Stato-mafia, la requisitoria dei pm: "Rapporti anomali Mannino-carabinieri"
Stato-mafia: requisitoria, "rapporto anomalo Mannino-carabinieri"
"Per capire chi e' Subranni dobbiamo citare cio' che ha messo a verbale la signora Agnese, vedova del giudice Paolo Borsellino: 'Ho visto la mafia - ha detto, riferendo le parole del giudice - in faccia, Subranni e' punciutu'". E' il rapporto "anomalo fittissimo" tra l'ex ministro Dc Calogero Mannino con i carabinieri, al centro del secondo giorno della requisitoria al processo sulla trattativa tra Stato e mafia. E' sempre il sostituto Roberto Tartaglia a parlare. Dinanzi alla Corte d'assise, nell'aula bunker de carcere Ucciardone, di Palermo, l'accusa sostiene che "non si puo' sentire che la signora Agnese l'ha detta troppo tardi... come se la signora Agnese fosse un collaboratore di giustizia che ha l'obbligo di riferire tutto entro 180 giorni...".
Il "filo rosso" che lega Calogero Mannino - secondo i pm - ai carabinieri era sempre presente. Anche quando cominciare a girare l'anonimo denominato 'Corvo 2' - ha detto Tartaglia - in cui vi erano accuse anche contro l'ex ministro, Subranni 'ispira' un lancio Ansa da cui si evince che le forze di polizia (carabinieri) ritengono quelle del corvo illazioni e accuse assurde. E poi lo stesso Subranni - mentre l'aggiunto Paolo Borsellino e il sostituto Vittorio Aliquo' gli hanno affidato la delega di indagini - scrive un biglietto all'allora procuratore Giammanco consigliando di archiviare tutto". "Il rapporto mafia-appalti - ha proseguito il pm - e' divenuto una sorta di panacea difensiva. Falcone? Indagava su mafia-appalti. Borsellino? Cercava il rapporto mafia-appalti". La verita' - secondo l'accusa e' che anche in questo caso c'e' stato un insabbiamento e uno sviamento: "nel primo rapporto ci sono solo nomi di mafiosi. Soltanto diciannove mesi dopo, nel settembre 1992, quando le stragi furono compiute e cominciano le fughe di notizie, spunta una seconda versione del rapporto in cui spunta anche il nome di Mannino".