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Cronache
Orso M49: caccia all'animale 'evaso', paura e polemiche

 Preoccupazione e polemiche in Trentino dopo l''evasione' dell'orso M49 dal Centro Casteller, a sud di Trento. Il plantigrado di tre anni era stato catturato nella val Rendena e rinchiuso in una gabbia ma alle 5 del mattino è riuscito a scappare scavalcando una recinzione elettrica che può dare scosse da 7000 volt e una barriera metallica alta quasi quattro metri. All'animale era stato tolto il radiocollare dopo la cattura e l'impossibilità di localizzarlo allarma ancor più la popolazione e gli agricoltori della zona.    Negli ultimi mesi l’orso si era reso responsabile di molti attacchi ai danni degli allevamenti e degli alpeggi della zona del Brenta. Tre squadre di forestali, con l’ausilio di cani, stanno pattugliando il massiccio della Vigolana nella zona tra la valle dell’Adige a sud di Trento e la Valsugana trentina (Caldonazzo-Levico) dove si presume che si sia diretto M49.        L'evasione è diventata un caso politico con gli animalisti che chiedono che l'animale non venga abbattuto. “Ho dato ordine ai forestali, qualora M49 dovesse avvicinarsi alle case abitate, anche di abbatterlo”, ha spiegato il governatore della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che il primo luglio aveva firmato l’ordinanza di cattura nonostante il parere negativo del ministro all’Ambiente, Sergio Costa.  Pronta la replica di Costa: "Assurdo e paradossale... si intervenga con la cautela del caso, senza minare la vita dell'animale", ha scritto il ministro su Facebook mentre dal suo dicastero partiva una diffida alla Provincia di Trento affinché non si dia nessun ordine di abbattimento dell'orso.    “Se la scienza viene sconfessata vanno riviste completamente le modalità di azione per poter gestire questo fenomeno dopo tanti anni”, ha replicato il governatore trentino che ha definito la fuga dell'orso un evento "assolutamente imprevedibile". 

L’orso M49, animale dal comportamento problematico, era stato catturato dal personale del Corpo Forestale Trentino mediante trappole tubo attorno alle ore 22,30 di domenica sulle montagne di Val San Valentino, nel territorio di Porte di Rendena non distante da Tione. Successivamente il plantigrado è stato portato nell’area faunistica del Casteller, a Trento Sud, dove è stato lasciato in gabbia poco dopo le 3 del mattino. Nelle operazioni, che non hanno necessitato di doverlo sedare, a M49 è stato tolto il radiocollare che consentiva il monitoraggio dei suoi movimenti.    Poco prima delle 5 del mattino l’orso M49 è riuscito a scavalcare prima la recinzione interna che divideva la sua gabbia da quella dell’orsa DJ3, quindi una doppia recinzione elettrica (14 fili) ed infine la barriera metallica alta quasi quattro metri facilmente valicabile soprattutto da un orso giovane. Poi si è addentrato indisturbato nel bosco.    Per la Lav (Lega anti-vivisezione) la fuga di M49 "non deve diventare giustificazione per un'azione cruenta ai danni dell'animale". "L'incapacità di gestire l'orso è semmai una responsabilità della Provincia di Trento, sin qui fallimentare nel garantirne la convivenza con le popolazioni, nonché la detenzione nella struttura dove pure l'animale era stato portato, con tanto di rimozione del radiocollare unico sistema di localizzazione e identificazione certa dell'animale. Questa incapacità è diventata come da copione una sentenza di condanna a morte".    L’area faunistica del Casteller è stata realizzata nel 2007 con la consulenza dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’ambiente (Ispra). M49 è nato nell'ambito del progetto Life Ursus, avviato negli anni '90 con l'obiettivo di reintrodurre alcuni esemplari dalla Slovenia per impedire l’estinzione della specie nel territorio. Nell’ultimo anno in Trentino ci sono stati 222 attacchi da parte di orsi e lupi a coltivazioni, alveari, greggi e mandrie che hanno colpito pecore, vitelli, mucche e asini, anche all’interno delle aziende vicino agli alloggi degli agricoltori o nei pressi dei centri abitati. 

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