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Cronache
Peste suina, maxi sequestro in Veneto: incenerite 9.5 T di carne cinease

Peste suina Padova, sequestrate 9,5 tonnellate carne cinese

Quasi 9,5 tonnellate di carne di maiale, importati nell'Ue dalla Cina in violazione delle norme doganali e sanitarie, sono state sequestrate dalla guardia di finanza di Padova, per il pericolo di contaminazione della peste suina africana. L'operazione è stata condotta in collaborazione col servizio veterinario e del Sian dell'Ulss 6 del Veneto. I finanzieri hanno sequestrato, per gravi e reiterate irregolarità, l'attività commerciale dov'è stata trovata la carne. I dettagli dell’operazione saranno illustrati in una conferenza stampa convocata nella caserma 'Carpin' della guardia di finanza di Padova, in via San Francesco 117, alla presenza del procuratore della Repubblica Antonino Cappelleri.

PESTE SUINA, COLDIRETTI: FRONTIERE UE COLABRODO. SUBITO ETICHETTA

"Serve dare immediatamente il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine sui derivati della carne suina per garantire la trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi". E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente il maxi sequestro della guardia di Finanza di Padova con la collaborazione dell’Asl di 10 tonnellate di carni suine provenienti dalla Cina, attraverso il porto di Rotterdam, potenzialmente pericoloso per la diffusione della peste suina.

“Sotto accusa c’è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale pericoloso ai confini olandesi ma anche i ritardi a livello nazionale causati da una burocrazia che non comprende l’urgenza di tracciare gli alimenti che arrivano ai consumatori in una situazione in cui l’Italia importa ogni anno dall’estero circa 1 miliardo di chili di carni suine fresche e  congelate” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sollecitare l’entrata in vigore del decreto che introduce l’indicazione della provenienza per le carni suine  trasformate dopo  l’intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni.

Il provvedimento prevede – spiega Coldiretti – che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile solo quando ricorrano le condizioni del presente comma e la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.  Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

Il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine su tutti i salumi tutela un settore nazionale che vale secondo la Coldiretti 20 miliardi di euro ed è atteso dal 93% degli italiani che ritengono importante conoscere l’origine degli alimenti e dire finalmente basta all’inganno di prosciutti e salami fatti con carne straniera ma spacciati per Made in Italy, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.

L’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie”. Un impegno portato avanti dalla Coldiretti che è stata capofila nella raccolta di 1,1 milioni di firme di cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti con la petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) promossa assieme ad altre organizzazioni europee.

La peste suina africana – ricorda la Coldiretti – è una malattia virale contagiosa che colpisce suini e cinghiali. Questo virus può essere trasmesso facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra individui, o con attrezzature contaminate (camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali, ecc.) o attraverso resti di cibo che trasportano il virus e abbandonati dall’uomo. Considerata dunque la facilità di trasmissione – conclude Coldiretti – il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti italiani rappresenterebbe un gravissimo danno.

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