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Cronache
Ponte Morandi e ideologia statalista
LaPresse

Ecco per il lettore una piccola rassegna di alcune delle piu’ autorevoli esternazioni di ieri dedicate al crollo del Ponte Morandi.

1.Mauro Stampacchia (storico dell´Universita’ di Pisa, sulla sua pagina Facebook 17/08/18´): Mentre le risorse strategiche devono rispondere al bene comune, le societa’ di capitale rispondono alla logica di profitto, agli azionisti, a chi ne controlla il capitale. Non c´e’ rischio di impresa, non c´e’ spinta all´innovazione, ma solo rendimento assicurato.

Notiamo

1) la credenza che solo azioni disinteressate possano concorrere alla realizzazione del bene comune. Ma allora questo sarebbe irraggiungile, perche’ anche chi opera nello Stato e per Stato ha interessi che non coincidono con il bene comune. Il bene comune si ottiene dalla cooperazione interessata di soggetti interessati. Adam Smith: non alla benevolenza del macellaio e del birraio noi dobbiamo il nostro pranzo…

2) Altra cosa e’ esaminare lo specifico contratto di concessione. Ma se i politici al governo avessero preferito costituire una rendita certa a favore del concessionario, non lo si potrebbe imputare alla natura del capitalismo.

2.Nadia Urbinati (Repubblica 17/08/18): Controlli laschi o poco monitorati in una pletora di agenzie che lasciano aperti ampi varchi alla corruzione: tutto questo impone di rivedere il rapporto tra pubblico e privato, per restituire al pubblico una funzione direttiva e di controllo diretto.

Ma: 1) e’ probabile che la “pletora di agenzie” si trovi all´ interno del settore pubblico. Il governo potrebbe gia’ subito porvi riparo, se lo volesse.

2) La “funzione direttiva” puo’ ben essere svolta con un contratto di concessine ben congegnato, che non deve necessariamente escludere l’ effettuazione di controlli da parte del Ministero;

3) in base all’attuale contratto di concessione, i controlli da parte del Ministero non solo non sono esclusi, ma sono specificamente previsti. Sono stati regolarmente effettuati, e non hanno scoperto nulla. Che cosa dunque Nadia vorrebbe “restituire” allo Stato?

3. Ugo Mattei (il Fatto, 17/08/ 18): Bisogna evitare in radice che responsabilita‘ delicatissime vengano messe nelle mani di soggetti che strutturalmente non sono in grado di farsene carico in quanto rispondenti a incentivi diversi dall´ interesse pubblico. Il perseguimento del profitto privato di breve periodo introduce incentivi incompatibili con la cura del pubblico interesse.

Ma:

1) Nessuno ha interessi che coincidono con il bene comune. Il problema e’ quello di armonizzare interessi diversi, affinche’ si realizzi una efficace cooperazione sociale.

2) Questo lo si puo’ fare con un contratto che allinei gli incentivi.

3) Non e’ detto che gli operatori economici siano per natura miopi. A quanto si sa, Autostrade ha progetti, accordi, contratti che si estendono al 2040 e oltre. Non ha alcun interesse a lasciarsi crollare i ponti. Delle cause del disastro di Genova sappiamo ancora pochissimo. Perche’ usiamo questa triste occasione per sbandierare le piu’ fallaci delle nostre credenze?

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ponte morandi
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