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Cronache
San Pietroburgo, tutti i dubbi e le piste. L'ipotesi del jihadismo caucasico

Tutti i dubbi e le piste dell'attentato a San Pietroburgo

Una sola cosa è certa: il terrorismo è tornato a colpire in Russia. Una triste ricorrenza, quella dell'attentato a San Pietroburgo. Ecco tutti i dubbi e le piste dell'attacco.

I precedenti

Non è certo la prima volta che il terrorismo colpisce in Russia. Più volte i militanti ceceni nell'ultimo ventennio hanno colpito in Russia. Nel 2002 120 ostaggi furono uccisi in un teatro a Mosca. Nel 2004 oltre 330 persone furono uccise nel massacro di Beslan. Nel 2010 38 persone persero la vita nell'attentato alla metropolitana di Mosca. C'è poi il giallo dello scorso anno legato al volo di linea esploso per il quale c'è stata la rivendicazione dell'Isis.

La presenza di Putin in città

Sicuramente da sottolineare la coincidenza tra l'attentato e la presenza di Putin a San Pietroburgo, dove il presidente russo avrebbe dovuto incontrare l'omologo bielorusso Lukashenko. Considerando anche le tensioni con le proteste e le manifestazioni di piazza di queste settimane c'è chi pensa che l'attacco possa anche essere una sorta di "messaggio in codice" per Putin.

Niente kamikaze

Per quanto riguarda la dinamica, interessante notare come a differenza di quanto accaduto nel 2010 nell'attacco alla metropolitana di Mosca, qui non ci siano kamikaze. L'attentatore, o gli attentatori, hanno piazzato la bomba sul convoglio della metropolitana per poi fuggire.

La pista del jihadismo del Daghestan

In questo momento la pista prevalente sembra essere quella del jihadismo del Caucaso. Nelle ultime settimane le azioni terroristiche in Daghestan si sono moltiplicare e da mesi le cellule jihadiste russo-cecene sono in fibrillazione. A quest'area jihadista apparteneva l'attentatore di Capodanno a Istanbul,così come a questa cellula è attribuibile l'attacco all'aeroporto della città turca dello scorso luglio.

Il ruolo dell'Isis e i 3 mila foreign fighters in Russia

E' prevedibile che l'attacco possa essere rivendicato in qualche modo dall'Isis, al quale fa più che comodo mettere la propria etichetta sopra qualsivoglia azione terroristica. Da capire il grado di "parentela" tra la cellula eventualmente entrata in azione a San Pietroburgo e il "direttorio" jihadista ma ormai l'Isis ha abituato a diventare un'"idea" più che un'organizzazione tentacolare. Da sottolineare anche il numero elevato di foreign fighters russi andati a combattere in Siria., vale a dire circa 3 mila. Di questi 250 sarebbero tornati in patria e sarebbero pronti a colpire. L'attacco a San Pietroburgo potrebbe essere stato compiuto da uno di loro.

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