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Cronache
Pompei, furto alla mostra: rubato fregio del VI secolo a.c.

Furto alla mostra 'Pompei e i greci' allestita, il mese scorso, nella palestra grande degli scavi di Pompei. Ignoti hanno asportato un fregio per porta risalente al VI secolo A.C., che era in esposizione su un piedistallo di legno protetto, solo davanti, da una lastra di plexiglass. Si tratta di una borchia metallica di 12 centimetri di diametro, usata per abbellire la cornice di un uscio.

I Carabinieri hanno gia' effettuato i primi rilievi e acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza presente nella mostra. Secondo quanto si e' appreso, infatti, il furto data anche la facilita' con cui poteva essere compiuto, potrebbe essere avvenuto durante gli orari di apertura al pubblico. A dare la segnalazione, i custodi questa mattina alla riapertura dell'allestimento. 'Pompei e i greci' e' una mostra curata dal direttore generale della Soprintendenza, Massimo Osanna, insieme a Carlo Rescigno, ed e' promossa dalla Soprintendenza di Pompei con l'organizzazione di Electa; si tratta di oltre 600 reperti tra ceramiche, ornamenti, armi, sculture ed elementi architettonici provenienti dai principali musei nazionali ed europei, divisi in 13 sezioni tematiche.

Pompei: furto in mostra, borchia rubata assicurata per 300 euro

Il valore assicurativo della borchia rubata nella mostra 'Pompei e i Greci' e' di 300 euro. Lo comunica la Sovrintendenza di Pompei in una nota in cui precisa che "e' stata rilevata nella notte di ieri l'assenza di una delle 4 borchie in bronzo applicate su una riproduzione della porta di Torre Satriano, in esposizione nella mostra allestita nella Palestra grande degli scavi. Si tratta di una borchia del diametro di 7,3 centimetri della seconda meta' del VI -inizi del V sec a.C. proveniente dal Museo archeologico nazionale della Basilicata 'Dinu Adamesteanu' di Potenza, il cui valore assicurativo e' di 300 euro".

"La borchia era, come le altre tre, avvitata sul pannello espositivo e coperta da lastra trasparente di protezione - spiega il direttore generale Massimo Osanna - pertanto la rimozione del pezzo deve aver richiesto un tempo necessario per sfuggire ai controlli. L'edificio, inoltre, e' di giorno presidiato da personale Ales e di notte sottoposto a videosorveglianza, oltre ad essere dotato di sistema di allarme. Oltre al gesto che ferisce il sito di Pompei e il patrimonio culturale italiano, pur trattandosi di un pezzo di valore non inestimabile, mi colpisce anche da un punto di vista personale trattandosi di un'area nella quale avevo condotto direttamente lo scavo." Questa mattina si sono recati sul posto i carabinieri e il reparto investigazione scientifiche dell'Arma dei Carabinieri per effettuare i rilievi e le indagini pertinenti, oltre a visionare le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza. "La Direzione del Parco archeologico sta avviando tutte le indagini anche interne per risalire alle cause di tale sparizione. La mostra e' attualmente chiusa al pubblico per consentire le indagini e le analisi della scientifica", conclude la nota.

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