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Cronache
Regeni, i pm: "Nei video dal Cairo no immagini di Giulio, ma ci sono buchi"

Non ci sono video ne' immagini di Giulio Regeni "all'interno o in prossimita' di stazioni della metropolitana del Cairo" nei filmati registrati del 25 gennaio 2016 (giorno della scomparsa del ragazzo) che la Procura Generale della Repubblica Araba d'Egitto ha consegnato un mese fa circa ai magistrati della Procura di Roma che indagano sul sequestro, sulle torture e sulla morte del 28enne ricercatore di origine friulana. E' quanto emerge dal comunicato congiunto dei due uffici giudiziari. Dall'analisi del materiale, che e' stato sottoposto ad analisi tecnica, sono emersi anche diversi "buchi" temporali "in cui non ci sono ne' video ne' immagini". Le due Procure hanno cosi' concordato ulteriori approfondimenti per "accertarne le cause".

La conclusione, dunque, e' che "nessun materiale di interesse investigativo" e' emerso da quel 5% tra video e frammenti di immagine, equivalente a circa 10 giga di dati, che il pm Sergio Colaiocco, titolare del procedimento, aveva ottenuto dai colleghi egiziani in occasione della sua ultima trasferta al Cairo. L'obiettivo del magistrato della Procura di Roma era quello di individuare, tra le 19 e le 21 del 25 gennaio di due anni fa, non solo immagini di Giulio ma anche una traccia concreta della presenza di quei nove, tra poliziotti egiziani e agenti del servizio segreto civile, compiutamente identificati nell'informativa e ritenuti in qualche modo coinvolti nel sequestro del ricercatore e nelle attivita' di depistaggio delle indagini scattate all'indomani del ritrovamento del cadavere, avvenuto il 3 febbraio 2016 lungo la strada che dal Cairo conduce ad Alessandria. Le immagini da sottoporre a verifica e controllo non riguardavano solo il tragitto tra la casa di Regeni, nel quartiere Dokki (dove fu agganciato per l'ultima volta il suo cellulare) e la stazione di El Bohoth dove il ragazzo era diretto per una cena di compleanno la sera della scomparsa ma anche l'intera rete 2 della metropolitana del Cairo. Ebbene, nulla di significativo ai fini delle indagini e' saltato fuori. A questo punto, si cercara' di indagare sulla presenza di piu' buchi temporali coincidenti con gli orari (intorno alle 20) che piu' interessavano alla Procura di Roma: alle 19.41 del 25 gennaio 2016, secondo i vari riscontri investigativi, Giulio Regeni manda il suo ultimo messaggio.

Avvisa la sua ragazza che non potranno fare la quotidiana chiamata su Skype perche' deve partecipare a una festa di compleanno con alcuni amici. Quel testo lo digita durante il tragitto tra casa sua, nel quartiere Dokki, e la stazione metro di El Bohoth. Poco prima il giovane friulano aveva parlato al telefono con il professor Gennaro Gervasio per confermare l'appuntamento che avevano per le 20.30 in una caffetteria nei pressi di piazza Tahrir. Alle 20.02 il cellulare di Regeni viene agganciato proprio alla stazione della metro e si spegne per sempre. Giulio non arrivera' mai dal professor Gervasio, che per tutta la notte provera' a contattarlo senza esito. Una volta completati gli accertamenti finalizzati a individuare le ragioni di questi numerosi 'buchi temporali' dalle registrazioni video della metro egiziana, la Procura Araba d'Egitto e quella di Roma torneranno a confrontarsi in un prossimo incontro che deve essere ancora calendarizzato per fare il punto delle indagini.

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