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Cronache
Strage discoteca Corinaldo, 7 arresti. "Eʼ una banda di rapinatori seriali"

CORINALDO: ORDINANZA, ARRESTATI 'MORTI IN 6 PER QUESTO GIOCHINO E NOI LO SAPPIAMO'

''Io in questo bordello ci stavo solo per te e lui non per altro. Siamo andati a una festa, fra', e son morte 6 persone. io ch'ho ancora...ancora quella cosa non va via fra'. In questo gioco fra son morte 6 persone per questo giochino e noi lo sappiamo...e la cosa che è consapevolezza che fa male fra, e tu lo sai vecchio. Sempre qualcosa da nasconderci, sempre qualcosa da non pensarci fra. E' andata così, è andata così fra'. A parlare, in una intercettazione contenuta nell'ordinanza firmata dal gip di Ancona, è uno degli indagati della banda dello spray. Secondo il gip, è evidente la sua consapevolezza "in ordine al fatto che la tragedia sia stata la diretta conseguenza di quello che lui stesso indica come un ''giochino'', ovvero la loro attività criminosa". Sono altresì significative, rileva l'ordinanza, le affermazioni che mettono in luce la stato d'animo riconducibile alla tragedia (''è la consapevolezza che fa male''} edin particolare per essere costretto a ''nascondersi'' e a ''non pensarci''.

CORINALDO: ORDINANZA, IL 'PATTO' TRA ARRESTATI 'DA QUELLA SERA SIAMO SOLO NOI TRE'

Tra alcuni dei membri della banda dello spray che erano presenti nella discoteca di Corinaldo la sera in cui il loro blitz provocò il panico che fece sei vittime si impegnarono a una sorta di patto di fratellanza e silenzio dopo quei tragici fatti. Ne fa menzione il gip di Ancona nell'ordinanza, nella quale, riportando una conversazione intercettata, spiega che due degli indagati "fanno riferimento ad una sorta di 'patto', concordato anche con un terzo, che li unisce particolarmente. Dai tono, accorato, della conversazione si può evincere che tale accordo sia stato fatto in seguito alla tragedia di Corinaldo; infatti, gli interlocutori fanno riferimento ad un particolare episodio che li ha 'uniti'". "... omissis... soprattutto per noi due fra soprattutto per noi due...fra noi tre ci... lo sappiamo perché... siamo noi lo sai il perché lo sai perché dico noi tre fra' perché da quella sera e come se fossimo solo noi tre fra'... quella è stata una cosa che...''', "non è che lo abbiamo scelto ci siamo trovati quella notte fra ' ridendo e scherzando abbiamo detto quelle cose ed io le sto rispettando quella cosa cioè e pure lui la sta rispettando", alcune delle frasi intercettate, nel corso di una conversazione che aveva al centro il comportamento del terzo membro che, "a causa di un'errata suddivisione dei proventi illeciti, aveva deciso di non collaborare più con loro nelle azioni predatorie". "Nonostante il comportamento del loro amico", spiega il gip, i due confermano che avrebbero comunque rispettato il loro accordo: "lo so ma fra ' la rispettiamo da allora non ti preoccupare''. "L'esistenza di un segreto inconfessabile - rileva il magistrato - si evince altresì dalla conversazione intercettata a bordo dell'autovettura di (...) laddove questi, attraverso comunicazioni gestuali , confida a (...) qualcosa di particolarmente importante, raccomandandosi affinché non riveli a nessuno quanto appreso".

CORINALDO: ORDINANZA, ARRESTATO SU SPRAY 'DI NUOVO DI MODA IL GAS, GIA' L'HANNO DIMENTICATO...'

In una 'trasferta' per raggiungere la discoteca ''Studio 16'' di Arquà Polesine (Rovigo) alcuni componenti della banda dello spray indagati per la strage di Corinaldo si trovano a parlare della questione dell'uso dello spray al peperoncino per mettere a segno i furti e le rapine e scappare rapidamente dalle discoteche. Uno di loro, si legge nell'ordinanza del gip di Ancona, "invita gli altri a non avere paura ad entrare in discoteca. (...) replica dicendo che lui era anche disposto à portare lo 'spray' all'intemo del locale: "Sporto il gas dentro ti giuro faccio spruzzare tutti, lì faccio sparire''. E precisa: ''ormai va di nuovo di moda il gas...Già l'hanno dimenticato''. "E' chiaro il riferimento alla tragedia di Corinaldo, che ha scatenato polemiche mediatiche sull'utilizzo dello spray al peperoncino", riferisce il provvedimento che riporta anche la reazione di (...), che risponde dicendo: ''fra io non, non l'ho mai dimenticato". A quel punto l'amico cerca di tranquillizzarlo, rendendosi disponibile ad usare lui lo spray ("spruzzo io, tu me lo rimetti in tasca, dopo che ho spruzzato, voglio vedere chi lo trova Eh eh eh, voglio vedere se prendono le impronte dall'aria... ti giuro lo spruzzo e metto di nuovo in tasca fra...Uah se muore voglio vedere... chi sono...''). "Tale affermazione - si legge nell'ordinanza - fa riferimento a quanto accaduto a Corinaldo dove, dopo l'utilizzo dello spray al peperoncino avevano perso la bomboletta, poi sequestrata dalle forze dell'ordine" ed evidenzia "che gli indagati sono soliti usare lo spray al peperoncino anche come mezzo per garantirsi la fuga nel momento in cui vengono scoperti e/o sospettati".

CORINALDO: ORDINANZA, AUTO BANDA FERMATA A POSTO DI BLOCCO 'RAGAZZI, NIENTE SPRAY'

Fermati a un posto di blocco, alcuni degli indagati della banda dello spray di Corinaldo, in auto con alcune ragazze, si sentono raccomandare dal carabiniere che ha eseguito il controllo nei loro confronti di comportarsi bene con le ragazze e di non usare gli spray. "No, no...quella cosa lì non so neanche cosa sia", è la risposta di uno di loro come emerge dall'intercettazione ambientale contenuta nell'ordinanza del gip di Ancona. L'episodio ingenera preoccupazione nei ragazzi: "(...) dice che non gli è mai capitata una cosa del genere e precisa di avere paura che se manca una (riferito alla collana) attribuiranno subito la colpa a loro". Poi "dice dì essere preoccupato per i suoi precedenti penati e si chiede: 'perché ha parlato dello spray?'".

CORINALDO: ORDINANZA, INTERCETTAZIONE 'MI SONO NASCOSTO LA COLLANA IN BOCCA'

"Me la so messa in bocca (dopo il furto la collana viene occultata in bocca) sentivo i peli, perché sono andato in bagno me la sono andata a sciacquare...ah! L'ho vista adesso ci sono i peli arancione anche, porca troia ho fatto tutto quel casino'. (...): "Ma io cosa ti ho detto a te daii'inizio teniamo quello li da trenta (30 grammi)". Sono le intercettazioni dei dialoghi tra i sette indagati per la strage nella discoteca di Corinaldo (Ancona) contenuti nell'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Ancona.

CORINALDO: ORDINANZA, 'ANCHE RAGAZZE COINVOLTE NEI FURTI DELLA BANDA'

Ci sono anche ragazze coinvolte nei furti della banda dello spray a quanto emerge dall'ordinanza del gip di Ancona emessa nell'ambito delle indagini sulla strage di Corinaldo. In particolare, il provvedimento cita il caso di una giovane "la quale, oltre a partecipare ai furti, ha messo a disposizione il suo veicolo ovvero ha dato la disponibilità per condurre quello degli indagati privi di patente", oltre a quello di altri due soggetti "reclutati per supplire alle temporanee assenze di alcuni componenti del gruppo criminale". Coinvolta nei 'blitz' della banda anche un'altra ragazza che, si legge nel provvedimento, "si rende disponibile anche per 50 euro" a partecipare alle azioni ma con cui poi i rapporti si rompono a causa di un debito non pagato. In una intercettazione uno degli indagati racconta di un litigio avuto con i ''genovesi'' (una banda rivale) "verificatosi mentre si trovava nella discoteca ''Nord Est'' di Caldogno (VI); la lite era scaturita a seguito del furto di una collana che i ''genovesi'' avevano rivendicato come la loro". In quella occasione era presente anche la donna che poi, "a seguito di tale episodio non aveva più partecipato alle altre azioni delittuose poiché non aveva ricevuto la somma di 50 euro che le era stata promessa per l'apporto fornito per la serata". Successivamente, la donna "ha stretto amicizia con i ''genovesi'' ed ha cominciato a frequentarli, fino a collaborare con loro nell'attività illecita".

CORINALDO: SINDACO, 'FATTI MOLTO GRAVI DA INDAGINI SI EVINCONO DINAMICHE UMANE DISASTROSE'

''Sono fatti molto gravi, parliamo di giovani. Da un lato stiamo raggiungendo la verità, dall'altro appesantiamo ulteriormente un quadro complessivo, rispetto a un livello sociale, culturale e a delle dinamiche umane disastrose. Quindi facciamo molta attenzione nel leggere queste cose perché sono tutte molto gravi". Così all'Adnkronos il sindaco di Corinaldo Matteo Principi commenta i sette arresti disposti dal tribunale di Ancona nei confronti di altrettanti giovani accusati aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca 'Lanterna Azzurra' di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale, l'8 dicembre scorso, provocò sei morti e decine di feriti emerge con la "concorrenza con il gruppo dei genovesi "Non ho sentito i familiari delle vittime - dice Principi - lascio a tutti il tempo per riflettere e farci raggiungere dalle notizie più precise possibili. Anche io, del resto, ho appreso tutto dalla stampa, non ho informazioni più particolari''. Dunque, il sindaco di Corinaldo aggiunge: "Mi affido all'attività degli inquirenti perché sono convinto che dal loro operato arriveranno certamente informazioni che ci permetteranno di dire in maniera chiara quello che è successo quella notte. I risultati stanno arrivando - rileva Prinicpi - Si sta componendo un quadro abbastanza chiaro, penso che ci saranno ulteriori evoluzioni nei prossimi periodi''.

CORINALDO: ORDINANZA, ARRESTATO 'MILANO E' OCCASIONE, HO RUBATO PIU' CHE IN DISCOTECA'

"Perché a Milano io ho rubato più in giro che in discoteca. E' un'occasione, Milano è occasione", dice il 21 aprile scorso uno degli indagati per la strage di Corinaldo (Ancona) nella intercettazione contenuta nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari del tribunale di Ancona. Uno degli indagati "racconta di un'occasione nella quale è andato a rubare in una discoteca della Repubblica Ceca". E dice "(...) siamo entrati, la serata faceva schifo, era un posto grandissimo mezzo vuoto, , io spray ner farmi un 40 (riferito al peso e/o ai carati dì una collana) tedeschi di merda, sono venuto fino qua e non ne faccio nemmeno una?". E ancora su 'Sfera Ebbasta': "Come a Milano all'Alcatraz l'ho fatta... che ho messo la mano quasi sotto la giacca... anche quella (ine.) fra tu hai perso un minuto a guardarmi in faccia a dirmi, ce l'hai in bocca?" Io sono stato con (...) a Sfera Ebbasta, di nuovo, senza di te, abbiamo preso Flixibus, ti ricordi che siamo andati a prenderlo con (...)".

CORINALDO: ORDINANZA, 'COSTRETTO A FARE DA AUTISTA E PESTATO CON MAZZA BASEBALL

Un uomo "era stato 'costretto' - con minacce o violenze di vario tipo (calci, pugni, percosse mediante l'utilizzo di mazze da baseball o spegnimento di sigarette sul suo corpo) -" a fare da autista ad alcuni membri della banda dello spray al peperoncino, accompagnandoli " presso diverse discoteche ubicate sul territorio nazionale, in occasione di eventi musicali. Una volta all'interno dei locali costoro commettevano furti con strappo di collane o comunque di oggetti preziosi indossati dagli avventori". E' quanto si legge nell'ordinanza del gip di Ancona che oggi ha portato all'arresto di sette persone in relazione alla tragedia di Corinaldo. L'uomo in questione "non partecipava alle azioni delittuose, ma veniva 'usato' esclusivamente come autista. La sua presenza era fondamentale per i giovani poiché, considerata la notevole differenza di età, avrebbero potuto eludere eventuali controlli di polizia, facendo credere agli operatori che si trovavano in compagnia di un genitore o di un parente". L'uomo tra l'altro, ricostruisce l'ordinanza, "aveva tentato di allontanarsi dal gruppo, motivo per il quale era stato picchiato violentemente con una mazza da baseball. Per tale ragione, dopo la presentazione della denuncia, temendo eventuali ritorsioni, nel mese di sèttembre dello scorso anno si era trasferito all'estero senza fare più rientro in Italia". A seguito della sua denuncia, si spiega nell'atto, è stato aperto il procedimento penale che ha portato l'attenzione degli investigatori su uno degli arrestati con precedenti di polizia specifici per furto con strappo.

CORINALDO: ORDINANZA, ARRESTATO 'NON HO LA COLLANA, TI TAGLIO LA GOLA A TE E A QUEL CICCIONE...'

"Nonetto di m... ti giuro su Dio adesso vengono i Carabinieri mi controllano, non ho la collana, ti taglio la gola a te ed a quel ciccione pòrco di m... del c..."". E' la conversazione trascritta nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari emesse dal tribunale di Ancona nei confronti dei sette giovani accusati di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti emerge con la "concorrenza con il gruppo dei genovesi". La conversazione è stata registrata il 13 aprile scorso dentro l'auto di uno degli indagati che con tre complici era appena uscito dalla discoteca Mojito di Città di Castello (Pg) all'interno della quale era presente anche "il gruppo rivale dei genovesi". "Se avessimo avuto lo spray (...), però fra li bucavamo: tipo se gli tiro un pugno in faccia la colpa è nostra". E ancora: "loro lavorano, noi li asfissiamo gli prendiamo le le balze". E poi, ancora il 21 aprile, dentro l'auto, uno degli indagati commenta un'azione di quattro anni prima alla discoteca le Rotonde di Garlasco: "Li mi hanno beccato e noi siamo scappati gli sbirri mentre scappavo spruzzavo, ne ho fatta una c'era...tipo mi hanno preso - e aggiunge - Fra io so scappato eiù...oh! I buttafuori...! borghesi quelli in mezzo alla pista io correvo e spruzzavo".

CORINALDO: ORDINANZA, VITTIMA 'AIUTAVO RAGAZZO A RIALZARSI, POI HO SENTITO STRAPPO COLLANINA'

"Mentre aiutavo i ragazzi ammassati sulla scalinata appena fuori dalla discoteca, mentre tiravo un ragazzo per un braccio per aiutarlo a tirarsi su ho sentito che qualcuno mi stava tirando via la collanina d' oro che portavo al collo". Così nell'ordinanza del gip di Ancona nei confronti dei componenti della banda dello spray al peperoncino che agì nella discoteca di Corinaldo generando il panico che causò sei morti un testimone racconta di essere stato derubato mentre soccorreva le vittime. E' avvenuto "in modo talmente veloce che mi sono accorto solamente quando la collanina era stata portata via, mi sono girato ma non sono riuscito a vedere a chi era stato....''

CORINALDO: ORDINANZA, GUERRA GRUPPI CHE USANO SPRAY, 'CONCORRENZA CON BANDE GENOVESI'

Dalla conversazione intercettata e trascritta nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari emesse dal tribunale di Ancona nei confronti dei sette giovani accusati di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti, emerge la "concorrenza con il gruppo dei genovesi". La conversazione è stata registrata il 13 aprile scorso dentro l'auto di uno degli indagati appena uscito insieme a due complici dalla discoteca Mojito di Città di Castello (Pg) "nella quale avevano commesso dei furti", si legge nell'ordinanza, che precisa ulteriormente: "Gli interlocutori fanno riferimento ai problemi di concorrenza sorti con il 'gruppo dei genovesi' presenti anche loro all'interno dello stesso locale e resisi responsabili di analoghe condotte criminose".

CORINALDO: ORDINANZA, 'FURTI ANCHE IN NEGOZI, NON PAGAVANO CENE E NOLEGGI AUTO'

Secondo quanto si legge nell'ordinanza della procura di Ancora in merito all'inchiesta sui morti della discoteca di Corinaldo, gli indagati erano soliti "in occasione dei viaggi effettuati per raggiungere le discoteche o per ritornare a casa", commettere "furti all'interno di esercizi commerciali ubicati nelle aree di servizio autostradali ovvero hanno omesso di saldare i conti presso strutture ricettive, ristoranti, autonoleggi e tassisti".

Corinaldo, colpi per 15 mila euro al mese della banda

Grazie alle rapine compiute con lo spray al peperoncino la banda che ha provocato la strage nella discoteca di Corinaldo riusciva a mettersi in tasca circa 15mila euro al mese. E' quanto hanno accertato gli investigatori che stanno ora indagando su tutta un'altra serie di episodi analoghi avvenuti in 60 locali del centronord e anche all'estero:

CORINALDO: ORDINANZA, 'HO SPRUZZATO COSI' TANTO IN DISCOTECA CHE SUBITO SI E' SVUOTATA'

"Fra, tutta la discoteca era fuori, uno spray intero tutto dentro l'Italghisa". E' un passaggio delle conversazioni intercettate il 30 marzo 2019 (contenute nell'ordinanza del gip di Ancona) tra le sette persone, accusate di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti. Il dialogo trascritto nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari del tribunale di Ancona è stato registrato all'interno della Lancia Y di uno degli indagati. I quattro protagonisti parlano delle azioni criminose commesse alla discoteca 'Vox Club' di Nonantola e all'Italghisa di Reggio Emilia. Uno degli indagati confessa di aver spruzzato così tanto spray urticante all'Italghisa che il locale in poco tempo si è svuotato. Il motivo dell'abuso di spray? "Se lo vuoi sapere li avevamo pippato - dice uno degli arrestati - Fra - esclama al complice - tutta la discoteca era fuori, uno spray intero tutto dentro l'Italghisa".

CORINALDO: ORDINANZA, ARRESTATO 'INIZIAMO CON IL BRACCIALE STASERA?'

''Iniziamo con il bracciale stasera?''. E' una delle frasi intercettate dai carabinieri nell'autovettura di due dei sette arrestati, accusati di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti. La conversazione intercettata risale alla sera del 9 marzo scorso: i ragazzi stavano andando alla discoteca 'Dorian Gray' di Verona dove si è esibito l'artista ''Gabry Ponte''. ''Becchiamo i genovesi stasera'', commentano tra loro in macchina, riferendosi alla banda rivale. I tre, recita l'ordinanza di applicazione delle misure cautelari del tribunale di Ancona, quella notte ''hanno commesso almeno due furti di collane. Infatti, commentano il modello dei monili appena sottratti, il peso e la caratura''. Inoltre ''fanno riferimento alle modalità di occultamento, alle vittime e alle modalità di esecuzione. Si lamentano poi delle poche collane rubate, attribuendo la colpa agli organizzatori che, immediatamente dopo il primo furto, hanno pubblicamente allertato tutti i presenti. Durante il viaggio di ritorno manifestano il dubbio che una delle collane possa essere falsa e, pertanto, si pentono di essere usciti subito dal locale''.

CORDINALDO: RILIEVI RIS ROMA SU BOMBOLETTA E DNA PROFILI DECISIVI PER INCASTRARE ARRESTATI

- L'indagine cha ha permesso di incastrare sette persone, accusate ora di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona), è partita dal lavoro dal Reparto investigazioni scientifiche (Ris) dei carabinieri di Roma. I militari hanno agito su due fronti paralleli. In primo luogo hanno effettuato la mappatura chimica della tipologie di capsicina, il principio attivo del peperoncino, risalendo così al principio contenuto nelle bombolette di spray urticante commercializzate 'Diva': una bomboletta della stessa marca, con le tracce di Dna degli arrestati, è stata ritrovata all'interno discoteca, in prossimità dell'uscita di emergenza. Gli uomini del Ris hanno anche mappato l'interno del locale individuando tutti i punti dove era stata spruzzata la sostanza. Non solo. Il lavoro dei carabinieri del Ris di Roma è stato decisivo per attribuire le tracce di Dna trovate sull'ugello della bomboletta agli arrestati. Come? I militari, con una procedura d'urgenza, hanno confrontato le tracce di Dna trovate sulla bomboletta ai profili genetici presenti nella banca dati del carcere romano di Rebibbia. Il Dna di alcuni protagonisti della rapina era già stato prelevato in virtù di reati precedenti, ma non era stato ancora sviluppato. La procedura d'urgenza ha consentito di ultimare velocemente la verifica e incastrare i giovani.

CORINALDO: 'BANDA SPRAY SI DEDICAVA A FURTI IN MANIERA SISTEMATICA'

''Questi soggetti agivano con una certa stabilità, gli episodi sono molti di più di quelli che trovate nella ordinanza di custodia cautelare''. Lo ha detto in conferenza stampa Monica Garulli, il procuratore della Repubblica di Ancona, spiegando i dettagli delle indagini che hanno consentito di fermare sette persone, accusate di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti.

CORINALDO: PROCURA, 'ARRESTATI TRA 15 E 22 ANNI E BANDE SI DIVIDEVANO TERRITORIO CENTRO-NORD'

"I fermati hanno un'età compresa tra i 19 e i 22 anni. Hanno quasi tutti precedenti specifici, alcuni anche per furti con strappo ed erano stati arrestati da altre autorità giudiziarie''. Lo ha detto in conferenza stampa Monica Garulli, il procuratore della Repubblica di Ancona, spiegando i dettagli delle indagini che hanno consentito di fermare sette persone, accusate di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti. ''Sono persone - prosegue Garulli - che svolgevano prevalentemente lavori saltuari, o non svolgevano lavori, e che avevano comunque un tenore di vita abbastanza alto dovuto anche a queste attività delittuose". Dal punto di vista sociologico ''è stato evidenziato un fenomeno che è abbastanza inquietante e che non riguarda solo questo gruppo criminale che viene da Modena - rileva Garulli - è che l'esistenza di bande di ragazzi che hanno una operatività criminale molto simile e che usano lo spray urticante approfittando di concerti o eventi pubblici con una vera spartizione dei territori. E' un fenomeno che si realizza al Centro-Nord italiano".

CORINALDO: PAPA' EMMA, 'CONFORTO PER SVILUPPI MA NOSTRO LUTTO NON CAMBIA'

"Come cittadino provo soddisfazione e conforto nel sapere che si faccia giustizia ma da padre questo non cambia nulla", rispetto alla perdita di Emma. Lo afferma all'Adnkronos Fazio Fabini, il papà di Emma, una delle giovanissime vittime della tragedia alla 'Lanterna Azzurra' di Corinaldo, commentando gli sviluppi nelle indagini che hanno portato oggi alle misure cautelari nei confronti della presunta "banda dello spray". "Io non posso che ringraziare le forze dell'ordine e gli inquirenti che hanno continuato a lavorare - ha continuato - Mi avevano assicurato che stavano lavorando e il fatto che ci siano sviluppi non può che farmi piacere, quanto alla rilevanza giuridica non sta a me dirlo". 

CORINALDO: SALVINI, 'GRAZIE A CARABINIERI, PER RESPONSABILI GALERA SENZA SCONTI'

''Grazie ai carabinieri e agli inquirenti: avevamo promesso indagini serie e rigorose per prendere i responsabili di quella tragedia e ora c'è un segnale importante. Nessun arresto restituirà le vittime ai propri cari, purtroppo, ma è nostro dovere individuare i colpevoli e punirli come meritano. Speriamo che la Giustizia preveda galera certa per tutti, senza sconti o attenuanti''. Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini commentando il fermo di 7 persone accusate di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti. Il gruppetto individuato dai carabinieri avrebbe usato lo spray anche in altri locali da ballo.

Strage discoteca Corinaldo, 7 arresti: omicidio preterintenzionale

Svolta nelle indagini sulla strage in discoteca 'Lanterna Azzurra' di Corinaldo. I carabinieri del comando provinciale di Ancona hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale di Ancona, nei confronti di sette persone, residenti nella provincia di Modena. Sono tutti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, e sei di loro anche di omicidio preterintenzionale, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo.

CORINALDO: STRAGE IN DISCOTECA, 7 ARRESTI. IN MANETTE 6 GIOVANI ACCUSATI DI AVER SPRUZZATO SPRAY

L'indagine, condotta dal nucleo investigativo del Reparto operativo di Ancona, sotto la direzione della locale Procura, ha consentito di individuare sei giovani tra i 19 e 22 anni, presenti all'interno della discoteca di Corinaldo, responsabili della morte di 5 giovani tra i 14 e i 16 anni e di una mamma di 39 anni, nonché di lesioni personali ad altre 197 persone, eventi verificatisi in seguito alla diffusione di uno spray al peperoncino all'interno del locale 'Lanterna Azzurra Clubbing'. E' stato inoltre accertato che i giovani facevano parte di un gruppo criminale dedito a furti e rapine di monili in oro all'interno di discoteche del centro e Nord Italia.

CORINALDO: SVOLTA SU 'BANDA SPRAY', OTTO MESI FA LA TRAGEDIA ALLA 'LANTERNA AZZURRA'

Per tanti è la prima volta in discoteca, per tutti l'emozione di assistere all'esibizione del loro idolo, il rapper Sfera Ebbasta: le ore passano, il cantante non arriva e non arriverà mai mentre nella 'Lanterna Azzurra' di Corinaldo (Ancona) si scatena il panico e la nottata si trasforma in incubo. Sono passati quasi otto mesi dalla tragedia della discoteca, dove la notte tra il 7 e l'8 dicembre scorsi, sono morte sei persone, una mamma e cinque giovanissimi.  E' all'incirca l'una di notte quando, forse a causa di una bomboletta spray, si scatena il fuggi fuggi. Nel night club, ex balera del liscio trasformata in locale di tendenza per serate disco, ci sono centinaia di ragazzi e ragazze. In tanti, troppi, escono dall'uscita sul retro: la balaustra crolla. I giovani cadono uno sull'altro in una trappola infernale. Parte la macchina dei soccorsi, i vigili del fuoco lavorano per ore.  Alla fine si contano sei vittime: Emma Fabini, studentessa di 14 anni, Asia Nasoni, 14enne promessa della ginnastica, Benedetta Vitali, 15 anni di Fano, Mattia Orlandi, 15 anni, Daniele Pongetti, 16enne di Senigallia, ed Eleonora Girolimini, la mamma 39enne di quattro figli che quella notte accompagnava insieme al marito una delle figlie al concerto. Decine i feriti, molti dei quali gravi: sette vengono ricoverati in prognosi riservata. 

La strage dei giovanissimi ferisce profondamente l'Italia. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini e il presidente del consiglio Giuseppe Conte si recano subito nelle Marche per portare la vicinanza delle istituzioni. Con il passare delle ore, alla disperazione delle famiglie delle vittime, all'angoscia dei parenti dei feriti, si aggiunge la rabbia. Il locale era pieno, c'era più gente del consentito? Quanti biglietti sono stati venduti e staccati? Perché i giovani si sono indirizzati in massa dall'uscita in corrispondenza della balaustra poi crollata? Perché a notte fonda, nonostante la serata fosse destinata a un pubblico di adolescenti, l'esibizione di Sfera Ebbasta non era ancora iniziata? E davvero il rapper sarebbe venuto? Intanto carabinieri e polizia ascoltano centinaia di testimoni, passano al vaglio i filmati girati dai sopravvissuti con i telefonini. La versione di tanti ragazzi ascoltati coincide: tutto è iniziato con un bruciore alla gola e agli occhi, la sensazione di sentirsi male, il panico e la calca. Forse, raccontano alcuni, si è trattato di spray al peperoncino magari usato per un tentativo di rapina. Circolano i fermi immagine di un video che ritrae, appunto, un giovane nel locale con un cappellino, indicato come quello della bomboletta. Una bomboletta viene effettivamente trovata nel locale nel corso delle indagini. Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi di una "concausa", non l'unica, della strage. Nelle ore successive alla tragedia viene bloccato un minorenne, si tratta di un 17enne, indicato da tre ragazzi presenti alla serata come il giovane della bomboletta spray. In seguito, ha spiegato oggi il procuratore di Ancona Monica Garulli, si scoprirà che non ci sono collegamenti con l'indagine della procura di Ancona, tra lui e le persone arrestate oggi.

Sette gli indagati riguardo al locale: si tratta dei quattro proprietari dell'immobile e dei tre soci, di cui uno anche amministratore della società. Gli inquirenti procedono per tre ipotesi di reato, omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e lesioni colpose. Nei giorni successivi si aggiunge l'iscrizione di un dj e di un addetto alla sicurezza. Nel marzo scorso, a poco più di tre mesi dalla strage, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra i familiari delle vittime ad Ancona e chiede giustizia: "Quello che è avvenuto era inimmaginabile e ingiustificabile, è impossibile farsene una ragione - sottolinea il Capo dello Stato - Più passa il tempo più è impossibile farsene una ragione, perché più passa il tempo più ci si rende conto del vuoto, di che cosa è venuto meno, di chi manca e della incomprensibilità delle condizioni che hanno provocato quello che è avvenuto. Non ci sono parole né per dare conforto né per poter trovare rimedi che non esistono. C'è soltanto bisogno che si appuri con rigore la verità e che si faccia con rigore giustizia". 

ntanto, nel massimo silenzio e riserbo, il lavoro degli investigatori e degli inquirenti continua. A maggio arriva un nuovo tassello dell'inchiesta: vengono iscritti nel registro degli indagati i componenti della commissione unificata di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo e tecnici che rilasciarono i permessi alla 'Lanterna azzurra'. Tra i nuovi indagati c'è anche il sindaco di Corinaldo, in qualità di presidente della stessa commissione. Dalle indagini iniziano ad emergere le carenze del locale sotto i profili della sicurezza. Oggi la nuova svolta con le misure cautelari per la presunta banda dello spray.

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