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Cronache
Papa: "Non è beato chi aggredisce". Folla a prima messa in penisola araba
Foto: LaPresse

"Non e' beato chi aggredisce, ma chi mantiene il comportamento di Gesu' che ci ha salvato: mite anche di fronte ai suoi accusatori". Sono parole di Papa Francesco nell'omelia della prima storica messa da lui celebrata nella penisola araba. Lo stadio di Abu Dhabi e' gremito da decine di migliaia di cristiani, come i dintorni. Migranti per lo piu' filippini, ma Bergoglio in quest'occasione parla (con piu' liberta' rispetto agli incontri interreligiosi di ieri) anche al mondo arabo, coinvolto oggi in diversi conflitti, tra i quali quello in Yemen che vede l'Arabia Saudita alleata con gli Stati Uniti per bombardare (con missili costruiti in Sardegna). E chiede "un capovolgimento del pensare comune secondo cui sono beati i ricchi, i potenti, quanti hanno successo e sono acclamati dalle folle". Beati, ricorda, sono "i poveri, i miti, quanti restano giusti anche a costo di fare brutta figura, i perseguitati". Francesco spiega che "vivere da beati e seguire la via di Gesu' non significa tuttavia stare sempre allegri. Chi e' afflitto, chi patisce ingiustizie, chi si prodiga per essere operatore di pace sa che cosa significa soffrire". Poi si rivolge in modo piu' diretto ai cristiani locali, che arrivano da altri paesi asiatici, e riconosce che "non e' certo facile vivere lontani da casa e sentire magari, oltre alla mancanza degli affetti piu' cari, l'incertezza del futuro. Ma il Signore - assicura - e' fedele e non abbandona i suoi".

II Papa poi cita san Francesco d'Assisi, "quando ai frati diede istruzioni su come recarsi presso i Saraceni e i non cristiani. Scrisse: 'Che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani'. Quindi, 'ne' liti ne' dispute', e questo 'vale anche per i preti', aggiunge a braccio ricordando che "mentre tanti partivano rivestiti di pesanti armature, san Francesco ricordo' che il cristiano parte armato solo della sua fede umile e del suo amore concreto". "Si dice che tra il Vangelo scritto e quello vissuto ci sia la stessa differenza che esiste tra la musica scritta e quella suonata. Voi qui conoscete la melodia del Vangelo e vivete l'entusiasmo del suo ritmo". L'auspicio di Papa Bergoglio e' che i fedeli cristiani negli Emirati formino "un coro che comprende una varieta' di nazioni, lingue e riti; una diversita' che lo Spirito Santo ama e vuole sempre piu' armonizzare, per farne una sinfonia, una gioiosa polifonia della fede che e diventa una testimonianza che date a tutti e che edifica la Chiesa". "La via delle Beatitudini - conclude infine - non richiede gesti eclatanti. Cristo domanda di realizzare una sola opera d'arte, possibile a tutti: quella della nostra vita. Le Beatitudini sono "una mappa di vita: non domandano azioni sovraumane, ma di imitare Gesu' nella vita di ogni giorno" tenendo pulito "il cuore, per praticare la mitezza e la giustizia nonostante tutto, a essere misericordiosi con tutti". Le Beatitudini, infatti, non sono per superuomini, ma per chi affronta le sfide e le prove di ogni giorno. E chi le vive secondo Gesu' rende pulito il mondo. E' come un albero che, anche in terra arida, ogni giorno assorbe aria inquinata e restituisce ossigeno".

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