Cronache
Parigi/ "Altro che lupi solitari, è un vero attacco militare"

di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Alfredo Mantici, ex capo del dipartimento Analisi del Sisde, ad Affaritaliani.it: "Attacco militare pianificato nei dettagli. Nelle banlieue si è creato un esercito di guerriglieri. I servizi francesi? Rovinati da Hollande".
Alfredo Mantici, come va interpretato l'attacco a Parigi?
Mi dispiace essere stato un facile profeta, ma purtroppo si è realizzato quello che avevo paventato nelle mie due precedenti interviste rese ad Affaritaliani.it. Come era successo con la strage di Charlie Hebdo, i servizi segreti francesi si sono fatti trovare con le braghe calate e, come avevo avvertito negli scorsi giorni, il terrorismo si sta muovendo per effettuare una rappresaglia su coloro che intervengono in Siria.
Questo nuovo episodio segnano la definitiva sconfitta dei servizi segreti francesi?
Quello che mi rammarica è che purtroppo si è confermato il fatto che la nuova intelligence francese continua a non avere il polso della situazione. La débacle passa anche e soprattutto attraverso la riorganizzazione portata avanti dal governo Hollande. Fino a gennaio 2014 la sicurezza interna francese era affidata a due servizi, la Dst (Direzione di sorveglianza del territorio) e la Rg (direction centrale des Renseignements généraux) che dipendevano dal capo della Polizia. Entrambe svolgevano non solo attività di intelligence ma anche di polizia politica e segreta. Avevano una riconosciuta e solida fama di efficienza. All'inizio dello scorso anno i servizi sono stati riformati ed è stata creata la Dgsi (Direzione generale della sicurezza interna) che opera in maniera analoga alla già precedentemente esistente Dgse (Direzione generale della sicurezza esterna), dipendente dal ministero della Difesa prima e da quello degli Esteri poi. La Dgsi, analogamente, è stata messa alle dirette dipendenze del ministero dell'Interno. Il processo di cambiamento a portato all'allontanamento di molti "anziani" e una riorganizzazione dello staff dirigenziale. Il risultato che ora i servizi rispondono alle indicazioni politiche del ministro e del governo mentre prima rispondevano alle esigenze tecniche del capo della polizia.
Nei precedenti attacchi si era detto che era impossibile prevedere attacchi di lupi solitari ma qui sembra che ci troviamo di fronte a qualcosa di molto diverso.
Assolutamente sì. Questo è un attacco militare portato avanti secondo strategie di guerriglia che sono state pianificate a lungo e preparate nei minimi dettagli, dalla logistica all'uso degli esplosivi. Un attacco del genere non lo si inventa dalla sera alla mattina. Ci vogliono tempo e risorse per metterlo a punto.
Significa che all'interno della Francia c'è un'organizzazione in grado di fare tutto questo?
E' vero che l'Isis ha rivendicato ma a mio parere l'Isis è più un marchio, un brand. Sono quasi certo che i circa 20 attentatori provengano dalle banlieue parigine. Abbiamo un reparto di guerriglieri che si prepara e si addestra in territorio francese.
Una possibilità davvero agghiacciante.
La cosa più preoccupante è che questa struttura è totalmente sconosciuta ai servizi francesi. Spiace dirlo ma è così. Questo attacco dimostra che in Francia è drammaticamente semplice procurarsi esplosivi, kalashnikov e addestrarsi. Ciò significa che le maglie della sicurezza francese sono larghissime. E allora Hollande o chi per lui dovrebbe pensare che magari prima di bombardare la Siria dovrebbe aumentare la sorveglianza sul territorio.
Come si può contenere una situazione del genere?
Con servizi così impreparati è molto difficile. C'è poi da dire che il fenomeno delle banlieue è tipicamente francese. Non sono quartieri dove gli immigrati vivono insieme ad altri cittadini, ma delle vere e proprie cittadelle chiuse dove musulmani di seconda o terza generazione vivono separati dal resto della città. Si alimenta un clima d'odio e risentimento nel quale l'Isis o chi per esso trova terreno molto fertile e la politica in questo senso ha molte responsabilità. In ogni caso questo attacco segna purtroppo un salto di qualità organizzativo dei terroristi. Dal nucleo familiare si è passati a un esercito di guerriglieri.
*Alfredo Mantici è ora direttore editoriale della rivista Lookout News