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Cronache
Sardine,cacciato il fondatore del movimento a Napoli."Non hanno capito il sud"

Sardine, cacciato il fondatore del movimento a Napoli. "Espulso con un clic"

“Le Sardine non hanno capito il Sud”. Bruno Martirani si sfoga in un'intervista a Il Fatto Quotidiano, dopo la sua espulsione dal movimento decisa da Santori e gli altri leader. Fino a qualche giorno fa era l’anima del movimento a Napoli. Poi dopo la manifestazione flop di martedì scorso, con meno di 300 persone, è stato espulso.

Martirani, che cosa è successo?

Sono stato cacciato con un click dal gruppo e dalla pagina delle Sardine che io stesso avevo creato, defenestrato senza nessuna spiegazione, il mio gruppo è stato rinominato da Sardine napoletane a Sardine #areanord. La politica al tempo della non-democrazia digitale.

Perché questa volta il fish-mob non ha funzionato?

Avevo ripetutamente segnalato agli organizzatori che di martedì sera la partecipazione di coloro che lavorano sarebbe stata complicata, così come lo è quella di coloro che vivono in periferia, visto lo stato disastroso dei trasporti pubblici. Come se non bastasse, ci è stato subito “comunicato” che dal palco non avrebbe parlato nessuno di noi Sardine napoletane, alla faccia della partecipazione.

Mattia Santori, volto noto dei pesciolini, non è salito sul palco accusandoti di averlo “aggredito in maniera strumentale e organizzata ”, avresti “scavalcato l’organizzazione”, ma l’organizzatore non eri tu?

La manifestazione si chiamava “Sardine per il lavoro” e tutti i vari rappresentanti del mondo del lavoro li ho portati io, gli operai della Whirlpool, della Novolegno di Avellino e delle altre vertenze lavorative aperte in Campania, come la Auchan-Conad erano tutti stati invitati a salire sul palco, sta dicendo una bugia ma non ho rancore, mi sentivo in una dimensione asfissiante, bisognava sempre coordinarsi con tutti, ma perché uno che non conosce il territorio dovrebbe dirmi cosa devo fare?

Non sei una Sardina, ma uno dei “centri sociali e Potere al Popolo” come sostengono i tuoi ex sodali?

Faccio politica da tanti anni e rivendico di provenire dagli spazi liberati di una città laboratorio come Napoli, qui ci siamo liberati dai nazifascisti da soli, non abbiamo bisogno di nessuno. Al Sud servono nuove modalità di fare politica, serve trasparenza e reale apertura nei processi democratici. Erano convinti che l’anti-salvinismo sarebbe bastato ma non funziona così qui. Se vuoi fare il leader nazionale devi ascoltare quelli che hai intorno e se malauguratamente sbagli lo ammetti e chiedi scusa, Santori va avanti ripetendo lo stesso schema e senza mai porsi un dubbio, qui non funziona così.

Secondo diversi analisti in Emilia-Romagna le Sardine hanno contribuito alla vittoria del dem Stefano Bonaccini, perché in Campania lo schema non ha attecchito?

Le ultime infelici uscite, come la foto con Luciano Benetton, e la proposta di fare un Erasmus tra Nord e Sud ha determinato l’a l l o nt a n amento di tante persone. Bonaccini il giorno dopo le elezioni ha ribadito di voler procedere con l’autonomia regionale, come fa Santori a dire qualcosa contro? Il problema non sono solo i decreti sicurezza, che è sacrosanto abrogare, ma il fatto che molti di noi sono immigrati in Europa o al Nord, questi sono temi divisivi su cui non vogliono esprimersi e fanno orecchie da mercante.

Le Sardine si sono fermate a piazza Dante?

La politica deve essere diversa da Nord a Sud? Non so, di certo con questo finto meriodionalismo al Sud non andranno tanto lontane. Da Roma in giù la partecipazione politica non si attiva con le stesse modalità perché ci sono problemi diversi. Noi lottiamo per avere il tempo pieno a scuola, in Emilia-Romagna si parla di asili nido gratuiti. Non è questo il modo di cambiare la politica. A Sud le Sardine non funzionano. Bisogna parlare di temi concreti che incidono realmente sulla risoluzione delle difficoltà quotidiane delle persone invisibili e in difficoltà.

 

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