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Cronache
Salario minimo, Di Maio sfida i sindacati: “Io coi lavoratori. Loro col Pd"
Foto: LaPresse

A parità di reddito la settimana lavorativa dovrebbe scendere a 32-35 ore settimanali, visto che in Italia non viviamo riduzioni orarie dal ’69, e che conta più la produttività e la qualità della vita. È questa la proposta di Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, che vede un consenso generalizzato tra i lavoratori, quota parte delle imprese, ed a sorpresa il gelo dei Sindacati. Lo stesso gelo che hanno avuto su Quota 100, Reddito di Cittadinanza, e ora sul salario minimo.

Temono il sorpasso a sinistra. Si vergognano di essersi fatti sfuggire di mano il tema della povertà ed il grimaldello della tutela dei diritti dei lavoratori, proni di fronte ai partiti pseudo-amici che hanno cantierizzato il Jobs Act, la legge Fornero, ed altre diavolerie a detrimento dei salariati. Ora che hanno perso lo scettro alzano la voce tentando una buffa opposizione, ipocrita, deontologicamente scorretta perché va contro i loro stessi iscritti.

DI MAIO: "FLAT TAX SI FARA' MA NON PER I RICCHI. NESSUN AUMENTO DELL'IVA"

"Non ci sarà aumento dell'Iva, non c'è alcuna volontà di farlo". Così il ministro dello Sviluppo economico, Luigi di Maio a Torino.  "La flat tax si fara', come previsto dal contratto DI cui sono garante, ma non si puo' fare per i ricchi, va fatta per i ceti medi"

Si dovrebbe pensare ad una mega class action degli impiegati per condotta antisindacale, contro le loro stesse sigle. L’ultimo scivolone dicevamo, arriva sulla proposta del M5S per l’introduzione di un salario minimo a 9 euro lorde l’ora. Ricorda Di Maio: “In Europa ce l'hanno 22 Paesi su 28. C'è in Germania, in Francia, nel Regno Unito. In Italia non c'è. Vogliamo restare a guardare? Direi di no. Ecco, nel 2019 anche l'Italia avrà un salario minimo.”

Il Ministro del Lavoro finalmente, che non scende da Marte, è in linea con i problemi concreti dei subordinati di oggi, viste le riforme delle ultime decadi andare sempre in direzione ostinata e contraria rispetto alla realtà: “Quello che mi preme è che non ci siano più ragazzi che lavorano 10-12 ore al giorno con una busta paga di 3-4 euro l'ora. Con 3-4 euro l'ora riesci a malapena ad andarti a mangiare una pizza il fine settimana. E poi che fai? Non vivi?” Seppellendo una volta per tutte le barricate ostili del cane che si morde la coda: “Dicano (i sindacati, ndr) da che parte stanno: Se con i lavoratori o col Pd. Io sto con i lavoratori e credo di averlo dimostrato.”

E sulla questione del “lavorare meno, lavorare tutti”, che citavamo all’inizio dell’articolo, prima o poi dovrà aprirsi un tavolo serio di confronto sul tema. Più andiamo avanti, con la robotica, l’innovazione, più i mestieri, specie quelli a bassa qualifica, scompariranno totalmente, con i nuovi settori che vedono la necessità di sempre meno forza lavoro, e sempre più specializzata. Dovremo necessariamente concepire una forma di reddito che sia slegata da un mestiere sempre più raro e liquefatto. Ha fatto bene il Presidente dell’INPS a porre la prima questione in essere, la riduzione degli orari di lavoro a parità di salario. Fra 50 anni, su questa strada, il reddito di cittadinanza sarà un diritto Costituzionale.

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