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Cronache
Omicidio Pecorelli, rivelazione choc della sorella sulla morte di Papa Luciani

Omicidio Pecorelli, la sorella fa riaprire il caso. La rivelazione

Si riapre in maniera clamorosa il caso sull'omicidio Pecorelli, il giornalista ucciso a Roma il 20 marzo 1979. A 43 anni da una delle vicende più misteriose della storia recente italiana, la sorella rivela un retroscena inedito destinato a far riaprire le indagini sulla morte del fratello e non solo. "Mino - svela la sorella Rosita ad Atlantide su La7 - aveva mandato a Papa Luciani l'elenco dei preti infedeli. La stessa notte in cui ricevette la missiva però il Papa venne trovato senza vita. Lui aveva assicurato a mio fratello che si sarebbe occupato personalmente della vicenda, quindi qualche sospetto è venuto fuori". Papa Luciani si spense presumibilmente tra le ore 23:00 del 28 settembre 1978 e le ore 5:00 del 29 settembre, diciannove giorni prima di compiere 66 anni, nel suo appartamento privato, forse a causa di un infarto miocardico.

La sera del 20 marzo 1979 il giornalista fu assassinato da un sicario che gli esplose quattro colpi di pistola - uno in faccia e tre alla schiena - in via Tacito a Roma, nelle vicinanze della sua redazione. I proiettili, calibro 7,65, trovati nel suo corpo sono molto particolari, della marca Gevelot, assai rari sul mercato (anche su quello clandestino), ma dello stesso tipo di quelli che sarebbero poi stati trovati nell'arsenale della Banda della Magliana, rinvenuto nei sotterranei del Ministero della Sanità nel 1981. Il giornalista raccoglieva informazioni nella loggia P2 (cui risultò affiliato egli stesso) ed all'interno dell'Arma dei Carabinieri e dei servizi segreti italiani.

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