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Cronache
Processo omicidio Pamela, le interviste sulla mafia nigeriana a Meluzzi e...
Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa a Macerata

13 febbraio, data storica per i testi futuri di criminologia. Si apre a Macerata il processo (quasi) del secolo, che vede sul banco degli imputati Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver ucciso e sezionato e infine rinchiuso in due trolley il cadavere di Pamela Mastropietro, orrendamente mutilato e dissanguato. Insieme e a due complici,

Ma convitata di pietra è anche la misteriosa Ascia Nera, la potente mafia nigeriana che importa da due decenni prostitute schiave dalla Nigeria, e che ora si sta specializzando nello spaccio di eroina e di organi umani.

Abbiamo chiesto al criminologo Alessandro Meluzzi,

a padre Giuseppe Locati, missionario in Africa

e al prof. Vincenzo Musacchio, preside della scuola itinerante don Beppe Diana, alcuni interventi in merito

ECCO LE INTERVISTE

1. MELUZZI: anatomia del martirio di Pamela. (LEGGI L'INTERVISTA)

2. PADRE LOCATI: vi spiego come funziona la tratta delle schiave nigeriane (LEGGI L'INTERVISTA)

2 Prof. MUSACCHIO: ecco  perché la FBI indaga a Castelvolturno (LEGGI L'INTERVISTA)

MELUZZI: anatomia del martirio di Pamela

Lo studio del prof. Meluzzi  si affacciava su una tranquilla, vasta, operosa piazza neo classica: era un doveroso approdo per chi era indignato, colpito dalla morte orribile di Pamela Mastropietro, anni 18, finita in una valigia, fatta a pezzi, abbandonata sul ciglio della strada. Lo smog come preghiere. Gli psichiatri sanno, i giornalisti no. Ecco, il prof. Meluzzi riceve tutti  gli  uomini di buona volontà nel suo studio.

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Il suo studio, più che uno studio è una grande astuccio di velluto dove sono riposte citazioni antropologiche e psicoanalitiche; totem, statuine, tappeti indù, soffici divani color ocra, scaffali di legno antico  e buoni libri odorosi rilegati contenenti teorie ciclopiche. Nell’aria di Torino c’è una strana tensione di comete,  o di scudetti o di rivolgimenti in arrivo,  si fermano treni in continuazione  nella vicina Porta Palazzo e scendono sister  e richiedono asilo.

In un angolo, il classico lettino freudiano. La leggiadra Ara Coeli , sua figlia, gli fa da hostess-segretaria. Un orologio indica le ore. La pioggia mattutina scorre ora  pigramente contro le grandi vetrate settecentesche, sotto i portici centinaia di caffè sono sempre aperti e splendenti, Meluzzi ascolta con molto garbo, ha occhi veloci  e  eleganti.

“Professore, lei fu il primo a lanciare l’allarme sulla mafia nigeriana..”
“Sì, erano  i giorni dell’omicidio della povera Pamela. Fu  un video girato  con il cellulare dal parlamentare Guido Crosetto. Quel piccolo video messo in rete ottenne poi  otto milioni di visualizzazioni. Fui attaccato da ogni parte, insultato, offeso, calunniato, anche minacciato.”

“E perchè, scusi..?”
“Perché  aver osato utilizzare quella parola, mafia, proprio in riferimento alla tragica morte della giovane romana. Secondo qualcuno in quel modo incitavo l’odio e la caccia contro gli stranieri. Come diceva Lenin i fatti alla fine hanno la testa dura e si presentano in tutta la loro evidenza”.

“Dunque,  fu lei  il primo che lanciò l’allarme...”
“Certo, Crosetto capì cosa si nascondeva dietro l’orribile omicidio di Pamela: intuì. Registrò in un video le mie parole. Fu uno shock per tutti,  Che esista la mafia nigeriana ormai è sotto gli occhi di tutti, basti pensare che soltanto lo scorso anno sono entrati in Italia più di 40mila immigrati nigeriani”

“Soldati della Black Axe?”
“Molti temo già reclutati a monte da un’organizzazione criminale capillare, che ha ormai assunto il monopolio sul traffico di droga e sullo sfruttamento della prostituzione minorile, oltre che sul commercio di organi”.

“Però si minimizza, da parte dei giornaloni.. Il primo anniversario  della morte di Pamela  è stato fatto passare in sordina … e dalle telecroniste coccodè di Rainews 24, silenzio totale..”
“Rilevo un fatto:  il culmine nefasto  è stato raggiunto con la negazione di una commemorazione pubblica da parte del Comune di Macerata, decisione che giustamente ha indignato la famiglia Mastropietro. Il fatto è che Pamela e le tante piccole martiri come lei e la povera Desirèe, sono il simbolo  del grave pericolo che l’Italia sta correndo. Un Paese in cui orde di persone arrivano senza alcuna possibilità di inserimento sociale, non soltanto perché non vi sono le condizioni oggettive, ma anche perché molti di questi immigrati vengono qui già con l’idea di delinquere. In questa situazione di emergenza occorrerebbero ben altre misure rispetto a quelle messe in campo. Servirebbe prima di tutto un blocco navale delle partenze dalla Libia. Il presidente Sarrāj ha detto che ci sono circa 800mila persone pronte a partire. Il problema  sono i diversi milioni di profughi  in partenza dal Sahel e dall’Africa sub sahariana e diretti in Europa. Mi dice lei come si può pensare, di fronte ad una previsione del genere, di poter combattere la mafia nigeriana con i soli strumenti di Polizia giudiziaria?”.

“Il processo agli assassini di  Pamela Mastropietro cosa potrebbe rivelare?”
“Una vasta rete criminale che vede la mafia nigeriana operare prima, durante e dopo gli sbarchi dei migranti in Italia, perché anche gli scafisti il più delle volte sono integrati nell’organizzazione. Chi non capisce questo evidentemente è reso cieco dal buonismo imperante che continua a far credere che le migrazioni siano un fenomeno spontaneo e inevitabile. Chi si rende complice degli arrivi, ritengo non compia affatto un atto umanitario, ma criminale. La vicenda di Pamela poi è emblematica, perché ci mette davanti agli occhi una realtà ancora più sconvolgente”.

“Il cannibalismo, retaggio  della preistoria, forse?”
“Sì , una preistoria che vive fra noi in barba ad ogni minima regola di civiltà. Lo dimostrano chiaramente i riti scoperti nell’ambito dell’inchiesta di Catania che pare venissero imposti agli affiliati per entrare a far parte della mafia nigeriana. Ci sono alcune città, nelle zone tribali della Nigeria, nelle cui vie si commercia ancora oggi la carne umana, ci sono filmati e inchieste a documentarlo. Il problema è che questa preistoria non è fatta solo di machete con cui fare a pezzi le persone, non soltanto di cannibalismo, ma anche di computer e smartphone, una preistoria dunque con i piedi saldi nel presente che usa i moderni strumenti della tecnologia per poter agire con la massima spietatezza. Temo che le forze dell’ordine non siano neanche del tutto attrezzate per fronteggiare questa grande piaga”

“Riassumiamo, professore. Sono qui per chiederle delucidazioni. Uno spacciatore nigeriano, ex richiedente asilo, quindi mantenuto da noi per 1-2 anni, peraltro in una cooperativa dove pare risultasse ancora a registro e che pare non fiscalmente in ordine, con richiesta di asilo respinta e che quindi doveva essere espulso, con precedenti per droga, bene,  stupra, prende a bastonate, fa a pezzi pare da viva, mutila e disperde i pezzi di una ragazza italiana di 18 anni. La ragazzina si chiamava Pamela. Il tutto aiutato da altri 2 nigeriani richiedenti asilo, pusher, uno pure con moglie a carico nostro. Ma cosa succede, oggi in Italia? Non merita un libro il caso di  Pamela?”«A uccidere Pamela è stata la più spietata mafia al mondo. E le sue sette adesso stanno colonizzando l’Italia e rubano il business alle mafie tradizionali»

Non ha dubbi Alessandro Meluzzi. Chirurgo, psichiatra, criminologo, con un passato da politico nel centrodestra.
“Professore, parliamo allora della mafia nigeriana” propongo.“Parliamo del  fatturato  dell’ Ascia Nera : si misura in 1,6 mld di euro  giro d’affari  tra  prostituzione minorile, raffinatissime truffe online, mercato della droga al minuto e accattonaggio”.

“E’ cosi potente?”
“Una delle associazioni massonico-esoterico-mafiose nigeriane si chiama Black Axe, cioè Ascia Nera.  Non le dice niente? Perché ? Perché è una prassi fare a pezzi le proprie vittime e, in alcuni casi, mangiarne parti del loro corpo”

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    processo pamelaprocesso omicidio pamelamafia nigeriana
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