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Cronache
I terremoti possono essere previsti

Visto le nuove divastazioni in centro Italia provocate dai terremoti, riproponiamo una trilogia di articoli di Dom Serafini da New York City, usciti su Affari Italiani lo scorso agosto. Con le sue osservazioni, Serafini propone una Nasa che guardi in basso e studi la terra, piuttosto che continuare inutilmente a stare con la testa fra le nuvole.

Terremoti. Possono essere previsti. Bisogna dare priorità alle ricerche sulla geofisica
 
 Dopo il devastante terremoto che ha scosso il centro Italia ed il nord del Giappone, forse i grandi Paesi della terra (G8 e G20), con gli Usa a capo, dovrebbero rivalutare le priorità delle ricerche scientifiche, dando piú enfasi alla geofisica ed un po' meno all'astrofisica. Non diciamo che quest'ultima non sia importante, ma i vari servizi aeronautici militari del G8 hanno già dei bei gruzzoli per migliorare la sicurezza per tutto ciò che riguarda lo spazio.
Oltre 20 Paesi di tutto il mondo sono a rischio terremoti ma nonostante ciò questi fanno poco o nulla per la prevenzione. Nell'era moderna il sisma più forte fu registrato in Cile nel 1960 raggiungendo 9,5 della scala Richter. Quello più recente in Giappone è stato di 9 punti all'epicentro e 8,9 sulla costa. Come si è visto in Giappone, il rischio terremoto non è limitato solamente alla zona epicentrica, ma ospitando centrali nucleari, il pericolo si è esteso su tutto il Paese e a alle regioni circostanti.
Per ora il sistema di allerta più evoluto nel mondo, che è in operazione in Giappone, è in grado di suonare l'allarme solamente 10 secondi prima che si verifichi il terremoto, il che è sufficiente per rallentare i treni ad alta velocità, fermare i reattori nucleari, magari bloccare gli ascensori e azionare l'allarme tsunami, ma non per un'evacuazione.
Sfortunatamente, in Paesi come gli Usa, in cui la California è ad altissimo rischio, non è in funzione nemmeno un sistema simile a quello Giapponese. In California si è iniziato ad installare tempo fa un "early-warning system" (Ews), o sistema di preavviso, ma il finanziamento si è fermato a 5 milioni di dollari, mentre l'operazione ne costerebbe 85. In Giappone l'Ews è costato un miliardo di dollari. Il motivo per cui l'Ews giapponese non ha fermato il reattore nucleare colpito dal terremoto è perché la centrale nucleare non era stata ancora allacciata al sistema.Altri Paesi ad alto rischio terremoti che hanno in funzione un Ews sono, per ora, Messico, Turchia, Taiwan e Romania.
Attualmente gli Usa spendono oltre 25 miliardi di dollari l'anno per le ricerche aeronautiche e spaziali, tra cui 17,7 per la Nasa. In confronto, per le ricerche di geoscienza, gli Usa spendono 3,35 miliardi e alla sismologia vanno appena 92 milioni.
A questo punto i principali Paesi a rischio sismico come Usa, Giappone, Italia e Cile, e in particolare quelli che ospitano centrali nucleari, devono assolutamente creare una "task force" -simile al progetto del 1961 dell'allora presidente John F. Kennedy per portare l'uomo sulla luna, realizzato 8 anni dopo - con lo scopo di sviluppare un sistema di preavviso sismico che porti gli avvertimenti dagli attuali 10 secondi a un ordine di ora: un progetto che dovrebbe avere la dovuta priorità per dare risultati in tempi relativamente brevi.
Ora che l'uomo sulla luna ha perso il suo fascino, interesse ed ulteriore utilità, l'ideale sarebbe convertire la Nasa (National Aeronautics and Space Administration) in una Nsga (National Seismology and Geoscience Administration), facendola girare nella direzione opposta: dallo spazio al sottosuolo.
Il contributo finanziario dei Paesi ad alto rischio sismico verrebbe reinvestito nei loro Paesi come sedi di ricerca di questa "Nsga". I vantaggi economici, oltre a quelli di sicurezza, sarebbero enormi anche per ciò che riguarda i benefici collaterali, come lo smaltimento dei rifiuti, la purificazione dell'acqua e l'energia elettrica a basso costo, tramite l'utilizzo delle centrali nucleari, considerando che i reattori di quarta generazione, che promettono maggior sicurezza, potranno cominciare ad essere costruiti solamente dal 2030.
Nel campo della sicurezza, oltre a salvare vite umane, un Nsga creerebbe anche condizioni per lo sviluppo di costruzioni o sistemi di protezione per edifici ed infrastrutture che limiterebbero notevolmente i danni materiali che, ad esempio, con il recente terremoto in Giappone ammontano ad oltre 100 miliardi di dollari, di cui 35 solo di rimborsi dalle assicurazioni.

La Terra vale piú dello spazio
 
Perché le esplorazioni spaziali non entusiasmano piú? Perché a questo punto sono inutili, anzi, pericolose. Anni fa era importante capire come la terra potesse difendersi dalla caduta di meteoriti. Ora che il problema é stato sufficentemente risolto, continuare a spendere miliardi per capire se in un pezzo di roccia planetaria vi fosse stata acqua miliardi di anni fa, sembra inutile e dannoso in quanto sottrae risorse finanziarie alle vere necessitá del mondo; come capire i terremoti ed il profondo dei mari (per risolvere il problema dell'inquinamento, del sostenimento e dei disastri ambientali).
Attualmente, negli Stati Uniti il rapporto tra investimenti governativi per lo spazio e quelli per la terra é di circa 13 a 1, cioé per ogni 13 dollari investiti per lo spazio, ve ne é solo uno per la terra. In termini di cifre, per la Nasa gli Usa investono $17,7 miliardi l'anno (di cui $105 milioni per le ricerche sugli asteroidi). E ció senza contare che oltre al programma Nasa, gli Usa investono annualmente $38.7 miliardi in progetti spaziali per la difesa e civili (a questo scopo l'Italia ne investe $1 miliardo, come pure Giappone, Cina, Francia e Germania).
In confronto la Noaa (l'organizzazione governativa Usa per l'esplorazione degli oceani) riceve $23,7 milioni l'anno, mentre la Usgs (l'organizzazione geologica governativa) ottiene $1,1 miliardi. Considerando gli investimenti privati, per l'esplorazione degli oceani vengono investi un totale di $5 miliardi l'anno, la maggior parte proveniente dall'industria del petrolio (l'equivalente di mettere una volpe nel pollaio).
Tutto ció ha fatto sí che oggi ci siano mappe detagliate della superficie di Marte, ma solo del 10% del fondo degli oceani. Si é riusciti piú volte a far atterrare una navicella su Marte, ma non si riesce ancora a sviluppare materiali che resistano a pressioni oceaniche oltre ai 300 metri di profonditá. Si conoscono i micro-organismi su Marte ma la conoscenza delle creature del profondo dei mari é limitatissima. Eppure gli oceani producono il 70% dell'ossigeno della Terra.
Facendo il confronto tra il pericolo rappresentato dalle meteorite e quello dei terremoti, troviamo che ogni giorno 1.000 meteroriti colpiscono la terra, mentre il numero di terremoti é 8.000. Inoltre, tutte le meteoriti sono monitorabili, mentre i terremoti sono imprevedibili. In termini di danni, quelli causati dai terremoti ammontano ad una media di $5 miliardi l'anno, nei soli Stati Uniti, mentre quelli causati dalle meteoriti sono insignificanti.
Il motivo per cui non si riesce a sviluppare un sistema di previsione dei terremoti é perché questi non sono ancora capiti. Ció nonostante la gran parte di risorse finanziarie vengono incanalate verso le ricerche spaziali, ma dei 15 principali disastri che colpiscono la terra, uno solo proviene dallo spazio.
É stato detto che ogni dollaro speso per le ricerche spaziali genera un indotto di 40 dollari. Le ricerche geologiche e marine non solo possono ridurre enormi perdite economiche e produrre vantaggi ambientali, ma aggiungendo a questi vantaggi anche quello dell'indotto, che é sicuramente equivalente a quello per lo spazio, possiamo constatare come gli investimenti per la Terra siano molto piú utili e necessari di quelli per lo spazio.

É ora distudiare i terremoti, non lo spazio
 
 Le esplorazioni spaziali cominciano a starmi sullo stomaco. Costano miliardi e a questo punto sono inutili, meglio se questi soldi venissero spesi per le ricerche sui terremoti e l'inquinamento oceanico.
Bisogna ammettere che i ricercatori spaziali sanno sfruttare i politici ed i media meglio degli ocenografi e geologi. Appena questi "speziati" spaziali scoprono un altro pianeta (cosa non difficile considerando che ce ne sono un'infinitá) ottengono subito le prime pagine dei giornali. Poi sanno anche come stuzzicare l'interesse della gente con dichiarazioni come, "sul pianeta si sono scoperte tracce d'acqua che indicano la possibilitá di vita".
Ora mi chiedo, cosa fa pensare a questi astronomi che l'esistenza di un extraterrestre debba essere per forza legata all'acqua? Non é pensabile che un'altra forma di vita sia possible fuori dei parametri umani? E perché si pensa che gli alieni possano sopravvivere sulla terra?
É vero che i quattro elementi piú comuni nell'universo che conosciamo sono idrogeno, elio, carbonio e ossigeno, pertanto si presume che, se ci fosse vita in altri pianeti, questa userebbe un misto di questi elementi. Peró é anche possibile che ci siano elementi a noi ancora sconosciuti, oppure delle misture strane che genererebbero altre forme di vita. Non é che gli extraterrestri debbano assomigliare a ció che Hollywood ci propone da anni.
Poi non so perché Hollywood sia piú affascinato dallo spazio (11 film sul tema solo nel 2016 ) che dalla terra. Il film piú recente ambientato nel centro della terra é del 2008, mentre quello sugli abissi marini é addirittura del 1989 ("The Abyss" di James Cameron).
Infine, la legge della relativitá é valida anche per gli extraterrestri? Se questa fosse valida e gli alieni riuscissero a viaggiare quasi alla velocitá della luce provenienti da una distanza di 100 anni luce (cioé 950.000 miliardi di chilometri), per avvistarli oggi significa che avrebbero dovuto lasciare il loro pianeta 500 anni fa, che peró per loro, nello spazio, si riducono a 20 anni e quando tornerebbero nel loro pianeta invecchiati di soli 40 anni, si ritroverebbero con un pianeta di 1.000 anni piú vecchio.
Considero le esplorazioni spaziali meno necessarie di quelle terrestri perché il mondo é soggetto a milioni di terremoti l'anno, seppur quelli dannosi siano circa 20.000. In Italia si verificano 10 terremoti al giorno, mentre negli Usa se ne registrano giornalmente da 8 a 23. I terremoti causano piú danni delle meteoriti (dal 1970 al 2012 i terremoti hanno causato nel mondo una media annuale di 42.000 morti e da oltre 1.000 anni, nessuno per meteoriti) ed il pericolo teorico che la terra possa rischiare di essere colpita da una gigantesca meteorite puó essere giá risolto con il lancio di testate nucleari per farla esplodere nello spazio o far cambiare la traiettoria. Le tecnologie esistono di giá e la terra é al sicuro dai pericoli extraterrestri, é quindi ora di pensare alla terra, poiché si sa poco o niente sulle scosse telluriche ed ancora di meno sul mare, il cui inquinamento é piú reale e dannoso della potenziale distruzione della terra a causa di una meteorite.
A questo punto le ricerche geologiche ed ocenografiche apporterebbero piú scoperte scientifiche e sviluppi tecnologici di quelle dello spazio.

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