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Cronache
Radiato assessore medico. Ma ambulanze senza dottori sono ovunque. Ecco perché
 

Ormai se chiami l'ambulanza per un infarto rischi che ti arrivi solo qualcuno con la Bibbia (o il Corano per chi è politicamente corretto, dati gli sviluppi geopolitico-demografici). 

Dalla Lombardia all'Emilia alla Toscana, sulle ambulanze italiane non ci sono più medici o sono sempre meno. 

Negli ultimi 8 anni, nel silenzio generale (dalla stagione dei governi tecnici a quelli di centro sinistra) il sistema dei 118 è stato smantellato e il 50% delle centrali operative chiuse.

Eppure la vita di chi è colto da infarto e da una serie di traumi si decide in pochi minuti e non sempre chi chiama l'ambulanza può intuirne la gravità. Ma se sul luogo dell'”incidente” arriva un infermiere che non può far manovre mediche per salvare il malcapitato, se non a suo rischio e pericolo, il paziente potrebbe essere “bello che fritto”. “La professione medica”, spiega il chirurgo Mirka Cocconcelli di Bologna “può essere esercitata solo da 'chi sia provvisto di standard professionali accertati da una speciale abilitazione rilasciata dallo Stato' ed in aggiunta, si specifica che 'per integrare il reato di esercizio abusivo della professione, è sufficiente il compimento anche di un solo atto tipico o proprio della professione' (Corte di Cassazione, IV Sez. Penale, Sentenza 17 aprile 2015, n. 1626)”. Al di là della professionalità degli infermieri. In più i cittadini che subissero un danno si potrebbero rifare legalmente sull'infermiere che è intervenuto, anche i buona fede.

 

Ogni Regione organizza il sistema dei 118 a modo suo. Così a Nord si procede solitamente con ambulanze senza medico mentre a Sud il 118 arriva con il medico, ma quando arriva, perché sono poche e spesso è per loro difficile raggiungere le zone periferiche. 

Una legge del 2015 (governo Renzi) prevedeva che sulle ambulanze andava garantito ogni 60.000 abitanti "un team di prestazione avanzata", in grado di effettuare una diagnosi immediata e di fornire una terapia urgente. Peccato che le “prestazioni avanzate” sono rimaste promesse e lo smantellamento dei 118 un fatto.

 

Paradossalmente il motivo di tutto questo non è determinato dal costo dei medici (il pronto soccorso 118 costa l'1,7% della spesa sanitaria complessiva, una cifra ridicola per interventi “salvavita” o urgenti) ma dall'esigenza degli ospedali di essere sempre in sovraffollamento. Spieghiamo meglio il paradosso. Per ogni accesso che facciamo in ospedale la struttura costa di più e il sistema incassa più denaro. E così facendo la struttura sanitaria regionale è costretta a pianificare per i contribuenti politiche sempre più costose, dal punto di vista delle spese sanitarie. “Si è notato che il medico d'ambulanza diagnostica un trattamento nell'immeditezza e nel 30-40% dei casi cura il paziente lasciandolo a casa”, racconta ad Affaritaliani un medico che ha studiato il problema ma vuole restare anonimo. “E cosa c'è che non va?”, chiediamo. “A buon senso sembra un'ottima cosa”, racconta, “ma non per i sistemi sanitari che così facendo incassano meno. Se non porti i pazienti come fanno? I sistemi sanitari devono ospedalizzare più possibile e più ospedalizzano più incassano, quindi più c'è emergenza più guadagnano, con una spesa sanitaria che cresce sempre più. E' un circuito che si autoalimenta e che è difficile da fermare”. 

 

La querelle medici a bordo delle ambulanze o meno si è articolata in modi e motivi diversi a seconda della regione. Ma il vertice di questo scontro tra enti pubblici e medici si è toccato domenica scorsa in Emilia Romagna, con la radiazione dell'Ordine dei camici bianchi dell'assessore alla Sanità Sergio Venturi (è un dottore anche lui): per i medici di Bologna avrebbe calpestato la deontologia professionale con una delibera regionale del 2016 che sanciva, nero su bianco, che sulle ambulanze in caso di emergenze possono intervenire da soli gli infermieri specializzati. 

A chi ricorda, come la consigliera comunale di Bologna Mirka Cocconcelli (è anche lei un medico) che “nei prossimi 5 anni, si licenzieranno o si pensioneranno 45.000 medici” ma non c'è un piano per sostituirli si fa spallucce o poco più. “Le Regioni non devono più avere la possibilità di creare, con le loro organizzazioni dei Sistemi 118 tra loro completamente difformi... e quindi di conseguenza, le possibilità concrete di sopravvivenza o meno della gente, perché tutti i cittadini sono uguali, indipendentemente da dove si sentano male ed eventualmente rischino di morire, e quindi tutti i cittadini, nel momento più drammatico della loro vita, hanno pieno diritto di ricevere standard uniformi di eccellenza prestazionale dal Sistema 118”, spiega ad Affari il presidente nazionale dei 118, il dottore Mario Balzanelli, che chiede al governo e al ministro della Sanità Giulia Grillo un'urgente riforma del settore.

 

L’assessore Venturi, che ha depositato diversi ricorsi contro la radiazione (alla Federazione nazionale dell’Ordine dei medici e alla Corte di Cassazione) ha parlato di “vendetta politica” del presidente dell’Ordine bolognese, Giancarlo Pizza, critico con il provvedimento della Regione. Cgil, Cisl e Uil affermano che l'Ordine dei medici di Bologna è diventato “casta a tutti gli effetti”. 42 dirigenti delle aziende sanitarie regionali (quelle strutture sottoposte alle disposizioni di Venturi) attaccano l'Ordine: “Il provvedimento non colpisce l’atto amministrativo incriminato ma le intenzioni di Venturi medico, che non può pensare in modo difforme dall’Ordine. È un avvertimento a tutti gli iscritti”. Il governatore della Regione Stefano Bonaccini ricorre invece alle vie legali “per proteggere l’autonomia della Regione da ingerenze inaccettabili e palesemente illegittime”. L’Anaao Assomed, la principale sigla che rappresenta medici e dirigenti sanitari, spiega che la delibera è una scelta criticabile ma va contrastata con azioni culturali, politiche, sindacali e giuridiche: “Se l’assessore fosse laureato in architettura o in biologia cosa avrebbe fatto l’Ordine!?”. Attacchi all'Ordine bolognese anche dal virologo Roberto Burioni. La Federazione nazionale dell’Ordine dei medici, invece prima non entra nel merito della vicenda ma segnala che la decisione “è l’espressione del disagio dell’intera professione medica” e poi convoca Pizza a Roma.

 

Destra e grillini attaccano la Regione e in diversi casi chiedono le dimissioni dell'assessore. Ma a sinistra come un sol uomo lo difendono i giornali vicini al Pd che da giorni hanno aperto una vera e propria campagna, amplificando le dichiarazioni in sua difesa dei vari esponenti, ridicolizzando o politicizzando la decisione dell'Ordine dei medici, sciorinando tutti gli argomenti e le motivazioni che ne sostengono l'operato ,trascurando però il fatto in sé e le sue conseguenze: va bene che gli infermieri sostituiscano i medici a bordo delle ambulanze?

 

Una volta se il partito diceva che gli asini volavano tutti i militanti ammettevano di aver visto il quadrupede in cielo. Ora che non c'è né partito né militanti restano solo i giornali di apparato. 

Col tempo ci spiegheranno che se sei morto e sull'ambulanza non c'era il medico diventi un “diversamente morto”? 

Forse accade perchè a sinistra hanno preso da tempo una deriva spirituale che i comuni mortali non capisco. Sarà questa la famosa “terza via” di cui si parla ogni volta che a sinistra sono in difficoltà?

 

 

 

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