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Cronache
Selvaggia Lucarelli contro Sfera Ebbasta: "No a quei selfie dopo Corinaldo"
I post instagram del trapper Sfera Ebbasta
dal profilo facebook di Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli inizia il 2019 con un encomiabile pezzo ricco di spunti e suggestioni. Quando ormai si sono pressoché, e colpevolmente, spenti i riflettori mediatici sulla strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, ecco che la giornalista riporta in un pezzo pubblicato sul Fatto Quotidiano l'attenzione sulla tragedia. Argomento dell'analisi di Selvaggia è la comunicazione di Sfera Ebbasta (il trapper che si sarebbe dovuto esibire alla Lanterna Azzurra quella sera fatale, e che le sei vittime - fra gli altri avventori - erano accorse ad ascoltare), in particolare i suoi post natalizi.

La Lucarelli esordisce con una breve dissertazione sui testi del trapper, a suo parere criminalizzati, dopo la tragedia, da adulti solerti e da "saggi tromboni" che, prima di Corinaldo, non si erano mai degnati di analizzare "il fenomeno Sfera Ebbasta e di ascoltare cosa canti, a dimostrazione che chi sa quello che è bene per le nuove generazioni, di solito non sa nulla delle nuove generazioni (finché un fatto di cronaca non offre una succulenta occasione per pontificare)".

Definendo "i testi cretini delle canzoni di Sfera Ebbasta ... la parte più incolpevole della storia", Selvaggia nota un fenomeno sfuggito ai più, ovvero che, negli ultimi tempi, "sono per la prima volta ragazzi e ragazzini a prendersela con il trapper. Ad attribuirgli colpe. E non per i morti, ma perché sembrerebbe esserseli scordati in fretta".

E ancora: "Il teatro della vicenda è Instagram, l’unico canale di comunicazione che Sfera, con i suoi 2 milioni e mezzo di follower, utilizza con regolarità. E’ lì che il giorno dopo la tragedia alla Lanterna Azzurra il trapper ha scritto il suo pensiero sull’accaduto. Ed è lì che ho capito" commenta Selvaggia, "in quale casino si stesse infilando, quanto lui, con i suoi 25 anni e gli scarsi strumenti culturali che possiede, fosse impreparato. Che poi, la sua incapacità di gestire una vicenda così complessa era prevedibile a tutti tranne che al suo entourage, evidentemente".

La giornalista e opinionista conosce bene i social network avendone precorso da blogger pioniera qual è stata molti anni fa la dirompente potenza, ed effettua un'analisi perfetta ed efficace di come, a tutti gli effetti, gestendo un profilo pubblico seguito da milioni di persone, nel caso specifico da ragazzini, si maneggia l'equivalente di un ordigno esplosivo di imprecisata pericolosità. E punta il dito sull'entourage di Sfera. "Un entourage che", scrive la Lucarelli, "dopo Corinaldo, non ha saputo prendere in mano la situazione, spiegargli quanto sia importante la comunicazione dopo un fatto così enorme e devastante, quanto sia importante essere empatici e lasciar decantare".

A finire nel mirino della giornalista sono soprattutto i selfie pubblicati recentemente dal trapper, quegli stessi selfie che hanno indignato i suoi stessi fan più giovani. "Pochi giorni dopo la letterina commossa, Sfera tornava già col suo primo selfie da rapper alpha, con l’aria compunta e la felpa giusta, e un altro messaggino algido su quanto avesse deciso di tenere privato il suo dispiacere, su quale cattiverie fossero state dette sul suo conto e poi quel finale così, vagamente disturbante: “Il 2018 è stato un anno ricco di emozioni per me, ci vediamo ai concerti in giro per l’Italia!”.

"Come se la notte di Corinaldo" ironizza amaramente Selvaggia, "fosse stata una bolla temporale che nulla ha a che fare col 2018. Come se Bush avesse detto: “Mi dispiace per le Torri Gemelle, comunque il 2001 è stato un anno speciale per New York! Ci vediamo a Times Square per i fuochi di Capodanno!”. 

Puntando di nuovo il dito sull'incapacità dell'entourage di Sfera nel gestire il "dopo Corinaldo", la requisitoria di Selvaggia prosegue con l'analisi di altri post del trapper: "I soliti selfie con gnocca e tatuaggi, finché poi, sotto le feste, è passato al cappello rosso di babbo Natale, il dito medio alzato e il messaggio “A te e famiglia”. Qualcuno ha iniziato fargli notare che per le famiglie di Corinaldo sarebbe stato il primo Natale senza una mamma, senza i figli. Sfera va avanti, posta una foto nelle storie di Instagram, lui in mutande davanti allo specchio e “Ti ho portato un pacco, Merry Xmas”.

E la giornalista fa per l'appunto notare che, adesso, le critiche, le ingiurie, le offese ai danni del trapper arrivano proprio da quei ragazzini che ai tempi della strage in discoteca, quando egli era nel mirino degli "adulti" e dei "saggi tromboni" lo difendevano a spada tratta. E tuttavia, Sfera continua nel suo dissennato fancazzismo. "Poi l’ultima foto" illustra Selvaggia. "Sfera col suo piumino rosso Moncler e il messaggio ai fan: “Tagga un artista che ha spaccato più di me nel 2018!”. Ci risiamo. Che figata questo 2018. Primo posto in classifica, live col pienone, un sacco di dischi venduti e quei sei morti in discoteca. Davvero un anno da incorniciare". 

A questo punto, Selvaggia Lucarelli conclude il suo lungo articolo con una frase tratta dal testo di una canzone di Ivano Fossati: “C'è un tempo perfetto per fare silenzio. Guardare il passaggio del sole d’estate… È tempo che sfugge, niente paura, che prima o poi ci riprende”. E commenta: "C’è tempo per ricominciare a dire che la vita è una gran figata. Nel frattempo, forse, si può trovare un modo più gentile per andare avanti".

In questo epilogo sta soprattutto la forza del pezzo della giornalista che, madre di un ragazzino coetaneo delle vittime di Corinaldo, conosce perfettamente il mondo dei giovanissimi, lo segue da vicino, obbligata a scendervi a patti quotidianamente. I testi "maleducati" di Sfera, ai tempi della strage di Corinaldo, finirono sviscerati e sezionati e messi alla berlina, ma la maleducazione più pericolosa, più nefasta e, in ultima analisi, più nociva è la maleducazione dei sentimenti. Una piaga che oggigiorno non investe soltanto il  mondo della musica, ma anche quello politico e di conseguenza l'intera società. Bravissima Selvaggia Lucarelli a ricordarcelo, dal canto suo, con encomiabile educazione. 

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Tags:
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