Sicilia, Cateno De Luca assolto per il "sacco di Fiumedinisi"
Assolto dai reati di abuso d’ufficio e falso, prescritta la tentata concussione
Assolto da tutti i reati: abuso d’ufficio e, falso, prescritta la tentata concussione. Reati per i quali anche in primo grado sarebbe scattata la Severino. È questa la decisione della seconda sezione penale di Messina presieduta da Mario Samperi. Ed è un tripudio per De Luca nell’aula affollata dai suoi elettori. Si è concluso così il processo a carico del neodeputato, Cateno De Luca, arrestato lo scorso mercoledì per evasione fiscale.
"Ora vado alla Regione anche contro Salvini che su di me ha dato dei giudizi falsi", ha detto dopo la sentenza Cateno De Luca. Il deputato era accompagnato dalla moglie e dopo la lettura della sentenza è stato portato via dai carabinieri per tornare nell'abitazione dove si trova ai domiciliari. Le persone presenti dentro e fuori l'aula del tribunale hanno applaudito e gridato di gioia.
La sentenza di oggi riguarda, invece, vicende risalenti agli anni tra il 2004 e il 2010, nel mirino degli inquirenti i lavori di costruzione di un albergo con centro benessere, ad opera della Dioniso srl, finita anche nell’inchiesta della Guardia di finanza e dei Carabinieri di Messina che è sfociata nell’arresto di due giorni fa.
Oltre l’albergo anche 16 villette e la realizzazione di un muro di contenimento del torrente Fiumedinisi, tutte opere che secondo l’accusa avevano favorito società dell’allora sindaco di Fiumedinisi, Cateno De Luca. Le indagini erano partite a seguito di un esposto e avevano portato all’arresto di De Luca nel giugno del 2011. Assieme all’ex sindaco erano andati a processo anche il fratello Tindaro, il funzionario del Comune, Pietro D’Anna, il presidente della Commissione edilizia, Benedetto Parisi e altri 14 persone tra cui, Carmelo Satta, anche lui agli arresti mercoledì per evasione fiscale.
De Luca aveva proposto ricorso in Cassazione per spostare il processo a Reggio Calabria, ma la sua istanza è stata respinta.
L’accusa, sostenuta dal pubblico ministero, Liliana Todaro, aveva chiesto la condanna a 5 anni di reclusione per Cateno De Luca, 4 anni per il fratello Tindaro, 2 anni per il funzionario comunale, Pietro D’Anna, un anno e 7 messi per Gregorio Natale Coppolino, 1 anno e 4 mesi per il vice sindaco Grazia Rasconà, 1 anno e 2 mesi per Giuseppe Bertino, Paolo Crocè, Carmelo Crocetta, Giuseppe Giardina, Antonino Cascio e Salvatore Piccolo.
Prescrizione per i componenti della commissione edilizia: Renzo Briguglio, Angelo Caminiti, Roberto Favosi, Fabio Nicita, Francesco Carmelo Oliva e Carmelo Satta.