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Cronache
Paolo Lojudice, il vescovo ausiliario di Roma, esterna sulla Capitale

 

Da qualche tempo si nota una iperattività di un vescovo ausiliario di Roma Sud, Monsignor Paolo LoJudice che esterna un po’ su tutti i problemi della Capitale.

Ufficialmente si legge sul sito della Diocesi che il monsignore è:

“Vescovo Incaricato per il Settore Sud della Diocesi di Roma,
Membro della Commissione Episcopale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana,
Vescovo Incaricato ad interim del Centro per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese del Vicariato di Roma”. Insomma, un prelato in ascesa. Lojudice si è occupato del problema, che indubbiamente c’è, della “monnezza”, come si chiamano a Roma i rifiuti e, del resto, lo ha fatto anche il Papa.

In realtà il vescovo, da “uomo della strada”, ha parlato di degrado della città facendo eco a Papa Francesco che, nel suo solito stile contradditorio, aveva prima affermato l’8 dicembre a Piazza di Spagna che i romani “devono affrontare con pazienza i disagi della vita quotidiana” e poi nell’Angelus a Piazza San Pietro di domenica scorsa ha condannato l’accumulo dei rifiuti e il degrado.

Desta meraviglia che il Vaticano non abbia altro da fare che continuare la velleitaria politica di interferire nella res pubblica con col furbo giochetto che i preti sono comunque cittadini italiani, ma non parlano certo da semplici cittadini, soprattutto di quando si tratta del vicario del Papa.

Ma Monsignor Lojudice non si occupa solo di rifiuti, ma straborda, come al solito, nel campo della politica ed attacca la giunta Raggi e Matteo Salvini. Per il Comune di Roma la contestazione riguarda lo sgombero per motivi igienico - sanitari del Camping River Village abitato da Rom, che la giunta Raggi ha portato finalmente a termine e con successo, con la presa in carico delle famiglie.

Ma questo estate il prelato si era confrontato anche con la politica nazionale.

Infatti, si era detto non d’accordo con la copertina di Famiglia Cristiana che demonizzava il Ministro dell’Interno con la scritta “vade retro Salvini”. Però aveva subito aggiunto che tale attacco rafforzava in realtà il leader leghista e che quindi non era utile a combatterlo.

Insomma, si trattava di furbizia sacerdotale, del resto affinata da secoli di ingerenza nelle questioni del mondo.

Per l’omicidio della Magliana aveva invece dichiarato dai microfoni di Radio Vaticana:

“C'è chi in questo momento sta cavalcando l'onda di una iper-sicurezza che può essere garantita solo da certe modalità di intervento, e dall'altra parte c'è il caos che si ingenera tra un sindaco e un ministro...".

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