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Cronache
Sea Watch: "Aiutateci". Salvini: "Non sbarcano neanche a Natale"

Sea Watch: Salvini, rispetto per Strasburgo ma resta no a sbarco

"Attendo con pieno rispetto la sentenza di Strasburgo ma qualunque essa sia il mio atteggiamento non cambia di una virgola. La Sea Watch in Italia non arriva, può restare in mare fino a Natale e Capodanno". Lo ha detto il ministro dell'interno Matteo Salvini in conferenza stampa al Viminale rispondendo ad una domanda sulla nave con ancora a bordo 42 migranti. "In 13 giorni - ha aggiunto Salvini - se davvero avessero avuto a cuore la salute di chi è a bordo sarebbero potuti andare e tornare dall'Olanda. E' un problema che non riguarda l'Italia, noi abbiamo fatto sbarcare malati, neonati e donne incinte, non esiste che un Paese come il nostro si faccia dettare le scelte in materia di immigrazione da una Ong pagata da chissà chi per fare chissà cosa. E' una nave olandese di una Ong tedesca, ci pensino ad Amsterdam o a Berlino".

Migranti Sea Watch, aiutateci, qui come in prigione

"Non ce la facciamo piu', qui siamo come in prigione, aiutateci a sbarcare presto, a mettere i piedi giu' da questa barca". E' l'appello lanciato dai migranti a bordo della Sea Watch 3 da 13 giorni al largo di Lampedusa. "Siamo tutti stanchi, esausti, stremati - dice uno di loro in un video della Ong postato sulla pagina facebook del 'Forum Lampedusa solidale' - pensate ad una persona appena uscita di prigione e fuggita dalla Libia, che ora si trova qui seduta o sdraiata. Immaginatevi come debba sentirsi questa persona"

Sea Watch, la capitana: "Sbarco a Lampedusa, non mi importa del divieto"

"Io voglio entrare. Entro nelle acque italiane e li porto in salvo a Lampedusa. Sto aspettando cosa dirà la Corte europea dei diritti dell'uomo. Poi non avrò altra scelta che sbarcarli lì". Così in un'intervista rilasciata a 'la Repubblica' Carola Rackete, la 31enne comandante tedesca della nave Sea Whatch 3. "So che c'è il rischio di essere multata e che la nave verrà sequestrata, ma io sono responsabile delle 42 persone che ho recuperato in mare e che non ce la fanno più - prosegue la capitana - La loro vita viene prima di qualsiasi gioco politico o incriminazione. Non bisognava arrivare a questo punto".

"I migranti a bordo sono disperati. Qualcuno minaccia lo sciopero della fame, altri dicono di volersi buttare in mare o tagliarsi la pelle - racconta Rackete - Non ce la fanno più, si sentono in prigione. L'Italia mi costringe a tenerli ammassati sul ponte, con appena tre metri quadrati di spazio a testa. Ci sono anche tre minorenni, ragazzi di 11, 16 e 17 anni. Non stanno male, ma in Libia hanno subito abusi. Il 14 giugno ho fatto richiesta al Tribunale dei minorenni di Palermo perché prendesse in carico il loro caso. Non mi ha risposto nessuno". "Secondo Salvini dovremmo andare in Olanda? E' ridicolo, bisognerebbe circumnavigare l'Europa!", sottolinea la comandante della Sea Watch, "Oltretutto anche l'Olanda non collabora, Malta ha negato l'autorizzazione e la Tunisia non ha una normativa che tuteli i rifugiati" aggiunge Rackete.

"Come sono finita nel Mediterraneo a salvare i migranti? La mia vita è stata facile, ho potuto frequentare 3 università, a 23 anni mi sono laureata. Sono bianca, tedesca, nata in un Paese ricco e con il passaporto giusto. Quando me ne sono resa conto, ho sentito un obbligo morale di aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità", conclude Rackete.

LA CORTE STRASBURGO DECIDE OGGI POMERIGGIO SU SEA WATCH

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo prenderà una decisione oggi pomeriggio sulla richiesta avanzata dalla nave Sea Watch 3 affinché siano adottate "misure provvisorie" che consentano lo sbarco dei migranti, a bordo della nave da 13 giorni. Lo comunica un portavoce della Corte di Strasburgo.

       

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