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Cronache
Papignani Fiom: “Taddei? Toccatevi. Pd è in estinzione. Anche se torna Marx”

Bruno Papignani, segretario regionale Fiom-Cgil Emilia Romagna: “Stamani (27 settembre, ndr), su La Repubblica, di Industria Italiana Autobus parla anche Filippo Taddei, professore di economia e responsabile economico del Pd. La prima telefonata che ho fatto, è stata ai miei delegati Fiom maschi, chiedendogli di toccarsi. Il secondo consiglio è che qualora avessero figli/e che studiano economia di accertarsi chi è il professore perché, di questi tempi, non si possono gettare soldi dalla finestra. Il professore (Filippo Taddei, ndr) è fra gli ideatori del Jobs Act e membro di un partito in estinzione, fautore anche del disastro di Industria Italiana Autobus”.

In queste ore una delicatissima trattativa si sta conducendo sull’azienda Industria Italiana Autobus, risultato della fusione nel 2014 tra l'ex Bredamenarinibus e l'ex Irisbus, sull’orlo del fallimento per crisi finanziaria. Ma dal cilindro del dibattito pubblico spunta l'ex responsabile economico del Pd Filippo Taddei. La situazione nell'azienda è drammatica e a inizio settembre i 444 addetti (290 a Bologna e 154 ad Avellino) capitanati dalla Fiom Cgil sono andati in manifestazione dal nuovo governo giallo-verde, visto che la società ha commesse per i prossimi 10 anni e un piano di rilancio ma poche vie d'uscita sul breve. La produzione è ridotta ai minimi, delocalizzata in Turchia alla controllata Karsan. Si così è ragionato sul riportarla in Italia. "Dico a tutti i lavoratori di resistere ancora”, ha reagito il vicepremier Luigi Di Maio, “perché ci stiamo lavorando”. Ferrovie dello Stato, società per azioni controllato dal ministero dell'Economia, ha mandato “una manifestazione di interesse” e potrebbe salvare know how e commesse, così come vi sarebbero alla porta società estere. Ma mentre la febbre sale l'intervista all'ex responsabile economico del Pd ha mandato su tutte le furie la Fiom-Cgil. 

 

Taddei a La Repubblica: “Non vedo progetti, solo un sindacato che fa crediti a Di Maio”. Per Taddei l'idea di un polo pubblico del trasporto sarebbe una catastrofe. Così invita ad usare le risorse del Jobs Act per aiutare quei lavoratori “a imparare nuove cose”. In pratica a convincersi che Industria Italiana Autobus è morta.

Bruno Papignani ad Affari: “Lui all'epoca della creazione di Industria Italiana Autobus ha spiegato la bella operazione che era. Taddei in quel momento era responsabile nazionale economico del Pd. Insieme a De Vincenzi e a tutto il Pd han fatto questa operazione sapendo che non la davano in mano ad una persona che potesse svilupparla, tant'è che tutti gli autobus sono stati fatti in Turchia. E a rimetterci sono stati i lavoratori e lo Stato che ha speso dei soldi per niente. Lui interviene sulle carenze progettuali che abbiamo noi... quando non si è mai confrontato. Non perde occasione per attaccarci”.

 

Molti criticano una soluzione pubblica perché dicono che l'azienda è un carrozzone che ha dei costi esorbitanti...

No, è un carrozzone che ha commesse per i prossimi 10 anni e ne avrà se si sviluppa il mercato in direzione ecologica come le città europee vogliono. Se si pensa, come dice Taddei, che tutto ciò che è pubblico è un carrozzone e non funziona non capisco perché poi vogliano avere un ruolo pubblico, come lo stesso Taddei... anche solo facendo l'intervista”.

 

Quindi c'è una distanza lampante tra le vostre esigenze, quelle dei lavoratori e il Pd!?

Abbiamo discusso sul progetto di rilancio con tanti, anche con Bonaccini (governatore dell'Emilia Romagna, ndr) che è del Pd. Ora vediamo i fatti e aspettiamo il governo, per capire se decidono di intervenire subito o aspettare.

 

E sul Pd che ci dice?

“Potrebbero resuscitare Marx e mandarlo alla guida del Pd, ma ugualmente i lavoratori quel partito non lo voterebbero. Lo dico anche a chi nelle nostre file continua a strizzare loro l’occhio. Noi vogliamo essere autonomi dai partiti e dobbiamo fare solo gli interessi dei lavoratori.”

 

Nelle ultime ore su Industria Italiana Autobus è spuntato l'interesse dell'azienda cinese Byd. “L’unico elemento di preoccupazione è il forte indebitamento” ha commentato al mensile Autobusweb Isbrand Ho, il managing Director di BYD Europe.

 

Alla domanda se fossero spaventi dal quadro estremamente confuso della politica italiana Isbrand Ho ha risposto che “la confusione politica in Italia va avanti da 2.000 anni. Il nuovo governo è in contatto con noi, ci siamo incontrati diverse volte a Roma e anche a Shanghai. Se Byd dovesse decidere di costruire autobus in Italia lo farebbe insieme con un partner italiano”.

 

Byd ha già delle fabbriche in Europa, in Ungheria e Francia che a detta del manager “raggiungeranno il loro limite produttivo molto presto” e nei luoghi dove le imprese sorgono “tutti i costi sono aumentati, per esempio quelli degli affitti degli edifici e appartamenti sono raddoppiati nel giro di un anno. Per questi motivi stiamo ragionando su possibili alternative”.

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