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Cronache
Papa Francesco predica bene ma razzola male

“Un fatto mostruoso, ma i casi ora sono diminuiti perché la chiesa si è accorta che doveva lottare in un altro modo".

Così Papa Francesco nella consueta conferenza stampa che ha tenuto sull’aereo di ritorno da Tallin, in Estonia.  

Il Pontefice non è certo nuovo a queste esternazioni e non fanno quasi più notizia. La dimensione degli scandali sugli gli abusi sessuali, sia nei confronti di adulti che, soprattutto, di minori, è tale che il Papa non può trincerarsi più dietro un silenzio, come ha fatto finora sulla questione del dossier Viganò.

I tempi sono cambiati, il web e i social collegano istantaneamente l’intera umanità, cosa mai avvenuta nel passato, e non è più permessa alcuna indecisione e approssimazione del problema.

IL Papa fa bene a prendere posizioni così nette, anche perché non potrebbe fare proprio altrimenti. Ma la domanda è un’altra: perché pur sapendo che alcuni nomi di cardinali erano “chiacchierati” il Pontefice ha voluto comunque che facessero parte del gruppo selezionato e ristretto, il Consiglio dei Cardinali, che lo coadiuva a gestire la Chiesa cattolica?

Il Consilium Cardinalium Summo Pontifici , detto C9, è stato istituito nel 2013 ed era inizialmente composto da otto cardinali a cui poi si è aggiunto il segretario di Stato Pietro Parolin, dandogli così anche una dimensione politico-istituzionale che inizialmente non possedeva.

A parte la funzione di coadiuvo del Papa, il C9, ha la missione di revisione della Costituzione apostolica Pastor Bonus riguardante il governo della Curia romana - e che fu promulgata da Giovanni Paolo II nel 1988.

Quindi la sua attività è di altissimo livello e delicatissima.

Il cardinal Óscar Maradiaga, argentino come il Papa, è il coordinatore del gruppo.

Il Pontefice, quando ha creato il C9, sapeva benissimo che Il cardinale cileno Francisco Javier Errazuriz era accusato di aver coperto abusi e l’australiano George Pell (ora sotto processo) pure, ma li ha nominati lo stesso.

Non solo. Papa Francesco ha nominato il cardinal Pell nel 2014 anche primo prefetto della Segreteria per l’Economia, premiandolo.

Il comportamento del Pontefice non è affatto coerente e sarebbe da dire che predica bene ma razzola male. Tuona contro gli abusi e poi si carica nel governo della Chiesa universale, 2 membri su 8 cioè il 25% (questo il numero iniziale) che sono accusati proprio di abusi!

Che senso ha dunque auto-accusarsi ogni giorno degli scandali sessuali quando poi, nel concreto, si fanno atti che premiano i cardinali che hanno coperto gli scandali stessi?

Di questo Papa Francesco deve rispondere alla pubblica opinione e ai suoi fedeli.

 

 

 

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