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Cronache
Parigi, Ingroia bloccato all'aeroporto di Roissy in stato di ebbrezza

L’ex pm Antonio Ingroia è stato fermato ieri all’aeroporto parigino di Roissy mentre si stava imbarcando su un volo per l’Italia. Il personale della compagnia aerea ha dovuto chiamare gli agenti aeroportuali perché l’ex magistrato antimafia era in visibile stato di ebbrezza. Ingroia, che aveva già effettuato tutti i controlli e il check-in, stava salendo a bordo ma le hostess hanno ritenuto che il suo stato non gli permettesse di viaggiare. È stato così costretto a uscire dall’aereo e tornare indietro. Secondo fonti aeroportuali, il rifiuto dell’imbarco è una prassi applicata in casi come questo. Ingroia non avrebbe opposto resistenza ed è stato portato in una zona di Roissy non lontano dai cancelli dell’imbarco dove è entrato in contatto con il consolato italiano a Parigi che gli ha fornito assistenza. È stato fatto partire qualche ora dopo, una volta ripresi i sensi e verificato che fosse in grado di viaggiare per rientrare in Italia.

La piccola disavventura parigina rappresenta l’ultimo episodio della parabola di un personaggio pubblico che ha sempre fatto discutere e parlare di sé, dapprima con le sue inchieste giudiziarie e poi con le sue avventure politiche. Nato a Palermo sessant’anni fa Ingroia, ex magistrato e adesso avvocato, ha iniziato la sua carriera con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Da pm ha seguito i processi su Mauro Rostagno e Marcello Dell’Utri, e ha avviato quello sulla trattativa Stato-mafia insieme a Nino Di Matteo. Nel 2013 è tra i fondatori del movimento Rivoluzione Civile e si candida alle elezioni politiche. Non viene eletto e dopo essere stato trasferito ad Aosta lascia la magistratura. Alle scorse elezioni politiche aveva ritentato l’avventura politica attraverso la “Lista del Popolo per la Costituzione”, fondata insieme a Giulietto Chiesa che però non aveva ottenuto nessun seggio in Parlamento.

Con il governo Crocetta in Sicilia viene nominato alla guida di una società regionale, Sicilia e-servizi. La procura di Palermo lo indaga per peculato per essersi attribuito dei compensi maggiori in qualità di amministratore della società e adesso rischia il rinvio a giudizio. Al momento fa l’avvocato con il suo studio legale, che l’ha portato a viaggiare molto negli ultimi tempi anche in America Latina. Non è ancora chiaro se Ingroia si trovasse a Parigi per questioni professionali o private. Secondo alcune testimonianze era comunque solo. Dall’anno scorso, aveva perso la scorta. Una decisione presa dell’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, confermata dal successore Matteo Salvini. Nonostante numerosi appelli dei suoi sostenitori contro la decisione del Viminale, per ricordare le minacce che ancora pesano sull’ex pm che ha condotto diverse indagini sulla mafia e i legami con lo Stato, e un ricorso al Tar dello stesso Ingroia, non c’è stato nessun ripensamento sulla protezione.

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