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Cronache
Sparò ai ladri, imprenditore condannato: "Loro liberi, mi sento un coglione"

Sparò ai ladri, la Cassazione conferma la condanna all'imprenditore Angelo Peveri

E' stata confermata dalla Corte di Cassazione la condanna per tentato omicidio nei confronti di un imprenditore piacentino - imputato per tentato omicidio - che, la notte del 6 ottobre del 2011, sparo' con un fucile a una banda di ladri romeni dentro il suo cantiere. Dei tre romeni, che stavano rubando gasolio, uno venne ferito molto gravemente. L'imprenditore, Angelo Peveri, racconto' ai Carabinieri del Nucleo investigativo, allora comandati dal capitano Rocco Papaleo, di essere esasperato dai continui furti che stava subendo in quel periodo. La Suprema Corte ha confermato la condanna di 4 anni e 6 mesi di reclusione, nonostante il Procuratore Generale della Cassazione avesse chiesto di accogliere il ricorso della difesa dell'avocato Paolo Fiori del Foro di Piacenza e di rinviare nuovamente alla corte di Appello per un nuovo esame. L'imprenditore rischia ora di essere arrestato e il carcere.

Angelo Peveri: "Mi sento un coglione, io in galera mentre loro sono liberi"

“Sto aspettando che mi vengano a prendere. Come volete che mi senta, un coglione. Perché un coglione? Uno che lavora oggi cos’è? Un coglione. Ho sempre lavorato. Mi hanno rubato 90 volte e vado in galera. Mi sento un coglione”. Così a La Zanzara su Radio 24 Angelo Peveri, l’imprenditore piacentino condannato in via definitiva a quattro anni e mezzo di carcere per aver ferito un ladro romeno durante un tentativo di furto. “Mio figlio va avanti con l’impresa – dice - sarebbe meglio farlo smettere. Io avevo molta fiducia nelle leggi italiane. Infatti non ho mai dato colore politico a questa cosa. Però non è andata tanto bene. Sono innocente. Non ho inseguito nessuno. Mi sono difeso dai furti che subivo. Io sono andato a lavorare e questo qui è saltato fuori dal buio. Mi sono spaventato, mi sono girato ed è partito il colpo. Chiuso. Quello che ho dichiarato, l’ho dichiarato all’epoca e non ho mai cambiato versione. Dopo mezz’ora il carabiniere, e dopo due anni, dopo tre anni sempre quello”. 

“Sono pronto ad affrontare il carcere – dice Peveri -  e mi dispiace per quello che lascio a casa, i figli, mia moglie, i nipoti. Sono preparato perché dopo nove anni sono anche stanco di aspettare queste cose, capito? La nuova legge? Dicono non sarei finito in galera, ma le leggi nuove bisogna vederle prima. Mi fa piacere l’interessamento di Salvini ma in galera ci vado io. Servirà per mio figlio se va avanti con l’impresa, per mio nipote, per i miei figli. Io non lo rifarei, però è ora che lo Stato ci tuteli un po’. Non sono andato lì per sparare, ma per tutelarmi se trovavo persone che potevano ridurmi in fin di vita. Ma io non avevo intenzione di sparare. Perché ero andato lì col fucile? Perché andrebbe di notte in un cantiere al buio sapendo dagli allarmi che dentro ci sono degli intrusi? Dovevo chiamare la polizia? Io l’ho sempre chiamata, ma quando arriva sa dove sono? Sa dove sono i ladri quando arrivano i carabinieri? Già andati. Non per colpa loro. Arrivano quando non c’è più niente. E’ successo molte volte che abbiamo chiamato”.

Perché hai sparato?: “Non ho sparato a queste persone quando se ne stavano andando. Ho sparato a 30 centimetri davanti perché mi veniva incontro…che poi non ho sparato, m’è partito il colpo. Sono inciampato, ero in ciabatte nel torrente, nella ghiaia. Io ho sparato in alto, poi ne ho visto uno scappare, ho saputo dopo che erano in tre, neanche li avevo visti. Ed ho sparato a una persona a 30cm che mi veniva contro al buio, che non ho visto un cazzo. Ma ho la coscienza tranquilla”.

Quanto ci ha rimesso per i furti subìti?: “Circa 150.000 euro. Ma sono stanco. L’avvocato mi ha detto che forse dopo un anno e mezzo, la buona condotta, posso avere i domiciliari…E’ tosta, ma ho cominciato a lavorare a 14 anni mungendo le mucche di mio papà. A 16 anni il libretto, poi mi sono creato una piccola impresa, bella e sana. Ho 57 anni, lavoro da più di 40. E devo andare in galera e i ladri sono fuori.  Per chiudere il discorso, questi signori hanno avanzato una richiesta di 700.000 euro di risarcimento danni, di cui mi hanno già condannato a dargliene 30. Più spese legali”.

Legittima difesa: Salvini, Peveri in carcere? Non e' Paese normale

"L'imprenditore Angelo Peveri ha passato la sua prima notte in carcere a Piacenza: e' stato condannato a 4 anni e mezzo perche' durante l'ennesimo tentativo di rapina feri' involontariamente uno dei rapinatori, mentre il ladro e' stato condannato a 10 mesi. Mi domando se sia un Paese normale quello in cui chi si difende viene condannato a 4 anni e il rapinatore a 10 mesi". Lo ha detto a Rtl 102,5 il ministro dell'Interno. "Questo mi rende chiara l'urgenza di approvare entro marzo, ed e' un impegno, la legge sulla legittima difesa", ha aggiunto.

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