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Cronache
Occhionero, Renzi, Draghi. Magaldi: "Ecco i segreti del caso cybersecurity"
Gioele Magaldi

Il clamoroso caso del cyberspionaggio è sulla bocca di tutti. L'attività di hackeraggio che, stando alle indagini della Procura di Roma, avrebbero condotto i fratelli Occhionero ai danni delle più importanti cariche pubbliche compresi Matteo Renzi e Mario Draghi, è tanto vasta quanto oscura. Tutti si interrogano sui motivi di questa gigantesca attività di raccolta dati. Quali erano le finalità degli Occhionero? Chi sono davvero i due fratelli? C'era qualcuno dietro di loro a manovrarli? E loro ne erano consapevoli? Domande inevitabili.Le teorie e le ipotesi a riguardo si susseguono. Tra queste teorie, più o meno verosimili, Affaritaliani.it ha raccolto in questi giorni diverse testimonianze tra cui oggi quella avanzata da Gioele Magaldi, gran maestro del Grande Oriente Democratico, movimento massonico di area progressista nato dopo la scissione dal Grande Oriente d'Italia. Rispondendo alle domande in forma rigorosamente scritta come lui stesso ha richiesto ad Affari, Magaldi, autore del libro “Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges” (Chiarelettere), rilascia una serie di dichiarazioni clamorose, che pubblichiamo per completezza e dovere di cronaca, che riguardano diversi personaggi tra i quali Mario Monti, Anna Maria Tarantola, Marco Carrai e gli stessi Renzi e Draghi ai quali, ovviamente, Affari fornirà in qualsiasi momento la possibilità di replica alle tesi indubbiamente reboanti di Magaldi.

Gioele Magaldi, chi sono davvero gli Occhionero? Quali sono i loro contatti?

Giulio e Francesca Romana Occhionero hanno agito in piena sintonia e reciproca consapevolezza di quello che ciascuno faceva. E sono stati coperti e protetti, per anni, accumulando molti dati sensibili a favore di chi li proteggeva e ispirava. Lo ripeto: i fratelli Occhionero hanno accumulato, per conto terzi, una mole infinitamente più grande di dati rispetto a quella sinora scoperta dagli investigatori. Giulio Occhionero ambiva a far parte di una specifica Ur-Lodge (superloggia) sovranazionale, operante principalmente tra Usa, Regno Unito, Malta e il Medio Oriente. Al fratello Occhionero stava stretta l’appartenenza ad una loggia, la “Paolo Ungari-Nicola Ricciotti Pensiero e Azione” all’Oriente di Roma, che fa parte di una Obbedienza ordinaria e nazionale come il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, cioè di una di quelle entità massoniche ormai in stato di declino e di relativa marginalità rispetto a quei circuiti delle superlogge che ho iniziato a descrivere nel libro “Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges”, Chiarelettere, Milano 2014, e che continuerò a illustrare nel secondo volume della serie di “Massoni”, di prossima pubblicazione, intitolato “Globalizzazione e Massoneria”.

Possono davvero aver fatto tutto da soli?

Come dicevo prima, Giulio Occhionero ma anche la sorella Francesca Romana coltivavano l’ambizione di essere ammessi a una specifica superloggia sovranazionale. Si tratta della “White Eagle”. Hanno agito su commissione di personaggi collegati come affiliati o come ‘compagni di strada/aspiranti affiliati’ di questa Ur-Lodge.

Qual è il ruolo della massoneria in questa vicenda?

La massoneria sempre meno rilevante del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani c’entra poco, con questa intrigata vicenda. Poco, ma in qualche modo c’entra. Lo ‘spionaggio’ ai danni di alcuni Dignitari del GOI era soprattutto un’esigenza personalistica di Giulio Occhionero, qualcosa di irrilevante per i suoi mandanti in ‘super-grembiulino’. Invece, la sorveglianza del Gran Maestro Stefano Bisi va ricondotta allo spionaggio sul fratello Mario Draghi (mi dicono avvenuta anche su altre utenze rispetto a quelle sin qui individuate dagli investigatori), di cui Bisi è in qualche modo un servizievole esecutore per questioni massoniche di natura locale. Ciò, sin dai tempi del ‘groviglio armonioso’ legato al Monte dei Paschi di Siena, allorché Draghi, come Governatore di Bankitalia, non vigilò adeguatamente su alcune condotte del management della banca senese e Bisi, come massone e giornalista (caporedattore e poi vicedirettore del Corriere di Siena) influente a Siena, aveva le mani in pasta in diverse questioni MPS, ispirando la sua azione di concerto con il fratello Draghi e con la sorella libera muratrice Anna Maria Tarantola, capo della Vigilanza di Bankitalia, la quale, in virtù della sua clamorosa ‘mancata vigilanza’ sulle questioni più scabrose in capo a MPS, fu premiata dal massone Mario Monti con la nomina a Presidente RAI nel 2012. La massoneria che invece c’entra molto, con tutto questo affaire del cyber spionaggio imputato ai fratelli Occhionero, è quella della Ur-Lodge sovranazionale neoaristocratica “White Eagle”.

Chi potrebbe essere il committente del cyberspionaggio?

Se dal nome della superloggia sovranazionale coinvolta andiamo nel particolare dei personaggi che hanno fatto da tramite con Giulio e Francesca Romana Occhionero, la questione si fa clamorosa. Uno dei personaggi che consiglio agli inquirenti di ascoltare con attenzione su questa vicenda è il massone conservatore e reazionario Micheal Leeden, appunto affiliato di peso alla “White Eagle”. Un altro personaggio che varrebbe la pena sentire come ‘persona informata dei fatti’ è Marco Carrai, wannabe supermassone (con specifica propensione proprio verso la “White Eagle”) come il suo caro amico Matteo Renzi.

Quale potrebbe essere l'obiettivo di questa attività di spionaggio?

Qualcuno, per anni, ha raccolto e utilizzato le informazioni sensibili che i fratelli Occhionero gli hanno passato, coprendone e proteggendone in vario modo le attività. Cari e fraterni amici in capo a importanti strutture di intelligence militare e civile di area euro-atlantica mi dicono che, da qualche tempo, Giulio e Francesca Romana Occhionero erano diventati ‘sacrificabili’ per ottenere, cinicamente, attraverso uno scandalo fatto scoppiare ad arte sulla loro vicenda, una ristrutturazione della cybersecurity italiana a livello nazionale. Una ristrutturazione che, sin qui, non si era potuta realizzare e che avrebbe potuto portare al suo vertice una persona gradita a Matteo Renzi, ma sgradita a diversi ambienti massonico-progressisti dell’intelligence italiana e statunitense, con cui quella italiana tradizionalmente collabora in modo privilegiato. Ciascuno faccia le sue debite deduzioni e, per parte mia, mi riservo di approfondire (c’è molto da dire anche sulla simbologia massonica del nome “Eye Pyramid”) in altre sedi e occasioni le informazioni che acquisirò nel corso del tempo su tutta questa clamorosa vicenda. Di certo, la massoneria del Grande Oriente Democratico (sito ufficiale: www.grandeoriente- democratico.com) e i circuiti liberomuratori progressisti sovranazionali vigileranno attentamente affinché nessuno strumentalizzi questo scandalo per far conferire ad ‘amici degli amici’ incarichi tali da mettere in pericolo proprio quella sicurezza nazionale informatica italiana che si pretenderebbe di voler tutelare. Analoga vigilanza sarà esercitata, sul piano politico, dal Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com) da me presieduto, particolarmente impegnato nella salvaguardia di quel sistema di pesi e contrappesi nelle istituzioni (e nelle strutture di cyber security e intelligence tout-court) che soli possono davvero garantire la democrazia liberale sostanziale e il diritto alla privacy per ogni cittadino.

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