Sanità/ Vibo, il nuovo ospedale affossato dalle tangenti

Sono sempre gravi le condizioni della studentessa Federica Monteleone, 16 anni, di Vibo Valentia Marina, in coma da venerdì pomeriggio quando nel corso di un intervento chirurgico per appendicite nella sala operatoria dell'ospedale di Vibo si è registrato un black out elettrico di circa 12 minuti. Secondo i primi accertamenti, la spina del respiratore non sarebbe stata attaccata alla rete elettrica normale e non a quella collegata al generatore d'emergenza. Gli accertamenti della procura di Vibo hanno però stabilito che tutto funzionava regolarmente. Ora le indagini dovranno accertare perché l'apparecchio per la respirazione e il monitor erano attaccati a una presa elettrica e non al gruppo di continuità

Da venerdì sera la giovane è ricoverata nel reparto rianimazione dell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza, dove si  trova in coma farmacologico. Le sue condizioni sono stabali, ed in giornata i sanitari, dopo aver già sottoposto la giovane  paziente ad una tac e ad una risonanza magnetica, valuteranno se intervenire con nuovi esami per cercare di avere un quadro più chiaro della situazione, e soprattutto per valutare eventuali danni cerebrali.

Episodio di malasanità anche in Calabria. Una neonata è morta durante il trasporto in ambulanza dall'ospedale di Corigliano a quello di Cosenza. La procura di Rossano - dopo un esposto dei genitori della bimba - ha aperto un'inchiesta sulla vicenda e i carabinieri hanno sequestrato la cartella clinica. La bimba, secondo i primi accertamenti, aveva problemi respiratori e i medici ne hanno deciso il trasferimento al reparto di neonatologia a Cosenza. Quando l'ambulanza è giunta nei pressi dell'ospedale però la neonata era già morta.

Ma il direttore sanitario dell'ospedale di Corigliano, Gianni Aloisio, ha precisato che in "un bacino di utenza di 200 mila persone quale quello dell'Azienda sanitaria di Rossano e della Sibaritide, manca un centro di neonatologia, per cui, per ogni emergenza", bisogna "fare ricorso all'ospedale di Cosenza".

"Le ambulanze - precisa Aloisio - sono tutte dotate di apparecchiature per la respirazione artificiale e la dottoressa che ha avuto per prima in cura la neonata ha fatto di tutto per tenerla in vita, anche durante il trasporto verso l'ospedale cosentino, ma purtroppo non c'è stato niente da fare".