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Cronache
"Regeni pestato a morte, molte fratture". Confermate le violenze

Dopo il ritorno della salma in Italia e l'autopsia, che ha rivelato che la morte è stata causata dalla frattura di una vertebra cervicale dopo un colpo alla testa, continuano le indagini sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso in Egitto il 25 gennaio e ritrovato morto il 3 febbraio. Nuovi elementi arrivano da un autorevole quotidiano filo-governativo egiziano, Al Ahram, che riferendo su risultati dell'inchiesta scrive che prima di scomparire il 25 gennaio Giulio Regeni ha partecipato ad una festa di compleanno "in compagnia di un certo numero di amici".

La notizia dall'Egitto. "Le indagini degli uomini della Sicurezza" hanno analizzato "gli ultimi momenti prima della scomparsa della vittima ed si è constatato che egli era in una festa in compagnia di un certo numero di suoi amici e dopo è scomparso il 25 gennaio", scrive il giornale sulla sua versione cartacea. Con analoga fonte coperta ("secondo le indagini della sicurezza relative agli ultimi momenti"), l'informazione compare anche nel sito di Al Ahram ("la vittima partecipava a una festa in compagnia di diversi amici prima della sua scomparsa il 25 gennaio").

Finora dai principali resoconti era emerso che Regeni fosse diretto, ma non arrivato, alla festa e fosse stato rapito durante il tragitto nel centro del Cairo prima delle 20.

L'autopsia. Secondo fonti medico-legali, l'autopsia che si è svolta ieri a Roma ha rivelato che la frattura della colonna cervicale di Regeni, determinata quasi certamente da una torsione innaturale del collo del giovane da parte di una persona che gli stava di fronte, ha avuto come conseguenze la rottura del midollo spinale e una conseguente crisi respiratoria, alle quali è seguita, infine, la morte. Sul cadavere, inoltre, sono state rilevate fratture in varie parti del corpo, in aggiunta alla rottura indotta della colonna cervicale, che è stata causa primaria della morte. Dall'esame autoptico eseguito ieri sera non sarebbero invece emersi segni di abusi o di violenze sessuali subiti dal giovane.

Alfano: "Un pugno allo stomaco". Della tragedia di Regeni ha parlato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ospite de L'Intervista di Maria Latella, su Sky Tg24: "E' stato un pugno allo stomaco, e il respiro non è ancora pienamente tornato. Abbiamo potuto vedere gli esiti dell'autopsia, è qualcosa di inumano, una violenza animalesca", ha detto Alfano, "è interesse pieno del presidente Al Sisi collaborare Abbiamo mandato i nostri in Egitto, lavorano in una squadra mista con l'Egitto, spero che ci sia la massima collaborazione. Riportare a galla la verità vuol dire anche evitare che altre vite siano spezzate in questo modo". "Quella morte fa onore all'intera Italia - ha aggiunto Alfano - è il sacrificio di un ragazzo che cercava la verità. Io lo prenderei con il massimo della serietà un funerale di stato, poi non compete a me, deciderà il presidente del Consiglio".

Gli interrogatori. Fonti della sicurezza hanno riferito che "la Procura ha terminato le audizioni degli amici di Regeni". Ribadendo un'ipotesi formulata a livello ufficiale dall'Egitto, che non convince affatto però gli inquirenti italiani, sulla sua versione online il quotidiano Al Ahram scrive oggi che secondo "il capo del Dipartimento di Sicurezza generale Garir Mostafa si tratta di un atto criminale e non terroristico". Circa le due "persone" di cui l'altro ieri era stato segnalato il fermo e ieri il rilascio, le fonti hanno confermato che nei loro confronti non è stata formalizzata "alcuna accusa" ma hanno segnalato che "si trovano al commissariato di polizia, trattenuti per indagini".

I funerali. Intanto a Fiumicello (Udine), il paese d'origine di Giulio Regeni, è stato dichiarato il lutto cittadino. Sospesi i festeggiamenti del Carnevale, listati di nero i locali pubblici. Alle 10,30 la messa e alle 18 la fiaccolata in ricordo del ricercatore, cui dovrebbero partecipare anche la comunità musulmana locale e una ventina di comuni limitrofi almeno con i rappresentanti municipali. Il pm Sergio Colaiocco ha firmato stamani il nullaosta per la restituzione ai familiari della salma. Domani il cadavere del ventottenne lascerà l'istituto di Medicina legale La Sapienza e sarà trasferito in Friuli. Martedì ci sarà il funerale. I genitori di Giulio potrebbero arrivare a Fiumicello in serata.

Il parroco: "Ucciso per quello in cui credeva". "Giulio è stato ucciso per quello in cui credeva", ha detto il parroco di Fiumicello, don Luigi Fontanot, dopo aver celebrato messa, trattenendosi per qualche minuto con i giornalisti. Il parroco ha anche spiegato la parabola scelta per l'omelia durante la messa di questa mattina - celebrata nella chiesa principale di Fiumicello - vale a dire il brano sul martire e sulla sofferenza. "Di solito quando pensiamo al martire - ha spiegato don Luigi - pensiamo ad una figura da supereroe, invece si tratta di persone normalissime", riferendosi, ovviamente, a Giulio Regeni. Il parroco ha invece evitato qualunque riferimento al giovane friulano durante la messa, limitandosi soltanto al termine della celebrazione a dare appuntamento a tutta la comunità alle 18, esortando alla partecipazione "per abbracciare la famiglia e noi stessi".

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