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Cronache
Aborto svolta Bergoglio. Questo Papa mi ha reso un vero cattolico

Questo Papa sembra avere scommesso che avrebbe costretto gli atei a difendere la Chiesa Cattolica. E sembra che questa scommessa l’abbia vinta.

Ecco le sue parole: “Concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto”. Assoluzione che si estende a chi condivide la decisione, ai medici, e ai paramedici. Il pontefice aggiunge: “Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre”. “Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione”.

Questa decisione deve obbligatoriamente essere esaminata su due piani: quello teologico e quello politico.

Secondo la dottrina cristiana, non esiste peccato – neppure l’omicidio, neppure la strage, neppure il genocidio – che non possa essere perdonato col Sacramento della Confessione. In questo senso, ciò che dice il Papa non costituisce nessuna novità. Egli inoltre sottolinea che il penitente deve avere “un cuore pentito”, il che corrisponde a dire, sempre secondo la dottrina, che il penitente deve essere seriamente intenzionato a non commettere più quel peccato. Il sacramento non è come una smacchiatoria dove un indumento può essere lavato e rilavato. È soltanto nella versione irridente che della Confessione dànno i protestanti che questa può essere indefinite volte usata per mondarsi la coscienza, quasi che l’imperativo della dottrina non fosse quello di “non commettere più peccati”, ma quello di “confessarsi dopo avere commesso dei peccati”. Il Cattolicesimo è qualcosa di più serio di questo.

Secondo la dottrina, se un uomo commette adulterio, e si pente, deve avere l’assoluzione. E se torna dopo dieci anni, perché è caduto di nuovo in tentazione, e si pente seriamente di nuovo, deve ancora essere assolto. Ma chi commette ripetutamente adulterio, o con la stessa donna o passando da una donna all’altra, non deve avere l’assoluzione. E ciò perché – sempre secondo la dottrina della Chiesa – il suo comportamento dimostra che non vi è stato il requisito del sincero pentimento e della seria intenzione di non commettere più il reato. È la differenza fra quel Sacramento e la smacchiatoria.

Per la parte teologica, dunque, nessuna innovazione. Per la parte politica invece le cose vanno molto, molto diversamente.

Se i sacerdoti non erano autorizzati a dare l’assoluzione per questo speciale peccato di omicidio e se lo era soltanto il vescovo, è segno che la Chiesa voleva rendere quanto più fosse possibile chiara l’enorme rilevanza di quel peccato. Una gravità tale da comportare – in caso di diniego dell’assoluzione - il rischio dell’esclusione dalla comunità dei credenti e dell’inferno, in caso di morte.

Con la presente decisione, invece, che cosa abbiamo? La possibilità che quell’assoluzione sia concessa a ripetizione non soltanto alle donne che magari abortiscono due o tre volte, ma anche ai medici che gli aborti li provocano in serie, professionalmente. “Mi pento”, nel caso di questi sanitari, diverrebbe: “Mi dispiace, ma è il mio lavoro e devo pure nutrire la mia famiglia”.

Ma soprattutto, quale sacerdote normale si sentirebbe di negare l’assoluzione, nel momento in cui l’aborto è posto al livello di un qualunque peccato mortale, come il non andare una domenica a messa? E non si dica che il Papa queste cose non le sa. Dunque, anche ad insistere sul cuore pentito, il messaggio che giungerà alle folle è: “L’aborto è un provvedimento doloroso, ma nella nostra epoca non se ne può fare a meno. Tutto ciò che la Chiesa ci chiede è che, dopo, dichiariamo che ci è dispiaciuto farlo”. Ma – se si trattava di questo – il Papa poteva risparmiare il fiato. Infatti l’aborto è comunque una pratica onerosa per il corpo della donna e, potendolo evitare, chiunque preferirebbe prevenirlo. Ma ciò può essere fatto soltanto con quei contraccettivi, con quella stessa pillola, la cui condanna fu fermamente ribadita, ancora qualche anno fa, da Paolo VI.

Questo Papa ha trasformato la religione cattolica in sentimento di umana fraternità. E poiché io – ateo – sono per l’umana fraternità, o anche Bergoglio è ateo, oppure anch’io sono un perfetto cattolico.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

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papapapa abortobergoglio abortopapa francesco abortoabortoaborto vaticano
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