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Cronache
Scuola: "concorsone, vincitori assunti entro il 2018"

Primo giorno di scuola. Quasi 9 milioni di studenti tornano oggi ai loro banchi mettendo al banco di prova anche la riforma. Gli studenti dopo l'estate, la Buona Scuola dopo la bufera estiva sui trasferimenti dei professori (lo scontro tra chi ha spinto la protesta fino a parlare di 'deportazione' e le successive ammissioni del Ministero sugli errori del famigerato algoritmo), sui guai provocati dagli aggiustamenti, i troppi supplenti, sul concorso dalle troppe bocciature, sul valzer delle presidenze. E la corsa per dare una scuola agli studenti del terremoto.

La ministra dell'Istruzione Stefania Giannini è ottimista. Il concorso ha offerto posizioni nuove, migliaia, e se per un bilancio definitivo "attendiamo il prossimo anno, perché è triennale", per il momento è pronta, decisa. Si aspetta le domande arrivate alla redazione di RepubblicaTv a centinaia. Si rivolge per nome a chi firma i propri punti interrogativi. Ogni nome rappresenta una problematica comune. "Ciò che si poteva prevedere è stato previsto. Poi ci sono le variabili. Quelle non potevano esser previste e le stiamo aggiustando". La ministra Giannini non fa giochi di parole, nessuna magia, non promette miracoli: "Un anno non basta". Non per quella che definisce "una rivoluzione culturale".

"Mi pare che si possa essere soddisfatti - dice - e naturalmente consapevoli di una macchina complessa che nell'arco delle prossime settimane, come ogni anno, andrà a pieno regime con tutti quei dettagli che come ogni anno chiedono organizzazione".

Il concorsone. Chi non è passato, non doveva passare. Non c'entra "l'ignoranza, non mi sarei mai permessa di definire in base a questo criterio" una selezione che è stata "innovativa se si pensa che la discrezionalità della commissione è stata quasi del tuto annullata, essendo tutto computerizato". Le polemiche sul merito non ci sono. "In tutti i precedenti concorsi si è sempre fatta una prova per l'ammissione, stavolta no, si è andati diretti. Le selezioni si sono basate sul merito" dice la ministra. Il merito si è valutato in base a un mtodo di insegnamento. E una media del più 50 per cento che passa la prova selettiva "è un dato attendibile". Molto buono per l'Italia. Ma i posti non ci sono, anche per chi è passato, scrivono gli ascoltatori. La ministra risponde scandendo le parole. Quei posti ci saranno.  "Il concorso ha una durata triennale, per alcune classi del concorso i posti sono stati disponibili subito, per altri ci saranno nel corso dei tre anni" spiega Giannini, "questo è il verbo della legge". Una certezza, nessuna ambiguità, solo pazienza.

Spostamenti. Un sacrificio, "sì, certo" ma Giannini stigmatizza l'uso della parola "deportazione" per "la possibilità di un posto di lavoro stabile e definitivo, quindi l'esercizio di un diritto che l'insegnante ha e del diritto alla stabilità che una scuola ha, mi sembra fuori luogo". "Se il 65% dei posti disponibili è al Nord e l'80% degli insegnanti viene dal Sud - aggiunge - è evidente che c'è un problema che affrontiamo nei modi possibili. C'è un'operazione importante che il Governo sta facendo con la delega sulla scolarizzazione precoce a partire dall'asilo nido. Sarà una rivoluzione culturale - conclude - ma anche la possibilità di nuovi posti di lavoro". Parole importanti, come "scardinare un sistema", come definire la situazione immobile italiana, "un abominio".

L'Algoritmo. Questo modello matematico che diventa linguaggio informatico, è "un dato pubblico", spiega Giannini a chi chiede se sia fallace e vorebbe studiarne il meccanismo mettendoci gli occhi sopra. Il piano dei 207 mila insegnanti che si sono spostati "ha funzionato, solo l'un per cento dei casi ha avuto problemi". Stiamo provvedendo, ma la macchina "ha fatto quello che doveva fare". Chi vuole comprendere i meccanismi che hanno fatto muovere la macchina, "può già farlo".

Il ritardo del Tfa. "Un altro ciclo si deve attivare", spiega Giannini che garantisce a breve lo spazio per quelle classi di concorsi che hanno bisogno di nuovi posti. Doveva essere a gennaio 2016, ma non c'è stato. "È vero. Non abbiamo fatto tutto nei tempi che ci eravamo ripromessi, c'è stato un spostamento di mesi, ma ci sarà". Un ultimo ciclo, poi non ce ne sarà più bisogno, ci sarà una laurea che abiliterà coloro che scelgono di fare l'insegnante. Il tirocinio, dopo, non sarà a pagamento.

GaE infanzia. "C'è un'amarezza per una serie di cose. I numeri del GaE infanzia, per esempio - continua la ministra - sono giganteschi rispetto ai posti disponibili, non è che la legge non li abbia presi in considerazione ma il rapporto tra richiesta e domanda era sfavorevole, il numero degli insegnanti spropositato". Le molte sentenze dei tribunali amministrativi che hanno riconosciuto i posti di chi ha fatto ricorso, "hanno fatto sì che molti posti assegnati siano stati risucchiati", dice Giannini. Sono quasi 20 mila i docenti abilitati rimasti fuori. "Ma non è finita qui. Noi abbiamo la delega 0-6, il 33 per cento di diffusione asili nido, soprattutto al Sud, e avremo bisogno di insegnanti dell'infanzia. Tantissimi. Lo dico a quei 17 mila che chiedono, giustamente, una maggiore attenzione".

Potenziare. Dopo gli spostamenti, "ora dobbiamo spingere. Mettere le persone a fare quello che sanno fare" continua la ministra. "La scuola la fanno le persone. Il salto sarà quando potremo utilizzare le competenze, ci vuole tempo per passare dalla quantità alla qualità". Non si fa in un anno. Giannini parla di "processo", la parola è pazienza, l'obiettivo, passando per la "rivoluzione culturale", è la qualità.

Il messaggio. "Sarà un anno di sfide importanti e grandi responsabilità. Le affronteremo con molti strumenti in più rispetto al passato, per fare della scuola il vero motore del cambiamento. Uno spazio da abitare non solo durante l'orario delle lezioni. Una scuola al centro di ogni comunità, aperta alle realtà che la circondano, alle famiglie, al territorio. Una nuova scuola, insieme" scrive su Facebook, "Benvenuti, bentornati, buon inizio".

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