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Cronache
Papa alle famiglie di Camerino a 3 anni dal terremoto: "Attenzione non cali"

PAPA FRANCESCO: CON L'ELMETTO NELLA CATTEDRALE DI CAMERINO

Il Papa, scortato dai Vigili del Fuoco, è entrato nella cattedrale di Camerino fortemente danneggiata con l'elmetto bianco. Ha deposto i fiori ai piedi di una statua della Madonna rimasta mutilata perle scosse di terremoto del 2016. A Camerino, su 526 chiese 350 sono del tutto inagibili e dal giorno del sisma ad oggi le messe sono state celebrate nelle casette, nei container, nelle tensostrutture. L'arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Massara, che ha accompagnato il Pontefice nella cattedrale danneggiata, come riferisce Tv2000, ha fatto sapere che a dicembre la chiesa di San Venanzio, a Camerino, sarà riaperta grazie all'intervento di un benefattore

PAPA: APPELLO PER TERREMOTATI CAMERINO, 'PROMESSE NON FINISCANO IN DIMENTICATOIO'

Il Papa lancia un appello affinché Camerino, colpita dal terremoto del 2016, non finisca nel dimenticatoio. Celebrando la messa in piazza Cavour dove tutt'intorno ci sono edifici ancora puntellati, il Pontefice esprime parole di vicinanza: "Cari fratelli e sorelle, sono venuto oggi semplicemente per starvi vicino; sono qui a pregare con voi Dio che si ricorda di noi, perché nessuno si scordi di chi è in difficoltà. Prego il Dio della speranza, perché ciò che è instabile in terra non faccia vacillare la certezza che abbiamo dentro. Prego il Dio Vicino, perché susciti gesti concreti di prossimità". Quindi l'appello: "Sono passati quasi tre anni e il rischio è che, dopo il primo coinvolgimento emotivo e mediatico, l'attenzione cali e le promesse vadano a finire nel dimenticatoio, aumentando la frustrazione di chi vede il territorio spopolarsi sempre di più. Il Signore invece spinge a ricordare, riparare, ricostruire, e a farlo insieme, senza mai dimenticare chi soffre".

PAPA: AI TERREMOTATI DI CAMERINO, 'SAPETE BENE COSA SIGNIFICA ESSERE FERITO

Il Papa celebra la messa in piazza Cavour a Camerino -dove è arrivato affinché non si spengano i riflettori a quasi tre anni dal terremoto che ha fortemente colpito il territorio marchigiano - e invita la popolazione a non abbandonare mai la speranza. "Quando siamo tribolati o feriti, e voi sapete bene cosa significa essere ferito, - dice il Papa nell'omelia - siamo portati a 'fare il nido' attorno alle nostre tristezze e alle nostre paure. Lo Spirito invece ci libera dai nostri nidi, ci fa spiccare il volo, ci dischiude il destino meraviglioso per il quale siamo nati. Lo Spirito ci nutre di speranza viva. Invitiamolo. Chiediamogli che venga in noi e si farà vicino. Vieni a darci il senso di questa tragedia". "Di fronte a quello che avete visto e sofferto, di fronte a case crollate e a edifici ridotti in macerie, viene questa domanda: che cosa è mai l'uomo? -chiede il Pontefice -Che cos'è, se quello che innalza può crollare in un attimo? Che cos'è, se la sua speranza può finire in polvere? Che cosa è mai l'uomo? La risposta sembra arrivare dal prosieguo della frase: che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi? Di noi, così come siamo, con le nostre fragilità, Dio si ricorda. Nell'incertezza che avvertiamo fuori e dentro, il Signore ci dà una certezza: Egli si ricorda di noi. Si ri-corda, cioè ritorna col cuore a noi, perché Gli stiamo a cuore. E mentre quaggiù troppe cose si dimenticano in fretta, Dio non ci lascia nel dimenticatoio. Nessuno è disprezzabile ai suoi occhi, ciascuno ha per Lui un valore infinito: siamo piccoli sotto al cielo e impotenti quando la terra trema, ma per Dio siamo più preziosi di qualsiasi cosa".

"Ricordo è una parola-chiave per la vita. Chiediamo la grazia di ricordare ogni giorno che non siamo dimenticati da Dio, che siamo suoi figli amati, unici e insostituibili: ricordarlo - l'incoraggiamento del Papa ai terremotati - ci dà la forza di non arrenderci davanti alle contrarietà della vita. Ricordiamo quanto valiamo, di fronte alla tentazione di rattristarci e di continuare a rivangare quel peggio che sembra non aver mai fine. I ricordi brutti arrivano, anche quando non li pensiamo; però pagano male: lasciano solo malinconia e nostalgia. Ma com'è difficile liberarsi dai brutti ricordi!". Francesco infonde coraggio alla popolazione terremotata. In piazza Cavour sono potute entrare 1250 persone, gli edifici intorno sono tutti puntellati: "Per liberare il cuore dal passato che ritorna, dai ricordi negativi che tengono prigionieri, dai rimpianti che paralizzano, serve qualcuno che ci aiuti a portare i pesi che abbiamo dentro. Oggi Gesù dice proprio che di tante cose non siamo 'capaci di portare il peso'. E che cosa fa di fronte alla nostra debolezza? Non ci toglie i pesi, come vorremmo noi, che siamo sempre in cerca di soluzioni rapide e superficiali; no, il Signore ci dà lo Spirito Santo. Di Lui abbiamo bisogno, perché è il Consolatore, Colui cioè che non ci lascia soli sotto i pesi della vita. Egli unge i brutti ricordi col balsamo della speranza, perché lo Spirito Santo è il ricostruttore della speranza". 'Speranza', la parola chiave pronunciata dal Papa: "Di quale speranza si tratta? Non è una speranza passeggera. Le speranze terrene sono fuggevoli, hanno sempre la data di scadenza: sono fatte di ingredienti terreni, che prima o poi vanno a male. Quella dello Spirito è una speranza a lunga conservazione. Non scade, perché si basa sulla fedeltà di Dio. La speranza dello Spirito non è nemmeno ottimismo. Nasce più in profondità, riaccende in fondo al cuore la certezza di essere preziosi perché amati. Infonde la fiducia di non essere soli. È una speranza che lascia dentro pace e gioia, indipendentemente da quello che capita fuori. È una speranza che ha radici forti, che nessuna tempesta della vita può sradicare. È una speranza, dice oggi San Paolo, che 'non delude', che dà la forza di superare ogni tribolazione. Chi si avvicina a Dio non si abbatte, va avanti: ricomincia, riprova, ricostruisce".

PAPA: TAGLIATELLE AL RAGU' E ARROSTO PER IL PRANZO CON SACERDOTI MARCHIGIANI

Menù marchigiano per papa Francesco a Camerino tra le popolazioni colpite dal terremoto nel 2016 per le quali si erano spenti i riflettori. A tavola con il Papa sessanta sacerdoti dell'arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche presso il Centro della Comunità San Paolo. Tagliatelle al ragù, arrosto con verdure e gelato il menù papale.

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