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Cronache
Stragi in famiglia, in Italia 183 vittime dal 2000: metà a Nord. Tutti i dati

Stragi in famiglia: 183 vittime dal 2000, metà a Nord

Tra il 2000 e il 2018 in Italia si sono registrate 79 stragi familiari che hanno causato 183 vittime, ovvero 95 figli, 79 partner e 9 altre figure familiari. Nella maggior parte dei casi, l'autore ha ucciso assieme al partner un solo figlio, in 14 casi i figli uccisi sono stati 2 e in un caso 3. Questa la fotografia scattata dall'Eures, Istituto di ricerche economiche e sociali, dopo la tragedia di Francavilla, analizzando i dati contenuti nella banca dati sull'Omicidio volontario in Italia.

La metà degli omicidi al Nord    

Il Nord Italia conta quasi la metà delle vittime (91, pari al 49,7%), seguito dal Sud, con 55 vittime (30,1%) e dal Centro, con 37 (20,2%). "Difficile l'individuazione del 'movente' - ammette l'Istituto - anche per l'alto tasso suicidario all'interno del fenomeno: sulla base delle informazioni e delle fonti aperte disponibili sono state riscontrate, per la maggior parte degli eventi, situazioni di depressione o di disturbo mentale dell'autore (48,1%) ma numerose stragi sono da attribuire alla gelosia patologica/possesso (26,6%) o ad una estrema e duratura conflittualità nella coppia (19% dei casi)".

Il 70% delle vittime sono donne

Per l'Eures, anche "il tema della prevenzione, in questi casi, risulta particolarmente complesso, anche se considerando la centralità delle vittime femminili, e quindi il chiaro e diretto riferimento alla eziologia del femminicidio, una più attenta capacita' di lettura dei comportamenti a 'rischio' potrebbe certamente contribuire al contenimento del fenomeno". Se, infatti, tra il 2000 e il 2018 l'autore delle stragi familiari è nella quasi totalità dei casi un uomo (76 casi, pari al 96,2% contro appena tre donne autrici di stragi familiari, pari al 3,8%) le vittime sono nel 70,5% dei casi donne (129, tra partner e figlie) contro il 29,5% di uomini (54 vittime in valori assoluti).   

Il suicidio allargato

In 49 stragi sulle 79 complessivamente censite (pari al 67,1%) l'autore si è tolto la vita, seguendo un disegno di "suicidio allargato", e in altri 4 casi ha tentato di farlo; in 12 casi (16,3%) si è consegnato alle forze di polizia, mentre soltanto in 3 casi ha ripreso la vita quotidiana (come nella nota strage di Motta Visconti, quando Carlo Lissi, dopo aver ucciso moglie e figli, andò a vedere la partita dell'Italia). Gli autori di stragi familiari sono noti in criminologia come "family mass murder", definizione coniata negli Stati Uniti dove il fenomeno e' stato codificato per la sua particolare diffusione. Ma come confermato proprio da quanto accaduto a Francavilla, anche in Italia trova ormai una vasta casistica.

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stragi in famiglianord
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