Rouen,era schedato anche il 2° killer. Papa:"Mondo in guerra non di religione"
Il 19enne killer di Rouen era seguito dagli psicologi da quando aveva 6 anni. E anche il secondo killer era schedato
ROUEN, ANCHE IL SECONDO KILLER ERA SCHEDATO
Il secondo killer di Rouen sarebbe un 20enne originario di Saint-Dié-des-Vosges, una città di 20mila abitanti a 600 chilometri da Saint-Étienne-du-Rouvray, e anche lui sarebbe stato schedato in un fascicolo contrassegnato dalla lettera S, che indica le persone a rischio radicalizzazione. Lo riporta il giornale francese Le Point, secondo cui le iniziali del giovane sarebbero A.M.P. e sarebbe appunto nato nel 1996. Il primo killer è stato identificato ufficialmente ieri sera dal procuratore di Parigi François Molins: si tratta di un 19enne, Adel Kermiche, che era stato arrestato perché aveva tentato di andare due volte in Siria, l'ultima volta a maggio 2015; Kermiche durante l'attacco indossava il braccialetto elettronico. I due giovani hanno fatto irruzione ieri mattina in una chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino Rouen: hanno preso in ostaggio il parroco, due suore e due fedeli, e hanno sgozzato il prete; uno dei fedeli è rimasto ferito ma non è più in pericolo di vita. I due killer sono poi stati uccisi dagli agenti. L'attacco è stato rivendicato dallo Stato islamico.
ADEL ERA SEGUITO DA PSICOLOGI DA QUANDO AVEVA 6 ANNI
Adel Kermiche, il diciannovenne nativo di Rouen che ieri ha assaltato insieme a un complice la chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray in Normandia, soffriva di disturbi psichici fin dall'infanzia, tanto da essere stato costantemente seguito da psicologi fin dall'eta' di 6 anni: lo riferisce il quotidiano 'Le Monde' sulla base del profilo del giovane, tracciato a suo tempo da esperti su incarico della magistratura. A 12 anni fu espulso da scuola per "disturbi comportamentali": nella sua scheda fu riportato che si trattava di un "soggetto iper-attivo". Durante l'adolescenza Adel ha continuato a essere periodicamente ricoverato in ospedale per problemi mentali, e in un'occasione fu internato per quindici giorni in un reparto psichiatrico. Stando a quanto riferito da conoscenti del suo quartiere a un altro giornale, 'Le Parisien', era considerato un po' da tutti una vera e propria "bomba a orologeria", imprevedibile e a tratti intrattabile. Assorbi' a tal punto i dettami analitici da aver immaginato di poterne fare in futuro la propria stessa professione, anche se pare gia' avesse diverse opportunita' di lavoro come animatore. Arrestato dopo il secondo tentativo fallito di unirsi alle file dello Stato Islamico in Siria, e condannato per associazione a delinquere di stampo terroristico, mal sopportava la detenzione, da un certo momento in poi arrivando a coltivare "idee suicide". Lo ammise con il giudice di sorveglianza che lo incontrava regolarmente, e si disse anche pentito dei propri errori. "Ho voglia di riprendermi la mia vita, di rivedere i miei amici, di sposarmi", dichiaro'.
IL PAPA: "IL MONDO E' IN GUERRA, MA NON DI RELIGIONE"
"Il mondo e' in guerra perche' ha perso la pace", ma "non si tratta una guerra di religione": cosi' papa Francesco, da bordo dell'aereo che lo stava conducendo a Cracovia dove domani partecipera' alla Giornata Mondiale della Gioventu', commentamdo i recenti fatti di sangue, ultimo in ordine di tempo l'assassinio di un sacerdote cattolico nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, in Normandia, assaltata da due estremisti poi definiti propri "soldati" dallo Stato Islamico. Secondo Francesco, in tempi come quelli attuali la prima parola che viene in mente e' "insicurezza", ma appunto "la parola autentica e' guerra". Quindi, davanti ai 75 giornalisti al seguito, "non abbiamo paura di affermarlo", ha sottolineato Jorge Mario Bergoglio. "Il mondo e' in guerra perche' ha perduto la pace. Parlo di guerra sul serio", ha quindi precisato, "una guerra d'interesse, per denaro, per le risorse naturali, per il dominio sui popoli. Una guerra che tuttavia", ha puntualizzato, "non e' di religione, perche' tutte le religioni anelano la pace". Il fenomeno, ha tenuto a ricordare, non riguarda soltanto l'Europa.