Stragi, patto Cosa Nostra-'ndrangheta. "Poi Forza Italia diventò il referente"
"Strategia comune di 'ndrangheta e Cosa nostra"
Patto mafia 'ndrangheta: il disegno eversivo svelato dai pentiti
Si basa sulle indicazioni di numerosi collaboratori di giustizia, le cui testimonianze sono state raccolte e valutate dal procuratore aggiunto della Ddda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo e dal sostituto procuratore della Dna Francesco Curcio, l'inchiesta "'Ndrangheta stragista", sul disegno eversivo coltivato negli anni Novanta dalla mafia calabrese e da quella siciliana. Si tratta di nomi "pesanti", sia sul versante calabrese (Antonino Lo Giudice, Consolato Villani, Antonino Fiume, Filippo Barreca, Cosimo Virgiglio, Vincenzo Grimaldi, Francesco Pino, Pasquale Tripodoro, Giuseppe Calabro') che siciliano (Maurizio Avola, Pietro Carra, Giovanni Garofalo, Francesco Onorato, Giovanni Brusca, Antonino Calvaruso, Giovanni Drago, Tullio Cannella, Gioacchino Pennino). Determinante l'acquisizione delle dichiarazioni rese nel corso di altri procedimenti penali soprattutto da Gaspare Spatuzza, gia' fedelissimo del mandamento di Brancaccio, "il quale - sottolineano gli inquirenti - ha vissuto dall'interno ed in modo completo tutta la vicenda delle stragi del '93 e del '94, dai progetti condivisi ai momenti esecutivi".
Procuratore aggiunto Reggio Calabria: Forza Italia divento' referente organizzazione criminale
"Oggi collochiamo la 'ndrangheta nel suo giusto ruolo". E' quanto afferma il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, in merito all'operazione 'Ndrangheta stragista' della Polizia reggina, coordinata dalla Dda e dalla Direzione nazionale antimafia, che stamattina ha portato all'arresto di due elementi di spicco dei clan calabresi e siciliani. In carcere e' finito Rocco Santo Filippone, elemento organico al potentissimo clan Piromalli di Gioia Tauro, ed e' stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere a Giuseppe Graviano, capomafia del mandamento di Brancaccio, Palermo. "Uno degli aspetti piu' inquietanti di questa ricostruzione - prosegue il procuratore aggiunto Lombardo - e' la presenza di un parallelismo inquietante fra vicende politiche di quegli anni e strategia stragista". "La logica - spiega Lombardo - era quella di gestire un discorso di livello molto alto, dunque come aveva fatto Cosa Nostra, anche la 'ndrangheta doveva mantenere il segreto su quale fosse stato il suo ruolo in quella stagione". "Ci troviamo di fronte - dice il procuratore aggiunto di Reggio Calabria - a un'organizzazione criminale che tiene conto delle evoluzioni politiche, che aderisce prima ai movimenti autonomisti, fino alla riunione di Lamezia Terme del '93, quindi abbandona il progetto autonomista nel momento in cui la nuova formazione politica, quindi Forza Italia diventa il referente di determinati ambienti e si avvia una stagione del tutto nuova".