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Cronache
Papa in Egitto, smascherare chi "arma" terroristi

"Smascherare la violenza che si traveste di presunta sacralita', facendo leva sull'assolutizzazione degli egoismi anziche' sull'autentica apertura all'Assoluto". Lo ha chiesto Papa Francesco nel discorso ai partecipanti alla Conferenza Internazionale sulla pace promossa dall'Universita' di Al-Azhar, conosciuta per la sua autorevolezza come "il Vaticano dell'Islam". Era il momento piu' atteso del programma (tenuto segreto nei suoi dettagli fino all'ultimo per ragioni di sicurezza) di una visita che lo stesso Francesco ha definito nel volo di questa mattina "di unita' e fratellanza". E che e' iniziata in una citta' irriconoscibile: 17 anni fa quando venne Wojtyla le strade eranio affollate, questa volta il Papa passa in strade tenute sgombre e sorvagliate da agenti in borghese quasi da ogni tetto. Sono passati 9 anni dall'incidente della lectio magistralis di Benedetto XVI a Ratisbona, che infiammo' il mondo islamico, e finalmente Papa Francesco ha ricucito quella ferita (in parte basata su un equivoco relativo alle parole del Papa tedesco che in realta' aveva letto una citazione di Manuele Paleologo non volendo farla sua). Ma giunto come "pellegrino di pace" per", Papa Francesco non si e' liitato a questo, ne' ha semplicemente ribadito la condanna di San Giovanni Paolo II delle pretese giustificazioni religiose della violenza, ma ha fatto un notevole passo in avanti usando quella parola "smascherare". In Egitto, il Papa ha chiesto ai leader islamici riuniti da tutto il mondo per una Conferenza Internazionale sulla pace, di opporsi al terrorismo non solo prendendo le distanze dai violenti che so annidono nelle loro moschee e comunita', ma denunciandoli, cosi' come ha chiesto a vescovi e preti cattolici di impegnarsi perche' le vittime degli abusi abbiano giustizia. Situazioni diverse, ma che richiedono lo stesso coraggio e la stessa trasparenza. "Siamo tenuti a denunciare - ha detto il Papa ai leader religiosi riunti a Al-Azhar - le violazioni contro la dignita' umana e contro i diritti umani, a portare alla luce i tentativi di giustificare ogni forma di odio in nome della religione e a condannarli come falsificazione idolatrica di Dio: il suo nome e' Santo, Egli e' Dio di pace, Dio salam". Secondo il Papa, "nessun incitamento violento garantira' la pace, ed ogni azione unilaterale che non avvii processi costruttivi e condivisi e' in realta' un regalo ai fautori dei radicalismi e della violenza". "Oggi - ha scandito Francesco - c'e' bisogno costruttori di pace, non di provocatori di conflitti; di pompieri e non di incendiari; di predicatori di riconciliazione e non di banditori di distruzione". Ed e' stato molto chiara la condanna di Francesco del comportanento di produttori e trafficanti di armi, ai quali addebita di fatto la responsabilita' di molti conflitti in atto nel mondo.

 

"E' necessario arrestare la proliferazione di armi che, se vengono prodotte e commerciate, prima o poi verranno pure utilizzate. Solo rendendo trasparenti le torbide manovre che alimentano il cancro della guerra se ne possono prevenire le cause reali", ha spiegato Francesco."A questo impegno urgente e gravoso - ha scandito il Papa - sono tenuti i responsabili delle nazioni, delle istituzioni e dell'informazione, come noi responsabili di civilta', convocati da Dio, dalla storia e dall'avvenire ad avviare, ciascuno nel proprio campo, processi di pace, non sottraendosi dal gettare solide basi di alleanza tra i popoli e gli Stati". Con la stessa forza, nel successivo incontro con le autorita' dell'Egitto, pur senza nominare Giulo Regeni, il Papa ha parlato del dolore "delle famiglie che piangono i loro figli e figlie" e ha rivendicato "un incondizionato rispetto dei diritti umani", condannando le violenze che fanno soffrire ingiustamente tante famiglie, alcune delle quali sono qui presenti". "Il mio pensiero - ha aggiunto - va in particolare a tutte le persone che, negli ultimi anni, hanno dato la vita per salvaguardare la loro Patria: i giovani, i membri delle forze armate e della polizia, i cittadini copti e tutti gli ignoti caduti a causa di diverse azioni terroristiche". "Penso - ha continuato - anche alle uccisioni e alle minacce che hanno determinato un esodo di cristiani dal Sinai settentrionale. Penso altresi' a coloro che sono stati colpiti negli attentati alle chiese Copte, sia nel dicembre scorso sia piu' recentemente a Tanta e ad Alessandria. Ai loro familiari e a tutto l'Egitto vanno il mio piu' sentito cordoglio e la mia preghiera al Signore affinche' dia pronta guarigione ai feriti". Da segnalare l' omaggio, alle 20, ai cristiani copti uccisi dall'Isis negli ultimi mesi, insieme al patriarca copto Twadros II e "al fratello Bartolomeo I" che ha raggiunto il Papa al Cairo. Tutti e tre si sono recati alla chiesa di San Pietro per pregare nel luogo che ricorda le vittime del grave attentato suicida, compiuto l'11 dicembre 2016 da un egiziano 22enne affiliato all'Isis. Ci furono 21 morti e 31 feriti tra i fedeli. Ugualmente rilevante la dichiarazione ongiunta con cui Francesco e Twadros II hanno riconosciuto a nome delle due chiese la validita' dei rispettivi battesimi.

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