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Cronache
Stupro: perché è un crimine contro l'umanità

Il crudele agosto 2017, non facendosi mancare nulla nel repertorio degli orrori, ha visto anche un'escalation di casi di stupro. Ma il caso più discusso, quello della violenza di gruppo di Rimini ai danni di una donna polacca e di una transessuale peruviana, ha distolto l'opinione pubblica dal reato in sé, focalizzando l'interesse sulla nazionalità dei presunti aggressori magrebini. 

Ogni giorno 11 stupri. In quattro casi su dieci l'autore è straniero

Più di un milione di donne colpite in Italia. Nei dati forniti dal Viminale emerge che tra gennaio e giugno del 2017 sono state commesse 2.333 violenze carnali, nello stesso periodo del 2016 furono 2.345. Basso il numero delle persone denunciate o arrestate: 2.438 nei primi sette mesi di quest’anno. Tra loro, 1.534 italiani e 904 stranieri.

Parlando di violenza carnale, sarebbe invece il caso di riprendere in mano l'illuminante libro Stupro (Rizzoli, 1983) della scrittrice-giornalista Patrizia Carrano, basato sulla storia vera di una ragazza violentata da quattro uomini in una villetta sul mare, vicino a Roma, in cui era stata ingannevolmente attratta con la promessa di un lavoro. Un libro, quello di Patrizia Carrano, scritto senza volutamente tralasciare alcun particolare, proprio per sottolineare la brutalità dell'atto e delle sue conseguenze e per "mettere gli uomini di fronte alle loro responsabilità morali" come scriveva Corrado Augias nell'introduzione. Un libro da rileggere alla luce dei fatti odierni, e in cui l'autrice ricordava che all'epoca - parliamo del 1983 - la violenza carnale era ancora, per la giustizia italiana, un mero reato contro la morale e non un reato contro la persona. Fu necessario attendere fino al 1996 perché finalmente si giungesse a questa definizione giuridica. Una definizione che, oggi, sta stretta, poiché lo stupro, sia esso perpetrato in gruppo o singolarmente, anche nei confronti del proprio coniuge, e a maggior ragione contro un minore, è un autentico reato contro l'umanità.

Lo stupro è infatti un atto barbaro che si basa sul presupposto dell'oggettificazione della vittima, sminuita a semplice organo genitale, a semplice ricettacolo inanimato da violare tout court. Alla vittima di uno stupro si negano i sentimenti, si negano le emozioni, si nega l'intelletto, si nega la volontà, riducendola a tutti gli effetti a un oggetto e quindi, in ultima analisi, cancellandone l'umanità

Nel momento in cui, in un rapporto sessuale, viene meno la regola del consenso ragionato da parte di tutti coloro che vi sono coinvolti, si sfocia immediatamente nel crimine, e nel crimine più atroce di tutti, quello contro l'umanità. Un crimine che, psicologicamente, può essere altrettanto 'invalidante' quanto lo sfiguramento da acido. Per questo sono tanto più gravi le esortazioni allo stupro che leggiamo ogni giorno sui social network, e per questo è necessario - da parte soprattutto della politica e delle istituzioni - operare una profonda riflessione sull'argomento, anziché perdersi in sterili e strumentali disquisizioni che finiscono soltanto per sminuire la gravità e l'atrocità del reato. 

Tags:
stuproviolenza sessualeviolenza sulle donne
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