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Cronache
"Se fosse ancora vivo Sant' Ellero..."

di Ellera Ferrante di Ruffana

Milano Marittima da qualche anno è anche "il mare dei milanesi" per le trasferte vacanziere anche in giornata scelte appunto tra le due Milano rispettivamente quella Metropolitana con quella Marittima.

Forse un nostalgico ritorno al passato dei nostri genitori  quando nella grande ripresa osannavano la strada del tempo libero senza trascurare la comunicazione che negli anni successivi è sempre venuta meno a discapito dei rapporti umani e del nostro stesso cuore!?

Comunque sia dalla Lombardia alla mitica Romagna è un tiro e ancor più vicina e degna di essere visitata, tanto da estendere l' invito e l' iniziativa al Sindaco di Milano Sala con tutti i milanesi, è Galeatacon 2.500 anime, sull' Appennino Romagnolo nella Valle del Bidente, in provincia di Forlì/Cesena che deve tutto all' Abbazia fondata da Sant' Ellero nel V sec.

Abbandonata nel 1400, la Chiesa è custodita da Antenore che ho incontrato nell' agosto del 2014, proprio al Meeting di Rimini che ha datao ampio rilievo a Sant' Ellero.

Antenore, insegnante in pensione, suona ancora le campane dell' Abbazia tirando le corde e suonando una melodia diversa per ogni tempo liturgico.

Il panorama di tutta la vallata  è sia d' estate che d' inverno, oltre modo pittoresco, reso più attraente e suggestivo per le memorie storiche che l’avvolgono in un poetico contesto di ricordi tanto da considerarsi "vitalità che nasce dalla Storia".

Assieme alle frazioni di Pianetto e San Zeno, Galeata offre ai visitatori un inconfondibile patrimonio di eccellenze storiche ed archeologiche. 

Nelle vicinanze i resti dell’antica città di Mevaniola, municipio romano citato da Plinio nel I secolo d.C., di cui oggi sono visibili un settore delle terme e il teatro a pianta greco-ellestistica. 
Fra il V e il VI secolo d.C., secondo la leggenda, Teoderico giunse nella valle del Bidente, presso Galeata (allora Galigate), per costruirsi un “palazzo di caccia”. 

Le recenti ricerche archeologiche condotte dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna hanno individuato una ricca residenza in località Saetta, con un articolato impianto termale privato, che potrebbe veramente essere una residenza del re degli Ostrogoti.

Contemporaneamente alla costruzione della villa teodericiana, Ellero si ritirò nel colle sopra Galeata, fondandovi poi un centro monastico, destinato a divenire molto potente durante il Medioevo. 
Assai suggestiva, all’interno dell’edificio religioso, la cripta con il sarcofago del Santo, in cui si compie un antico rito salutare. 

Recentemente Galeata è stata riconosciuta “Città Slow”, città del buon vivere, per la ricerca di una vita compatibile con l’ambiente e per la presenza di una grande varietà di prodotti tipici e gastronomici: il formaggio Raviggiolo, la carne di vacca romagnola, il tortello sulla lastra. 
Sintomo di una vitalità, in cui la diffusione della cultura e l’importanza del tempo libero è al centro del vivere sociale, l’organizzazione di eventi di rilievo come la fiera del cavallo e del puledro, le rassegne culturali del Museo Mambrini, gli spettacoli nel teatro comunale. 
Dall’antichità fino ai giorni nostri Galeata si è distinta, inoltre, come luogo dell’accoglienza e dell’incontro tra culture diverse.

L'Abate Ellero nacque in Tuscia nel 476 per morire all' età di ottantadue anni il 15 maggio del 558.

L'Abbazia di Sant'Ellero, è un'abbazia romanica da ammirare per gli esterni che per gli interni, situata a 3 km da Galeata, dove sono tuttora conservate le spoglie mortali del santo.

Capitelli scolpiti del portale

Si trova sulla sommità del colle che domina Galeata.

Lungo una delle vie di accesso si trovano le cappelline della Via Crucis, erette a cura delle famiglie principali di Galeata a metà Ottocento, e restaurate pochi anni or sono. 

Lungo la stessa strada è posizione una colonnina, in stile bizantino, posta nel luogo del leggendario incontro tra il Santo e l'imperatore Teodorico, ove il suo cavallo spontaneamente s' inginnocchiò al cospetto dell' Abate Ellero, sebbene il Re avesse intenzioni distruttive e di saccheggio.

E non certo da ultimo, ma "dulcis in fundo", in questo luogo di tanta suggestività e storia, fascino e poesia tramandata nella stessa aria per tanti secoli, è al posto di comando e se lo sa tenere ben stretto - un autorevole e dolce Sindaco, che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare - la Dott.ssa Elisa Deo che tanto ha fatto e continua a produrre per quella Comunità soprattutto legando la devozione e la leggenda di questo Santo fino a farlo diventare "testimonial" anche in chiave turistica e divulgativa del Territorio

Tags:
sant'ellero
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