Regeni, ecco il suo ultimo articolo scritto per il Manifesto
Mentre emergono agghiaccianti dettagli sulla sua morte, il Manifesto pubblica l'ultimo articolo dall'Egitto di Giulio Regeni nonostante la diffida della famiglia. "Mentre le confuse notizie dall’Egitto e dall’Italia si susseguivano, abbiamo deciso di pubblicare l’ultimo articolo che Giulio Regeni ci aveva mandato. E che oggi pubblichiamo col suo vero nome", si legge sul Manifesto. "In una mail, come ne arrivano tante, il ragazzo chiedeva di pubblicare l’articolo con uno pseudonimo. Lo aveva fatto altre volte. Non è l’unico in quei paesi. Avremmo pubblicato anche quel pezzo, come gli altri, con lo pseudonimo, consapevoli che una richiesta del genere, fatta da una persona in un posto come l’Egitto di oggi, fosse assolutamente legittima. Dovevamo proteggere, come sempre facciamo, la possibilità per i nostri collaboratori di non avere ripercussioni a seguito di un articolo pubblicato sul giornale".
La famiglia di Regeni aveva diffidato il quotidiano comunista dal pubblicare il pezzo. Nella diffida si fa presente, tra l'altro, che l'eventuale pubblicazione, "oltre a violare la volontà del signor Regeni e della sua famiglia, potrebbe pregiudicare la sicurezza dei suoi genitori tuttora presenti al Cairo". In caso contrario il legale annuncia che agirà "nelle sedi giudiziarie e disciplinari più opportune". La risposta del Manifesto è stata la seguente: "Prendiamo atto della diffida dei legali della famiglia Regeni, che giudichiamo incredibile, non veritiera e purtroppo superata dai fatti, ma andiamo avanti per la nostra strada. Non possiamo tacere anche per rispetto della volontà dello stesso Regeni".
L'articolo di Regeni - Al-Sisi (si legge nell'articolo pubblicato da "Il Manifesto", ndr), ha ottenuto il controllo del parlamento con il più alto numero di poliziotti e militari della storia del paese mentre l' Egitto è in coda a tutta le classifiche mondiali per rispetto della libertà di stampa. Eppure i sindacati indipendenti non demordono. Si è appena svolto un vibrante incontro presso il Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati (Ctuws), tra i punti di riferimento del sindacalismo indipendente egiziano. Sebbene la sala più grande del Centro abbia un centinaio di posti a sedere, la sera dell'incontro non riusciva a contenere il numero di attiviste e attivisti sindacali giunti da tutto l'Egitto per un'assemblea che ha dello straordinario nel contesto attuale del paese.
L'occasione è una circolare del consiglio dei ministri che raccomanda una stretta collaborazione tra il governo e il sindacato ufficiale Etuf (unica formazione ammessa fino al 2008), con il fine esplicito di contrastare il ruolo dei sindacati indipendenti e marginalizzarli tra i lavoratori. Sebbene oggi Ctuws non sia rappresentativo della complessa costellazione del sindacalismo indipendente egiziano, il suo appello è stato raccolto, forse anche inaspettatamente, da un numero molto significativo di sindacati.