedi”

E così Lucianina Littizzetto è riuscita a sedersi su un’altra poltrona non contenta di quelle che già aveva. La strategia del chiagni e fotti funziona sempre. Naturalmente la comica ha fatto la solita sceneggiata che si fa quando un cardinale diventa Papa, “ma chi ci pensava”, “Domine, non sum dignus” oppure il più prosaico “non lo fo per piacere mio ma per dare figli a Dio” e così via. Infatti ha lestamente dichiarato: “Mi è stata chiesta una collaborazione, io mi sono domandata se ero in grado di farlo e che cosa potevo portare al Salone, finalmente nella mia città. Sono molto felice di questo".  Siamo al kennediano rivisto e corretto: “Non vi chiedete cosa può fare il Salone per voi ma cosa potete fare voi per il Salone”.

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Nel dubbio la comica ha arraffato l’ennesimo lavoro ben retribuito, dopo il contrattone Warner su Canale 9 e la finta cacciata dalla Rai, essendo ormai ben chiaro che l’uscita è avvenuta come per il suo amico Fabio Fazio non per motivi politici ma grazie al Dio Quattrino. E per non farsi mancare niente la Littizzetto è anche su “Tu si que vales” (Canale 5), all’odiata Mediaset che ha attaccato per anni dai canali Rai e che ora, stranamente, gli piace, sebbene ci sia alla sua guida un signore che di cognome fa Berlusconi, e cioè quello il cui padre era il suo nemico pubblico numero 1.

A lei la direttrice del Salone Annalena Benini ha affidato un settore strategico per la cultura italiana: quello della “leggerezza” (sic). Ce lo spiega meglio sempre Lucianina con una spaccata degna dei suoi momenti migliori sulla scrivania di Fazio: "Quello di cui mi occupo da sempre è la leggerezza, che non è intesa soltanto come comicità, ma le penne lievi che danno senso e profondità alle cose attraverso la leggerezza. Siamo in un tempo pesantissimo, siamo reduci dal Covid che ci ha spianato e abbiamo tantissimo bisogno di respirare, di senso e di sollievo". E certo con i soldi che guadagna il “sollievo” lei può permetterselo. Poi, resasi conto che le hanno affidato un settore che non è proprio di punta nella letteratura ha cercato di nobilitare il concetto filosofico di “leggerezza” ricoprendolo di polvere d’oro:

“Molti pensano che la leggerezza sia stupidità, ma non è così, io cercherò di raccogliere tutto quello che riguarda il pensiero che ci porta un po' di speranza cercando di fare come fanno gli astronauti quando chiusi nella loro navicella hanno una crisi d'ansia e muovono le dita dei piedi quindi io farò una sezione in cui si muoverà fortemente le dita dei piedi". Purtroppo, nel tentativo di ipostatizzare troppo il concetto scade e decade nelle “dita dei piedi” –speriamo almeno ben lavate- e quindi si autocandida a fare una “sezione che muoverà fortemente le dita dei piedi” (sic!). Lasciamo quindi la Littizzetto a sgranchirsi le dita dei piedi ma non possiamo fare a meno di constatare che le grinfie della sinistra sulla Cultura sono purtroppo ancora ben radicate nel nostro Paese.

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