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Cronache
Pedofilia: si dimette il cardinale Ezzati, processato in Cile
Foto: LaPresse

L'arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Ricardo Ezzati si e' dimesso. Papa Francesco ha accettato la rinuncia del porporato (gia' in proroga da due anni, ndr) nominando monsignor Celestino Aos Braco, finora vescovo di Copiapo', amministratore apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis". La decisione di Bergoglio arriva subito dopo quella della Corte di appello di Santiago che respinto la richiesta di archiviazione delle indagini sul 77enne cardinale di origine italiana riguardo all'occultamento di abusi su minori da parte di tre preti della sua diocesi: l'ex cancelliere Oscar Munoz, che si autodenuncio' nel gennaio 2018 per abusi su minorenni, tra cui alcuni parenti; il marista Jorge Laplagne (caso che vede coinvolto anche il predecessore a Santiago, il cardinale Francisco Errazuriz), e padre Tito Rivera. Ezzati e' il settimo vescovo sotto processo in Cile, dove peraltro sono indagate 219 persone legate alla Chiesa. Il legale del porporato, Juan Pablo Hermosilla aveva richiesto un verdetto favorevole per il suo assistito, ossia "il non luogo a procedere e l'archiviazione". Invece i giudici hanno deciso all'unanimita' che il cardinale Ezzati deve essere processato. Recentemente il caso di padre Tito Rivera ha procurato scandalo ed e' stato definito "impresentabile" dal segretario dell'Episcopato cileno, monsignor Fernando Ramos. La vicenda, dopo i primi racconti apparsi sulla stampa cilena, si e' complicata non poco anche perche' chiama in causa altri sacerdoti che avrebbero dovuto indagare e agire con determinazione e che invece, riferisce il sito di informazione vaticana il Sismografo, avrebbero avuto comportamenti non adeguati alla gravita' della situazione.

Con dovizia di particolari sul caso, doloroso e complesso, la stampa cilena ha raccontato l'esperienza di un uomo di 43 anni, oggi indigente, di nome Daniel Rojas Alvarez, che in un programma televisivo ha raccontato con abbondanza di dettagli disgustosi di essere stato drogato e violato da un anziano sacerdote dell'arcidiocesi all'interno del duomo di Santiago. In concreto il denunciante ha spiegato che quattro anni fa, quando ancora era capo famiglia, di essersi presentato un giorno alla Cattedrale di Santiago per chiedere un piccolo aiuto economico per l'acquisto di una medicina che serviva urgentemente per la figlia malata. In quella circostanza, padre Tito Rivera, col pretesto di dargli l'aiuto richiesto, lo avrebbe portato in alcune stanze interne del tempio dove lo avrebbe fatto bere un bicchiere d'acqua con qualche sostanza chimica particolare che gli avrebbe fatto perdere le forze. A questo punto il sacerdote avrebbe avuto con l'uomo diversi comportamenti sessuali molto insistenti, lunghi e pesanti. Alla fine gli avrebbe dato l'aiuto sollecitato. Daniel Rojas Alvarez ha anche raccontato in Tv di essere andato, giorni dopo, alla Cattedrale e di aver parlato con il cardinale Ricardo Ezzati nel corso di una confessione. Il porporato, ha aggiunto Rojas Alvarez, "alla fine del mio racconto mi ha chiesto di pregare per padre Tito e poi mi regalo' 30.000 pesos (45 dollari circa), pregandomi di non palare con nessuno su questa vicenda".

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