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Cronache
Pordenone, la 12enne che si è buttata nel vuoto accusa la preside

La 12enne che si è buttata nel vuoto lo scorso 18 gennaio a Pordenone racconta i perché del suo tentato suicidio. "Sentivo di non valere niente". E accusa la preside: "Sapeva dei bulli". Una situazione davvero drammatica, quella che emerge dal racconto della ragazzina reso davanti ai pm di Pordenone e riportato dal Corriere della Sera.

La 12enne ha parlato di due compagni che la tormentavano. Un italiano e un bosniaco che stando alle testimonianze la avrebbero offese e umiliata a più riprese ripetendole: "Sei una buona a nulla, non vali niente, non fai sport, che cosa servi a questo mondo? Buttati giù, suicidati, non vali niente, fatti male da sola perché servi solo a noi per divertimento".

"Dopo ti convinci... ti senti anche tu stessa che non sei accettata da nessuno, che non vali, che non servi...", spiega lei. I particolari più agghiaccianti sono quelli che riguardano i dirigenti scolastici e in particolare la preside della scuola media. Infatti ci sarebbero state varie segnalazioni sui bulli ma nessuno ha mai fatto nulla per fermarli. Anche se la preside sostiene di non aver mai ricevuto segnalazioni.

La cosa certa è che tutti i compagni di classe della 12enne raccontano sempre di quei due ragazzi molto aggressivi con tutti. La stessa alunna che voleva uccidersi parla di un’amica "toccata" e "ricattata". Un altro studente dice: "È difficile contrastarli, se ti prendono di mira sei finito". E ci sarebbe anche la testimonianza di una professoressa sulla drammatica e violenta situazione legata a quella classe. Secondo la docente, tra le altre cose, dopo l'attentato di Parigi il ragazzo bosniaco "ripeteva “do it”, sostenendo l’azione terroristica e pronunciando più volte “Allah”, l’altro ha recitato un’Ave Maria blasfema". E dopo il tentato suicidio "uno di loro rideva".

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