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Cronache
Terremoto, una nuova faglia si è attivata. Le zone più a rischio. Mappa

IL TERREMOTO IN CENTRO ITALIA HA ATTIVATO UNA NUOVA FAGLIA

"Le forti scosse di terremoto del Centro Italia rientrano, purtroppo, in una dinamica possibile quando si verificano fenomeni come quello che ha avuto il suo momento di piu' tragico impatto lo scorso 24 agosto. Un'ipotesi, se verranno confermate le prime informazioni, e' che si tratti dell'attivazione di una nuova faglia, probabilmente legata verso Nord a quella che ha generato la scossa dello scorso agosto". Lo aveva dichiarato subito Paolo Messina, direttore dell'Igag-Cnr (Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche), appena dopo la prima forte scossa di mercoledì sera. 

EVENTO GEMELLO A QUELLO DI AMATRICE

E la sua teoria è sempre più confermata dagli esperti. "L'evento di ieri sera è sicuramente gemello di quello che si è avuto il 24 agosto ma è un nuovo terremoto". E' quanto dichiara ad askanews il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Francesco Peduto a proposito del terremoto che ieri ha scosso l'Italia centrale, in particolare Umbria e Marche. "E' gemello - spiega - nel senso che è derivato da quell'evento ma, in realtà, quella che si è attivata è una nuova struttura sismotettonica adiacente alla faglia che si è mobilizzata il 24 agosto. Tant'è che è in pieno corso un nuovo sciame sismico e da ieri sera alle 18 ad oggi si sono susseguite oltre 100 scosse". "Purtroppo - prosegue Peduto - non è possibile determinare quanto durerà questo nuovo sciame sismico, tant'è che in un certo senso è ancora in corso quello del 24 agosto, sebbene con scosse di intensità sempre minore e con eventi sempre più dilatati nel tempo. Sicuramente - avverte - almeno per qualche mese continueremo a sentire la terra tremare nelle aree epicentrali. E speriamo - conclude Peduto - che non ci siano nuovi eventi di grande entità che possano portare a nuovi danni in quelle aree già duramente colpite".

RIFORMARE TUTTE LE MISURE EMERGENZIALI

"Oggi, purtroppo - aggiunge - l'unica cosa da fare è ritornare a tutte le misure emergenziali e in tanti casi il lavoro va fatto di nuovo. Mi riferisco - spiega - al lavoro che tanti tecnici, geologi ma non solo, anche architetti, ingegneri, geometri hanno fatto in questi messi supportando la Protezione civile nelle aree terremotate. Per esempio tutte le verifiche di agibilità, i danni alle abitazioni, le problematiche legate alle frane indotte che con questo nuovo terremoto sono ancora più forti" e che andranno rifatte alla luce del nuovo evento sismico. "Questo nuovo terremoto - sottolinea Peduto - evidenzia una volta di più che l'unica strada da percorrere è quella della prevenzione. "Una prevenzione seria, pianificata e non solo dichiarata" che metta insieme misure strutturali e non, per fare sistema. Prevenzione che passa anche da una corretta informazione dei cittadini che "devono avere conoscenza e consapevolezza dei rischi che corrono e devono sapere come comportarsi durante questi eventi". "Non capisco perché in California o in Giappone possono insegnare ai cittadini come comportarsi e qui da noi no". Quanto ai costi della prevenzione, stimati in circa 100 miliardi di euro, Peduto fa notare che "dagli anni '60 ad oggi sono stati spesi 145 miliardi di euro per riparare i danni e contare, purtroppo, migliaia di vittime".

LA STUDIOSA: "EVENTO IMPREVEDIBILE, MA C'ERANO SEGNALI"

C'erano dei segnali che qualcosa la' sul Monte Porche, in mezzo ai Monti Sibillini tra Castelluccio di Norcia, Castel Sant'Agelo sul Nera e Ussita a Nord che indicavano che qualcosa, sotto il profilo sismico era pronto ad accadere. "Proprio una decina di giorni fa ho inviato alla rivista 'Annals of Geophysics' una bozza di articolo in cui avevo indicato la comparsa nella zona intorno al Monte Porche di segnali interessanti. Sarebbe troppo parlare di di una serie di segnali che, letti all'interno di un contesto sismogenetico preciso, potevano essere considerati come predittivi di un terremoto; pero', ad esempio, vi son stati comportamenti animali in zona Norcia-Cascia negli ultimi 2 giorni tipici di scosse sismiche importanti imminenti: esiste ormai vasta letteratura su questo e non solo i miei lavori". A parlare in questi termini e' Fedora Quattrocchi, sismogeochimica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) che sta lavorando proprio al riconoscimento dei cosiddetti precursori sismici.

"Si tratta - spiega Quattrocchi - di una serie di segnali che possono essere utilizzati per comprendere l'evoluzione di una situazione geologica e che possono informare circa il rischio che una data situazione geosismica evolva verso un terremoto. Sono segnali di diversa natura. Per esempio, geofisici e geochimici, come le variazioni di livello o di composizione chimica e di temperatura delle sorgenti e delle emissioni di gas naturali. Possono essere inseriti in questo contesto anche le osservazioni circa il comportamento degli animali che in molti casi hanno manifestato comportamenti insoliti nei giorni precedenti un sisma". Non si tratta di un sistema che permette di fare previsioni deterministiche circa l'imminente arrivo di una scossa, cioe' non sono ricerche che ci pemetteranno ancora a breve di dire che ci sara' un terremoto in un luogo preciso il tale giorno o alla tale ora, ma queste ricerche permettono agli scienziati e agli enti predisposti di avere un quadro piu' esaustivo circa le dinamiche geologiche in atto. "La previsione - dice Quattrocchi - e' un obiettivo ancora lontano, soprattutto se chi detiene lo scettro sismologico italiano non dedica risorse e personale verso questo difficile obiettivo".

"Si tratta di analizzare una serie di meccanismi, all'interno di una dinamica geologica specifica. E' come aggiungere pixel alla lettura di una immagine che appare ancora troppo sfocata", spiega la geologa che da ormai venticique anni percorre in lungo e in largo i Sibillini ed altre zone di faglia con metodi sismogeochimici. "La nostra attenzione si era concentrata su quella zona prevalentemente perche' - racconta la geologa che ci tiene a parlare a titolo personale - sembrava essere, prima di tutto, al centro di una anomalia sismica tra segmenti di faglia mossi nel 2009 quello de L'Aquila e quello di Colfiorito (1997-98) con fluidi circolanti che hanno un preciso ruolo messo ormai in luce da ampia letteratura. In particolare, Monte Porche e' situato tra il segmento di faglia dei terremoti iniziati nell'agosto 2016 e quello da ieri interessato da una 'nuova' sequenza sismica, era interessante, per essere un elemento trasversale antiappenninico oltre cui di fatto i terremotini della sequenza sismica, iniziata ad agosto, erano quasi assenti, come se vi fosse una asperita' che non permetteva lo scorrimento tra blocchi crostali, ovvero terremoti. Eravamo insomma - prosegue Quattrocchi - davanti a una discontinuita', un elemento trasversale che divideva i segmenti di faglia. Oltre a questa analisi complessiva dello stato dell'arte sismico dell'area, a colpire la sismologa dell'Ingv anche ci sono state altre anomalie, stavolta legate all'ambito dei cosiddetti precursori". Quattrocchi racconta che "una sorgente in localita' Cerreto di Spoleto, la sorgente Bagni di Triponzo, che aveva gia' dato segnali in occasione di altri terremoti, aveva cominciato ad ad abbassarsi di livello. Tutto questo ci ha spinti a scrivere un articolo che abbiamo sottoposto alla pubblicazione di questa importante rivista scientifica e ora siamo in attesa di pubblicazione. Abbiamo avuto molte difficolta' a raccogliere le risorse necessarie alle nostre ricerche, anche perche' l'ultimo finanziamento risale a quanto Enzo Boschi era ancora direttore dell'Ingv", conclude Quattrocchi.

A RISCHIO 30 MILIONI DI CASE

Per mettere in sicurezza il Paese in vista di altri eventi sismici la "prima cosa da fare e' la diagnosi del patrimonio edilizio esistente: molto, purtroppo, e' stato costruito in fretta e male nel dopoguerra fino agli anni Settanta". Dopodiche' occorre procedere a "un'analisi della vulnerabilita' sismica", stando a quanto sostiene Bruno Finzi, presidente della Commissione strutture dell'ordine degli ingegneri di Milano. "Se pensiamo che dopo il crollo della scuola di San Giuliano nel 2003 e' stata emessa un'ordinanza del governo che rendeva obbligatoria questa analisi per tutti gli edifici 'strategici', e che ad oggi questa analisi e' disponibile per poco piu' del 50% degli edifici pubblici di questo tipo - ha aggiunto Finzi, in una nota -, ci rendiamo conto di quanta strada ci sia ancora da fare per l'immenso patrimonio privato esistente in Italia; si tratta di circa 30 milioni di immobili esistenti di cui circa la meta' edificato nel periodo critico tra il 1945 e il 1980".

La diagnosi strutturale, ha spiegato Finzi, "deve essere finalizzata ad indicare quando e come e' stato pensato, progettato e costruito un edificio, se in anni successivi alla sua edificazione si e' intervenuti di nuovo a modificare, ampliare o indebolire la struttura dell'edificio stesso e se ne sono state modificate le condizioni di uso previste in origine". "Si e' parlato molto negli ultimi 15 anni del cosiddetto 'libretto del fabbricato' che ha visto diverse false partenze e principalmente, per quanto e' stato fatto finora, ha coinvolto amministratori di condominio e geometri - ha sostenuto -. E' fondamentale far capire ad amministrazione e politica che gli ingegneri civili sono gli unici che possono fornire questo tipo di diagnosi e ricostruire quanto serve dal punto di vista strutturale". "Dopo questa diagnosi iniziale - ha concluso - e' necessario approfondire attraverso un'analisi di vulnerabilita' sismica il comportamento del complesso strutturale sia per i carichi verticali, sia soprattutto per i carichi orizzontali dedotti dalle accelerazioni sismiche la cui mappa e' ufficiale, consolidata e recepita da tutte le Regioni italiane. E' necessaria un'azione forte e coraggiosa volta ad evitare la caccia alle streghe e la conta dei morti che ogni quattro anni, in corrispondenza di un evento sismico, siamo abituati a vivere in Italia".

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