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Cronache
Papa al confine Messico-Usa: "Voi migranti vittime di ingiustizie"

Papa Francesco ha celebrato la messa in una spianata, l'area fieristica di Ciudad Juarez, a pochi metri dal confine tra Stati Uniti e Messico. Arrivando in Papamobile, acclemato da circa 400 mila fedeli, alcune decine di migliaia oltre la rete che divide i due paesi, Francesco ha voluto avvicinarsi proprio al confine come gesto di pace e solidarieta'

"Mai piu' morte e sfruttamento! C'e' sempre tempo per cambiare, c'e' sempre una via d'uscita e un'opportunita', c'e' sempre tempo per implorare la misericordia del Padre". E' questo il messaggio che lascia al Messico, al termine di un viaggio in realta' molto difficile e contrastato. Nel quale ha denunciato con forza le connivenze (anche della Chiesa locale). Davanti a "un'ingiustizia che si radicalizza nei giovani: loro, come carne da macello, sono perseguitati e minacciati quando tentano di uscire dalla spirale della violenza e dall'inferno delle droghe". E nelle "tante donne alle quali con la violenza e' stata ingiustamente tolta la vita!", denuncia con riferimento alle miglia di donne vittime di femminicidio.

Quello dei migranti e' "un cammino carico di terribili ingiustizie: schiavizzati, sequestrati, soggetti ad estorsione, molti nostri fratelli sono oggetto di commercio del transito umano". Papa Francesco lo dice in quella che puo' essere considerata la Lampedusa delle Americhe, guardando non solo alle migliaia di fedeli che affollavano l'area della fiera di Ciudad Juarez ma anche a queli assiepati oltre il confine, dalla parte della tristemente nota citta' texana di El Paso, accalcati alla rete per vederlo passare.

E come a Lampedusa l'8 luglio 2013, quando getto' una corona di fiori gialli per onorare le vittime sepolte nel Mediterraneo, Francesco ha invocato "il dono delle lacrime" anche sulla riva del Rio Grande "Qui come in altre zone di frontiera, si concentrano - ha sottolineato il Papa - migliaia di migranti dell'America Centrale e di altri Paesi, senza dimenticare tanti messicani che pure cercano di passare dall'altra parte". Un passaggio che il Papa ha definito appunto "carico di ingiustizie", pur ammettendo di "non poter negare la crisi umanitaria che negli ultimi anni ha significato la migrazione di migliaia di persone, sia in treno, sia in autostrada, sia anche a piedi attraversando centinaia di chilometri per montagne, deserti, strade inospitali".

"Questa tragedia umana che la migrazione forzata rappresenta, al giorno d'oggi - ha sottolineato - un fenomeno globale. Ma anche una crisi, che anziche' misurare in cifre noi vogliamo misurarla con nomi, storie, famiglie. Sono fratelli e sorelle che partono spinti adalla poverta' e dalla violenza, dal narcotraffico e dal crimine organizzato. A fronte di tanti vuoti legali, si tende una rete che cattura e distrugge sempre i piu' poveri. Non solo soffrono la poverta' bensi' soprattutto queste forme di violenza". "Chiediamo al nostro Dio - ha continuato Francesco - il dono della conversione, il dono delle lacrime; chiediamogli che possiamo avere il cuore aperto al suo appello nel volto sofferente di tanti uomini e donne". Prima di lasciare il Messico, Francesco ha voluto rivolgersi - da una pedana allestita nei pressi della rete che divide il Messico dagli Stati Uniti - anche ai migranti ispanici che sono riusciti ad arrivare in Texas. "Grazie fratelli e sorelle radunati a El Paso, - ha detto loro - per esservi sentiti oggi una sola famiglia con noi".

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